Bubka eterno come un eroe omerico

Il gabbiano ucraino suggella una carriera di 14 anni respingendo gli eredi con un volo a 6,01 Il gabbiano ucraino suggella una carriera di 14 anni respingendo gli eredi con un volo a 6,01 Bubka eterno come un eroe omerico Bailey, riscatto nella staffetta ATENE DAL NOSTRO INVIATO La sesta edizione dei Mondiali di atletica si chiude con l'immagine di Sergei Bubka: il resto della giornata quasi non conta, anche se propone risultati interessanti. E' lui, l'uomo di Lugansk (oggi Voroshilovgrad), che a 34 anni (li compirà il 4 dicembre), torna sulla pedana iridata per conquistare quella medaglia d'oro che gli altri astisti hanno sempre, e soltanto, potuto ammirare al suo collo. Aggettivi nuovi è difficile trovarne, vuoi per la qualità di 14 anni di carriera, vuoi per la longevità del Campione che, dopo il ritiro di Atlanta, sembrava davvero destinato ad abdicare. E invece rieccolo vivo e vegeto, a dettare la sua legge fatta di vittorie e, probabilmente, presto di nuovi record. Il primo saggio di quanto grande Bubka continuasse ad essere è venuto venerdì in qualificazione: un errore, a 5,60, poi al secondo tentativo l'asticella superata con larghissimo margine. Tanto bastava quel giorno. Ieri Sergei si è centellinato: pochi salti, ma quelli che tramortiscono pure avversari agguerriti come Tarasov, il russo che quest'anno ha superato per la prima volta i sei metri dimostrando grande continuità su misure di eccellenza. Anche ieri, quando scavalcato dal salto a 5,91 di Sergei, ha risposto volando oltre i 5,96. A questo punto il russo ha pensato probabilmente di avere partita vinta. Ma la sua gioia è durata poco. Il tempo di vedere fallire a 6,01 l'ottimo Starkey, primo statunitense a sabre sul podio iridato dell'asta, ed ecco lo zar - o come più ci piace chiamarlo, il gabbiano, per quella sua voglia di violare i cieli - andare in pedana, digrignando i denti, gli occhi come due palle infuocate. Rincorsa, imbucata, asta che si flette e poi lo catapulta in alto, mentre lui esegue a memoria quei gesti che gli permettono di superare l'asticella senza sbavature. La gara è finita lì anche se Tarasov, generosamente, ha chiesto i 6,06, effettuando tre tentativi poco convinti perché quella misura davvero troppo pensare che nella storia del sai to con l'asta i 6 metri sono stati superati 58 volte, 46 da Sergei Bubka. Gli altri tentativi riusciti se li dividono Gataullin (7), Brits (3), Trandenkov e, appunto, Tarassov. Un abisso, insomma, tra l'ucraino e la corte di pretendenti alla sua eredità. Bubka dunque è tornato, dando luce a una giornata che nel disco ha riproposto le bordate Soltantposto pnelle finstaffettaKomen rerappresentava per lui. Basti ottavo r l'Italia ali della 4x400 dei 5000 vincenti del tedesco Riedel e, restando ai concorsi, l'ormai trentenne norvegese Hauglund nell'alto, dove la grande sconfitta è stata la Babakova, mentre Antonella Bevilacqua, ultima speranza azzurra per tentare di saure una quarta volta sul podio, si è fermata a 1,93. La solita Engquist, una russa diventata svedese per matrimonio, si è invece imposta nei 100 hs, rimediando con un veemente finale a qualche incertezza sulle prime barriere. Nei 5000 il tedesco Baumann ha cercato di impostare ritmi veloci, per fare selezione tra i soliti africani. Ma il suo tentativo è abortito poco dopo metà gara quando Komen, dopo aver lasciato all'altro keniano Nyariki il compito di dare un paio di strappate tagliagambe, si è involato indisturbato verso il traguardo. Quindi le staffette, con precedenza assoluta per la 4x400 maschile disertata da un Michael Johnson che le medaglie di gruppo - oltretutto nelle non ottimali attuali condizioni di forma - non le ha mai gradite molto. Così, per lui, l'appuntamento con l'ottavo oro (per eguagliare Lewis) è rinviato a Siviglia dove, fra due anni, si terrà il prossimo Mondiale. Senza Johnson, il quartetto americano ha rischiato qualcosa, specie contro gli ottimi inglesi che a metà della terza frazione, con lo scatenato Baulch, sono riusciti anche a portarsi in testa. Ma poi, nell'ultimo giro, Washington, bronzo dell'individuale, ha ripristinato le gerarchie mentre i britannici, alla fine, hanno dovuto anche, difendere l'argento dall'assalto del sorprendente quartetto giamaicano. Per gli azzurri una buona gara, senza però il suggello del primato italiano, mancato per soli 15 centesimi. Grande protagonista della 4x400 femminile, in ultima frazione, è stata invece la tedesca Breuer, che con una grande rimonta ha chiuso al primo posto, così come - altro degno protagonista - il canadese Donovan Bailey, che a sua volta ha consumato la rabbia per la sconfitta nello sprint, guidando il Canada al successo con un fantastico rettilineo, in cui ha rimontato almeno quattro avversari. Nel medagliere gli Usa sono nettamente primi (7 ori, 3 argenti e 8 bronzi), mentre alle loro spalle si è difesa bene la Germania (5-1-4) e ha sorpreso Cuba, terza (4-1-1). Infine, la classifica a punti stilata sugli otto finalisti con gli Stati Uniti ancora nettamente primi (a quota 189) davanti a Gennania (126) e Russia (116). Giorgio Barberis Soltanto ottavo posto per l'Italia nelle finali della staffetta 4x400 Komen re dei 5000 ™B IAAF World Ghampionships Amsm'97 Daniel Komen ha dominato i 5000 Mercoledì sfiderà Gebrselassie a Zurigo: record mondiale a rischio Sempre guai per Antonella: ieri ha spostato inavvertitamente il segno che aveva appiccicato sulla pedana per misurare la rincorsa e un brusco stop le ha procurato uno stiramento