E Torino sposò la metalmeccanica di Marina Cassi
E Torino sposò la metalmeccanica Nelle 400 pagine riprodotti anche molti manifesti, bozzetti e foto d'epoca E Torino sposò la metalmeccanica In un volume dell'Amma la storia dell'industria ma dagli albori dell'industria metallurgica fino agli inizi degli Anni Settanta. Un nutrito apparato iconografico narra con riproduzioni di manifesti e fotografie l'evoluzione della produzione automobilistica. Ci sono anche i manifesti della prima mostra della Meccanica e metallurgia dell'aprile '46, quando la ripresa delle produzione scatena anche negli operai - che inviano bozzetti al concorso indetto dell'Amma - una fantasia creativa tutta proiettata nel futuro con fabbriche enormi, ingranaggi perfetti, meccanismi avveniristici. Nelle quattrocento pagine ci sono anche le foto dei modelli delle auto, le riproduzioni di volantini sindacali e imprenditoriali impegnati nell'eterna guerra dei numeri sull'andamento degli scioperi. Il cuore del volume è rappresentato dai due saggi di Bassignana e Berta sulla rinascita dopo il periodo fascista dell'associazione e sulla trasformazione delle relazioni sindacali. E' sempre l'Anima torinese a guidare e a dare il segno «politico» della delegazione imprenditoriale alle trattative per i contratti. Il primo del dopoguerra viene sottoscritto nel giugno del '48 dopo duecento giornate di discussione, molte delle quali intorno al problema delle quaranta ore settimanali (chieste e non ottenute dal sindacato) e siglato in una fase di difficoltà dell'economia: sessantaduemila disoccupati in provincia di Torino, 57 fallimenti di imprese meccaniche contro i venticinque del '47, settemila addetti in meno di un anno prima. E poi via via attraverso contratti di routine garantiti dal «compromesso sindacale» dovuto alla sconfitta della Fiom e al clima di intolleranza per l'attività sindacale negli stabilimenti. Con la ripresa degli scioperi nel '62 si inizia un periodo di conflitto che coinvolge l'intera città. Non a caso il presidente Pietro Bertolone nel '68 lamenta lo «stato di malcontento determinatosi negli immigrati per l'inadeguatezza delle strutture sociali nella nostra città». E rimprovera anche la classe politica: «C'è una sfasamento tra l'efficienza del sistema industriale e l'inerzia e incapacità dei politici». L'autunno caldo - come sottolinea il saggio di Berta - travolge equilibri antichi e impone un cambio del gruppo dirigente: alla guida dell'Amma arriva Walter Mandelli che di lì a poco contribuirà a creare la Federmeccanica. Marina Cassi
Persone citate: Berta, Pietro Bertolone, Walter Mandelli
Luoghi citati: Bassignana, Torino
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