La bella estate di Pomodoro

17 A San Leo e a Marsala le sue esoteriche sculture La bella estate di Pomodoro Yj\ MARSALA I NA grande estate di ArI naldo Pomodoro collega I idealmente e con presenti Ize mitiche e magiche di sue opere le ombre fenicie del mare di Marsala e gli inquieti e inquietanti fantasmi massonici ed esoterici del Conte di Cagliostro serrato nella Rocca pontificia, ma prima Montefeltrina, di San Leo. Scrive Leonetti nel precatalogo della mostra a San Leo: «Rovesci San Leo in forme di tuo splendore osando così sostenere e pensare che esse ci sono, le grandi moli, per offrire un confronto a te, e dare lo spazio giusto a te, egocentrico artista post-sumerico duemilesco». E Paolo Volponi, alla cui amicale memoria lo scultore ha voluto dedicare la mostra di San Leo, in testi inediti pubblicati in questa occasione sottolinea i legami segreti e mitici delle forme e della sensibilità di Arnaldo Pomodoro con terre e storie d'uomini del loro Montefeltro; ma anche, allargando senso e concetto, con tante terre profonde di una Italia che ha assorbito in sé celti ed etruschi, latini e greci e fenici. Volponi scrive della comune esperienza di Pietrarubbia, sotto San Leo e San Marino, fra Macerata Feltria e Carpegna, dove Pomodoro dirige una scuola regionale di arte dei metalli per giovani operatori: ((Abbiamo impresso nella più intima pellicola viscerale la dolorosa striscia percorsa dalle nostre genti attraverso millenni, secoli e anche questi nostri anni». La singolare essenza della quarantennale opera di Arnaldo Pomodoro - la sua prima presenza alla Biennale veneziana risale al 1956 - consiste proprio nella coesistenza o ancor meglio nell'osmosi in lui di un percorso misterico e magico nella profondità della storia e degli uomini da un capo all'altro della penisola e di un massimo di avanguardia utopica internazionale che ha portato i suoi obelischi, le sue colonne, le sue sfere davanti al Trinity College di Dublino e nel Cortile della Pigna in Vaticano, nel piazzale delle Nazioni Unite e nel Pepsi Cola Sculpture Garden a New York e davanti alla Mondadori di Segrate. La doppia mostra di Marsala e di San Leo fa emergere tutti questi complessi aspetti del mondo di forme grafiche e fabbrili di Pomodoro, con un continuo scambio e rimando, quasi un colloquio misterico fra memorie, luoghi, culture lontane e diverse ma pertinenti alla comune storia dell'«uomo italico». I Progetti visionari esposti a Marsala comprendono anche il Pietrarubbia bozzetto in rame e ferro, approdo montefeltrino di un'opera capitale della peculiare scultura-scrittura di Pomodoro, la Grande tavola della memoria del 1959-65. E' ancora Volponi a sottolineare, proprio a proposito del Pietrarubbia's Work, altra variante, che «l'elemento scritturale è uno di quelli fondamentali e funzionali della sua scultura»; scrittura esoterica e magica che traspone nell'oggi segnico e concettuale le profondità arcaiche mesopotamiche, anatoliche, mesoamericane, mediterranee. Infatti il discorso si conclude e si riapre nel Palazzo Mediceo di San Leo con l'Ingresso Labirinto in fiberglass, misterioso ipogeo dorato che l'autore definisce «grande costruzione arcaizzante con valori antropologici relativi alla civiltà dei Sumeri che ci ha lasciato il primo grande testo poetico e allegorico sull'esperienza umana ("Gilgamesh", anteriore alla Bibbia)». Nella «scrittura» di Pomodoro «Gilgamesh» e le Tavole della Legge e le impronte della storia dell'uomo montefeltrino sulla roccia di Pietrarubbia sono un tutt'uno. E lo stesso discorso vale per la Colonna del viaggiatore in bronzo sulla piazza di San Leo, per i quattro Steli in fiberglass sul Forte, per l'Obelisco «Cassodoro» eretto davanti al restaurato ex convento del Cannine di Marsala, sede della mostra volu- Un pemistericonella prdella e degli corso e magico fondità toria uomini ta dall'amministrazione comunale che offre, con Catania e Palermo e Gibellina, il volto di una nuova Sicilia. Affascina il continuo rimbalzare del discorso. Ritroviamo la magia e il mistero dei due Scudi bronzei esposti in un'altra sala del Palazzo Mediceo negli Scudi e Sogni in calcografia esposti nella sezione grafica a Marsala. E la terminazione «armata», aggressiva, altrettanto medioevale quanto fantascientifica, di uno degli Scettri esposti nel chiostro del convento di Marsala ritorna sia nel bronzo affisso con polemiche locali - sulla colonna romana del monumento ai Caduti di San Leo, sia, con rovesciamento del significato simbolico, nel Fantasma di Cagliostro che si libra e si libera alchemicamente fuori dalla finestra della sua cella nella Rocca. Marco Rosei Un percorso misterico e magico nella profondità della storia e degli uomini «Sogno III», una calcografìa di Arnaldo Pomodoro, realizzata nel periodo l988-'93 E' fra le opere in mostra a Marsala