Padoa Schioppa fa la rivoluzione, Ciampi la spunta a Palermo di Valeria Sacchi

Padoa Schiappa fa la rivoluzione, Ciampi la spunta a Palermo GLI UOMINI E GLI Padoa Schiappa fa la rivoluzione, Ciampi la spunta a Palermo Circa un anno fa, dopo anni di convivenza non sempre facile in Bankitalia, Antonio Fazio e Tommaso Padoa Schioppa decisero di scindere i loro destini. Il governatore fece intendere che preferiva il fido Vincenzo Desario, e il direttore generale lasciò uno degli indirizzi più esclusivi d'Itaba per trasferirsi nella più modesta via Isonzo, al posto di Enzo Berlanda. Si disse che, a vincere la partita, era stato il governatore. Forse il tempo rivedrà il verdetto. In pochi mesi la zampata del nuovo presidente ha già impresso alla Consob un ritmo diverso. Grazie anche al legame strettissimo con il Tesoro retto da Carlo Azegho Ciampi, l'ex governatore che, nel recinto di via Nazionale, era più in sintonia Tommaso con il laico Pa- Padoa Schioppa doa che con il Vincenzo Desario cattolico Fazio. Dopo la revisione limitata per le semestrali, ecco arrivare dalla Commissione un regolamento, sempbce sempbce (fatto già di per sé rivoluzionario) per i servizi di investimento, che fleva sulla autoregolamentaziondegb intermediari e sull'età adultdei risparmiatori. I primi, fiutandneho schema meno oneri amministrativi, plaudono. E probabilmente si Illudono perché, una volta beccati sul misfatto, non potranno piscaricare su mamma Consob le cope. Lo stesso vale per i secondi. Non basta. Correndo avanti copensiero a una Banca Centrale Europea guidata dall'attuale presdente da Bundesbank Hans Tietmeyer, non è difficile immaginarea cavallo del nuovo secolo e col'integrazione dei mercati, un ruol crescente per Consob, di pari passo con un plafonamento dei locali istituti di emissione. Sono tempi difficib per i manager. Al di là deU'improwiso accanimento con il quale la pubbhco opinione chiede di conoscerne stipendi e prebende, ovviamente per linciarb sul pubblico selciaio, il loro ruolo viene messo in discussione dagb imprenditori che corrono per le grandi privatizzazioni. Così accade che la cordata dei veneti scesi in pista per le Autostrade guidate da Giancarlo Elia Valori sotto l'ala protettrice di Dino MarchioreUo e di Gilberto Benetton chieda di potersi unire in un nocciolo duro, completo di patto di sindacato. Preferiscono, gb intrepidi e opulenti uomini del Nord-Est, rischiare i costi di un'Opa ma poter «ccman- Giar.carlo Elia Valori Gilberto Benetton dare» in casa loro, temono un managment che sfrutti le possibib divisioni per fare i comodi suoi. Il presidente dell'Ili Gian Maria GrosPietro sembra disposto a studiare la cosa, insomma b capiscQuanto al Tesoro, non potrà che esere d'accordo perché, se il «nocciolo» passa, nelle casse deU'Iri arrverà il premio di maggioranza. Del resto, anche sui mitici manger di Oltreoceano incombono rischi altissimi. Se le performancenon sono perfette, il licenziamentè immediato. Basti pensare a Gibert Ameno che ha lasciato di copo la presidenza di Apple Computer, a Robert Frankenoerg dimesosi in poche ore dalla Novell, o talentoso Michael Ovitz, duratnon più di un anno alla Disney. Utimo esempio: John Walter, giud cato «non adatto» e stoppato a pochi metri dalla presidenza del gruppo AT&T dall'immortale Bob Alien. Va avanti la marcia di Luigi Giribaldi sulla Cir di Carlo De Benedetti. Con il suo venti per cento e passa, potrà ora convocare assemblee e mettere il naso negb affari del gruppo. Fin dal principio della sua scalata, molti immaginarono che si muovessero dietro di lui mani misteriose (meta ultima: Espresso-Repubblica), non accomandandosi del fatto che, a consigharlo, fosse solo il suo vecchio amico Angelo Birondi (che del resto gb ha fatto fare un eccellente affare). Tra quanto emergerà, se mai emergerà, la mano del burattinaio? Marcia secondo tabella l'operazione Banconapob dove, ai verti- Luigi Giribaldi ci, è arrivato Francesco Giavazzi a tutelare come vicepresidente gb interessi dell'Ina (di cui è consigliere), e dove Federico Pepe è salito di grado, da direttore generale ad amministratore delegato. Mentre nel comitato esecutivo entrano gb azionisti di controllo: ancora l'Ina con Lino Benassi e la Bni con Davide Croff. E sembra marciare secondo i voleri del Tesoro la questione Banco di Sicilia-Sicilcassa, nonostante i malumori dei potentati locali Sempre più artigiani e commercianti ai vertici delle Camere di Commercio. Con l'arrivo a Milano di Carlo Sangalli (Unione Commercianti) a spodestare Piero Bassetti (ex industriale) che da Ghindici anni reggeva le sorti deUa più potente Camera del Paese, sui primi sette rinnovi dell'anno solo due città hanno mantenuto alla guida uomini d'industria: Biella con il presidente Gianfranco De Martini e Prato con Silvano Gori. Per Mila no è l'ennesima conferma del suo destino terziario Il direttore generale di Assolombarda, Michele Porcelli, nemmeno in vacanza smette di pensare al futuro. Il nuovo presidente di via Pantano Benito Benedilli lo ha, per la verità, confermato nel suo incarico. Ma Porcelb, prestato a suo tempo da Confindustria ad As solombarda, aspira a tornare a Ro ma dove ha la famigba. Un ritorno non semplice perché, in viale dell'Astronomia, non c'è più posto per lui. Non resta che sperare in un gruppo privato. Valeria Sacchi Piero Bassetti % Piero Bassetti Tommaso Padoa Schioppa Vincenzo Desario Giar.carlo Elia Valori Gilberto Benetton Luigi Giribaldi % Federico Pepe Francesco Giavazzi Piero Bassetti

Luoghi citati: Biella, Milano, Palermo, Prato