«Il sequestro? E' stato fantastico»

«Il sequestro? E' stato fantastico» Cinque giorni nel deserto: «Peccato non poter organizzare prima una vacanza così» «Il sequestro? E' stato fantastico» Libero il grafico italiano rapito nello Yemen SANA'A. E' libero da |j ieri sera Giorgio Bonanomi, il tecnico grafico italiano di Lecco rapito sei giorni fa nello Yemen da un gruppo di uomini armati, mentre viaggiava in auto con la fidanzata e altri cinque amici a un centinaio di chilometri da Sana'a. «Peccato che non sia possibile organizzare una vacanza così, perché è stata fantastica» ha commentato subito dopo la liberazione. «Sto benissimo - ha dichiarato all'Ansa - non ho mai avuto un attimo di paura. In fondo è stata un'esperienza più che interessante. Mi hanno trattato con ogni riguardo, le cose migliori da mangiare erano sempre per me». Per sfamarlo hanno sgozza- to una de- | ciiia di pecore. E adesso, «a essere sincero, la carne di pecora mi esce un po' dal naso». Per questo festeggerà la liberazione, insieme ai diplomatici italiani che hanno seguito la vicenda, con una spaghettata. «Non provo il minimo rancore per i miei sequestratori - ha poi aggiunto -. Ho vissuto con loro, con le loro famiglie. E' stato straordinario vedere questi uomini armati, sempre con il kalashnikov a tracolla, esprimere una grande dolcezza con i loro bambini, che giocavano vicino a me e mi tenevano compagnia». I primi due giorni di prigionia li ha trascorsi sotto una grande tenda, tra le dune della regione di Khowlam. Poi è stato trasferito in piccolo villaggio, Dhaibian, in una casa di pietra. Era alloggiato all'ultimo piaiio, quello generalmente riservato alle donne, il più confortevole. E ha sempre potuto mantenere i contatti con la fidanzata, Laura Bonolis, anche lei della provincia di Lecco. Tutto era cominciato il 6 agosto. Il gruppo di vacanzieri italiani era in auto per una escursione nel Sud-Est del Paese. All'improvviso, una Toyota che viaggiava davanti a loro si è messa di traverso bloccando la strada. Ne sono usciti alcuni uomini armati di kalashnikov, che in maniera rude e decisa hanno fatto scendere dall'auto Bonanomi, scelto a caso, solo perché sedeva davanti, accanto all'autista. Lo hanno caricato sulla loro jeep e a tutta velocità lo hanno condotto alla tenda. Subito sono iniziate le trattative, segrete, tra rapitori e governo. Nello Yemen, uno dei più poveri tra i Paesi mediorientali, le tribù locali ricorrono spesso al rapimento di stranieri come arma di pressione sulle autorità locali o sulle compagnie petrolifere straniere, quando ci sono da risolvere dispute piccole o grandi. In passato le vittime erano soprattutto tedeschi o francesi, che sono sempre stati rilasciati nell'arco di alcuni giorni e mai maltrattati. Nell'ultimo caso, in cui per la prima volta sono stati coinvolti due turisti italiani, Luigi Archetti e Maria Moriconi, la trattativa è andata in porto in 36 ore. Questa volta, probabilmente, la posta in gioco era più alta. Tanto che si è mosso anche il presidente Ali Abdallah Saleh, che ha nominato mi suo emissario speciale. L'uomo, oltre a condurre le trattative, ha svolto anche il ruolo di «postino». Era lui infatti, che facendo la spola tra i rapitori e Sana'a per riferire l'andamento delle trattative, portava le lettere di Bonanomi alla fidanzata e viceversa. Finita l'avventura - perché Bonoli non la considera affatto una disavventura - domani la compagnia italiana riprenderà il viaggio. «Abbiamo altri sette giorni dice Bonoli - e non li voglio certo perdere. Lo Yemen è un Paese bellissimo. In fondo sono stato un ospite, anche se un po' forzato, di gente molto interessante». [r. cri.] Giorgio Bonanomi, il tecnico di Lecco rapito durante la vacanza nello Yemen

Persone citate: Ali Abdallah Saleh, Bonanomi, Giorgio Bonanomi, Laura Bonolis, Luigi Archetti, Maria Moriconi

Luoghi citati: Lecco, Yemen, Yemen Sana'a