Il caso-Fantozzi imbarazza anche Dini

Toghe sporche, maggioranza divisa sulla «segnalazione» di Melpignano per i revisori alla Bnl Toghe sporche, maggioranza divisa sulla «segnalazione» di Melpignano per i revisori alla Bnl Il caso-Fantozzi imbarazza anche Pini // pds: spieghi il perché di quella raccomandazione ROMA DALLA REDAZIONE Il «caso Fantozzi» mette in imbarazzo la maggioranza e la divide. Lo stesso presidente del Consiglio Romano Prodi, pur difendendo il suo ministro, ammette che quella del titolare del Commercio con l'estero è stata «una debolezza» per quanto «umana». Ma è soprattutto a sinistra che si avverte un forte disagio per la vicenda che vede coinvolto Augusto Fantozzi. Il pidiessino Gavino Angius, presidente della commissione Finanze del Senato, in un'intervista al Corriere della Sera, sottolinea che il «caso» «non può essere archiviato», come se nulla fosse. Ma c'è di più, l'esponente della Quercia tira in ballo anche Lamberto Dini: «Non pensi di cavarsela tacendo o facendo finta di niente». Angius vuole che il ministro degli Esteri spieghi le dichiarazioni di Fantozzi, secondo il quale a dare il via libera alla nomina di Melpignano nel collegio dei revisori della Bnl fu lo stesso Dini. Il pds sembra voler prendere le distanze da questa vicenda. Come conferma l'intervista rilasciata qualche giorno fa all'Unità dal capogruppo della sinistra democratica al Senato Cesare Salvi. Un'intervista tutt'altro che tenera nei confronti di Fantozzi. Come non è stato tenero il commento che il giornale del pds ha dedicato l'altro ieri a questa vicenda. Dura anche la presa di posizione di Rifondazione comunista. Il segretario del Prc in un'intervista a «Repubblica» invita il governo dell'Ulivo a non dimenticare la questione morale e a non cedere al trasformismo. Ancora più netto il commento del capogruppo di Ri- fondazione in commissione Giustizia, Tullio Grimaldi: «Per fatti del genere - dice l'esponente del Prc - in altri Paesi un ministro si sarebbe dimesso, da noi si è passati sopra tante cose e si passerà anche sopra al caso Fantozzi-Melpignano». Mentre nella maggioranza la sinistra mostra tutto il suo imbarazzo per questa vicenda, nel Polo Alleanza nazionale coglie la palla al balzo per attaccare il governo. Uno scatenatissimo Maurizio Gasparri presenta un'interrogazione provocatoria al presidente del Consiglio con cui chiede di conoscere «quali siano le quote riservate a ciascuno dei partiti di governo nelle nomine di competenza pubblica attuate dall'Ulivo». «Abbiamo infatti appreso da Fantozzi - spiega il colonnello di Fini - che Melpignano era stato nominato negli organi della Bnl in quota di Rinnovamento italiano e con la benedizione di Dini. Vorremmo sapere quali siano i criteri, le logiche paramafiose che danno luogo alle lottizzazioni che il governo Prodi sta attuando con ingordigia evidente. La confessione di Fantozzi - aggiunge Gasparri - oltre a dover indurre alle sue dimissioni, dovrebbe portare ad una pubblica risposta del presidente del Consiglio sulle tecniche ulivesche di occupazione del potere». In difesa di Fantozzi scendono in campo i suoi colleghi di Rinnovamento e alcuni esponenti del ppi, tra cui il capogruppo al senato Leopoldo Elia, che definisce «piuttosto preoccupante» quanto è accaduto al ministro e aggiunge: «Con la tecnica di dar corpo alle ombre si tende a creare un ambiente in cui si diffonde il sospetto su chi ricopre cariche politiche». Per Ri intervengono Natale D'Amico e il presidente dei deputati Paolo Manca. Il primo polemizza con Angius, accusandolo di aver rilasciato «affermazioni imprudenti e forse finalizzate a alimentare il polverone piuttosto che a far chiarezza». Poi D'Amico passa a Rifondazione: «Melpignano sottolinea - lasciò la nomina a meno di due mesi dall'incarico in Bnl. Sicuramente non ebbe tempo per fare dei danni in quella banca. Non credo che lo stesso si possa dire su chi l'ha presieduta tanto a lungo (il riferimento è a Nerio Nesi, ora deputato del Prc n.d.r.)». Manca rintuzza le critiche di Fausto Bertinotti: «La verità - dice - è che il segretario del Prc è preoccupato per il rafforzamento del centro dell'Ulivo. Sulla questione morale non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno da Rifondazione comunista». E a proposito di lezioni, Pierferdinando Casini ne ricava una da tutta questa storia: «Più si sta a sinistra dice il leader del ccd - più si è tutelati con la magistratura, e in questo senso i moderati sono più a rischio dei pidiessini». Angius, presidente della commissione Finanze del Senato: il ministro non può fare fìnta di niente Rifondazione parte all'attacco: per fatti del genere in altri Paesi gli interessati si sarebbero dimessi Nelle foto da sinistra il ministro degli Esteri Lamberto Dini il ministro per il Commercio con l'Estero Augusto Fantozzi e, qui accanto il fiscalista Sergio Melpignano

Luoghi citati: Melpignano, Roma