« La curia romana è contro l'Ulivo » di Vittorio Messori

«Burattinaio, io? Non ero solo™» « La curici romana è contro l'Ulivo » Messori: ma Papa Wojtyla non c'entra nulla LM CITTA'DEL VATICANO m OSSERVATORE ROMANO spara su Fantozzi; e prima ha sparato su Burlando, e su Di Pietro. In realtà, su Di Pietro e sul «pool» il quotidiano della Santa Sede non è stato mai avaro di critiche. Ma la frequenza di attacchi al governo e dintorni appare singolare. Casualità, coincidenze, o l'espressione dell'atteggiamento della Santa Sede? Vittorio Messori, scrittore vicino a Giovanni Paolo II, offre una risposta diversa: «Il testo è sacro, ma il commento è libero. L'Osservatore Romano molto spesso non risponde a reazioni ufficiali della Santa Sede, ma a reazioni umorali, magari spesso passionali, rispettabilissime, ma in ogni caso personali dei suoi collaboratori e del suo direttore». Anche nel caso di «corsivi» di prima pagina? «Quando ci sono certi corsivi non firmati, e attribuiti alla direzione, penso a uno sfogo umorale del direttore Agnes e non penso a una presa di posizione ufficiale della Santa Seri s che sarebbe vincolante anche pei me. Obbedisco a quanto mi dice il magistero e la gerarchia. Le indicazioni di un collega come Agnes le valuto per quello che sono: le valutazioni di un collega». Ma l'Osservatore è a diretto contatto con la Segreteria di Stato. «Semmai, quello che leggo sull'Osservatore Romano può essere preso come sintomo di uno stato d'animo, come sintomo di un certo clima che gira nella Curia romana. Essendo oggi la Chiesa a livello centrale non più monolitica, rispecchia gli umori di un settore prevalente e ufficiale in qualche modo della Curia. Al di là di questo non si va». Una valutazione che è condivisa anche dagli ambienti diplomatici dei Paesi accreditati presso la Santa Sede. Da fonti autorevolissime sappiamo che nei rapporti inviati dalle ambasciate presso la Santa Sede ai rispettivi governi, certe prese di posizione dell'Osservatore Romano sono presentate ai loro governi come testimonianza di un'atmosfera, di uno «status» psicologico. Non vengono attribuite al Papa. I diplomatici non pensano che un articolo dell'Osservatore Romano rispecchi il pensiero del Papa; salvo alcuni, rarissimi, «fondi», inconfondibili. Insomma, non è l'Osservatore Romano diretto da Gonclla, sotto il fascismo i cui «Acta Diurna» rappresentavano l'orientamento della Santa Sede verso il regime. Ma le cannonate recenti si accompagnano a fenomeni di segno contrastante: l'apparente possibilità di un accordo sui finanziamenti alla scuola cattolica, gli incontri di D'Alema con il cardinale Pio Laghi, e la polemica Prodi-Sodano. E adesso gli attacchi a raffica. Don Gianni Baget Bozzo, politologo vicino al «Polo», fa un'ipotesi: «Mi pare che gli attacchi siano tutti per gli esponenti dell'Ulivo. Compreso quella critica di Sodano al presidente Prodi che è andata al di là di quello che Prodi ha detto». Che cosa legge nell'accenno di Prodi a «richieste illegittime» e negli attacchi attuali? «Fatti precisi alla base delle parole di Prodi? Non credo che si possa andare su questo terreno. Ma vedo un distacco che si manifesta ora con Fantozzi, e prima con Di Pietro. Anche se con Di Pietro la cosa è molto antica, per la verità». Pensa che ci possa essere qualcosa di personale nel¬ l'Osservatore? «Se non ci fosse l'intervento di Sodano si potrebbe pensare di sì, ma non credo che non ci sia un controllo della Segretaria di Stato. Non è possibile che Agnes dica una cosa che il Vaticano non vuole. Certo Agnes non si permette di fare cose così rilevanti se non ha un avallo. E l'attacco di Sodano è l'imprimatur, una risposta che va al di là di quello che Prodi ha detto». La Segreteria di Stato non ha mai avuto simpatia per l'Ulivo. «Ora la cosa si è fatta più visibile. Perché, secondo me il Vaticano si è accorto che c'è un problema postcomunista, un problema di potere in una situazione in cui i cattolici diventano subalterni, e la Chiesa non può ridursi semplicemente al sussidio per le scuole cattoliche, che poi non arriva neanche. Sarebbe uno sguardo meschino». Marco Tosarti Baget Bozzo: ma non è solo una polemica dell'Osservatore Romano Nella foto a sinistra Gianni Baget Bozzo Qui accanto Lo scrittore cattolico Vittorio Messori