«Penalizzati gli alpini piemontesi» di Guido Novaria

Servizio di leva Servizio di leva «Penalizzati gli alpini piemontesi» Arrivano gli alpini professionisti e i militari di leva piemontesi destinati ai reparti di penne nere, anziché finire nella Brigata Taurinense, vengono dirottati nei reggimenti delle Brigate Tridentina e Julia in Trentino Alto-Adige, Veneto e Friuli. «Una vera assurdità - sbotta il senatore di Forza Italia Luigi Manfredi, già comandante del IV Corpo d'Armata alpino -, con altri miei colleghi ho chiesto in un'interrogazione al ministro della Difesa di rivedere questa decisione che va contro la regionalizzazione del servizio militare, da sempre peculiarità per le truppe alpine». Nel nuovo «modello di difesa», i reggimenti (2° e 3° Alpini e 1° Artiglieria da montagna) e il battaglione logistico della Brigata Alpina Taurinense saranno interamente formati da volontari, o comunque da militari a lunga ferma. Solo una percentuale bassissima di soldati di leva potrà ancora finire in questa brigata. Dal comando del IV Corpo d'Armata alpino, a Bolzano, arrivano le prime osservazioni: «Si è discusso molto sui criteri di composizione della Brigata alpina professionista: molti sostenevano la possibilità di inserire nelle attuali tre brigate alpine ognuna un reparto di volontari che all'occorrenza sarebbe stato mobilitato sotto un unico comando. Ma alla fine è prevalsa la tesi di concentrare in una sola brigata tutti i volontari e la scelta è ^caduta sulla Taurinense». Il 3° reggimento, che ha sede a Pinerolo è pronto per una nuova missione in Bosnia: «Con soldati di leva, sarebbe stato impossibile far fronte agli impegni internazionali: chi non si ricorda, nel '93, alla vigilia della partenza per il Mozambico, la rivolta delle mamme, contrarie alla partenza dei loro figli per l'Africa?». L'arrivo dei volontari alla Taurinense, guidata dal colonnello Armando Novelli, ha significato lo scioglimento del «Battaglione addestramento reclute» di Cuneo. «Centinaia di ragazzi della provincia di Cuneo o della vicina Liguria finiranno in Veneto o in Friuli - ribadisce il senatore Manfredi -, in questo modo saranno completamente sradicati dalla loro"realtà con conseguenze negative per l'immagine delle truppe alpine». Una presa di posizione che segue quella di pochi mesi della Lega Nord preoccupata per il «rischio di meridionalizzazione del Corpo degli alpini, le cui radici e tradizioni sono sempre state al Nord». La replica dello Stato Maggiore dell'Esercito non si era fatta attendere: «E' vero, la stragrande maggioranza di soldati volontari arriva dal Sud; per invertire la tendenza, sarebbe sufficiente che i sostenitori della "nordicità" degli alpini facessero adeguata azione di convincimento verso i ragazzi delle vallate piemontesi o lombarde in modo da poter disporre di soldati a lunga fer ma anche da queste regioni». Guido Novaria

Persone citate: Armando Novelli, Luigi Manfredi