Ucciso dai ladri della collina di Diego Andrà

Il delitto di venerdì sera: l'uomo aveva scoperto i banditi che tentavano di sv: Il delitto di venerdì sera: l'uomo aveva scoperto i banditi che tentavano di sv: Ucciso dai ladri della collina Bancario di Gassino finito a coltellate «L'hanno ammazzato davanti ai miei occhi. Ha pagato con la vita per aver sorpreso dei delinquenti che cercavano di rubare nella villetta vicina. Mio marito era una persona squisita, altro che regolamento di conti». Anche i carabinieri cominciano a credere alle parole disperate di Luisella Pullara, 34 anni, moglie di Sergio Cafasso, 44 anni, l'impiegato di banca ucciso a coltellate l'altra sera di fronte a casa, nella periferia di Gassino, in strada Bussolino 52. Cafasso lavorava da molti anni nella filiale 10 del Sanpaolo di Torino, in corso Casale 64 bis. Un tranquillo padre di famiglia, con una bimba di 4 anni. Soltanto ieri mattina sono affiorati gli elementi che confermano la pista della reazione di un gruppo di delinquenti (tre, forse quattro persone) sorpresi a scassinare le porte della villetta confinante. Il proprietario è Enrico Varetto, 65 anni, di Gassino. Racconta: «Mia moglie ha saputo quello che era successo solo questa mattina al mercato. Siamo corsi a controllare: la casa, infatti, è vuota dal 15 marzo, quando mio papà è morto in ospedale. Era lui che abitava qui. Dentro non ci sono né soldi, né mobili. Eppure, questa mattina, abbiamo trovato la porta principale con un vetro rotto e il legno scheggiato, il classico tentativo di forzare con un piede di porco. Anche la porticina in alluminio della veranda è scassinata. Ma non sono riusciti ad aprirla. Segni freschi, forse proprio di ieri sera». Dunque, la feroce reazione nei confronti di un vicino che i malviventi hanno giudicato troppo curioso e ficcanaso? Con il passare del tempo, anche gli inquirenti si stanno convincendo che l'ora del tentativo di scasso e quella del delitto coincidono. Tutto combacia con il racconto fatto dalla moglie della vittima. Sergio Cafasso l'altra sera, verso le 22,30 stava annaffiando il giardino. Ha detto alla moglie di aver sentito rumori, mentre il cane, Lucky, un grosso pastore maremmano, abbaiava con insistenza. «Vado a vedere», ha detto prima di allontanarsi verso il cancello che dà sulla stradina chiusa. Ha aperto, si è affac¬ ciato, poi ha fatto alcuni passi lungo il vialetto buio che sbuca sulla provinciale Gassino-Cinzano. Stava tornando indietro, ha ancora detto «Qui non c'è nessuno». Poi una prima coltellata alla schiena, mentre due persone lo afferravano sottobraccio. Il tempo di gridare «Chi siete, bastardi» ed è stato scaraventato alcuni metri più avanti. Poi un altro colpo sferrato con il coltello all'addome. Una ferita di 20 centimetri, uno squarcio che lo ha dissanguato in pochi istanti, sotto gli occhi atterriti della consorte, giunta in quel momento dietro il cancello. «Ero appena salita a controllare se la bimba, Carlotta, dormiva ricorda in lacrime la donna -. Quando mi sono avvicinata ho visto tre, forse quattro persone fuggire a piedi. Lui era a terra, rantolante. Gridava ancora per il dolore. Sono corsa a chiamare aiuto, per telefonare al 112». Nell'abitazione, i coniugi Cafasso erano rimasti soli da qualche giorno. Il cognato, Giorgio Chirone, 43 anni, pranoterapeuta, che abita con loro al piano terra, era in Liguria con la moglie Giuseppina e il piccolo Alessio. Quando l'ambulanza Tango 85 del 118 e i carabinieri di Chivasso sono arrivati, per Sergio Cafasso non c'era più nulla da fare. Il dottor Farah non ha potuto che constatare il decesso. Nella zona, intanto, venivano istituiti posti di blocco, ma senza esito. Ieri mattina, dopo la segnalazione dello scasso nella villetta accanto, la scientifica dei carabinieri ha raccolto tutti gli indizi possibili. Alcune impronte degli assassini sarebbero rimaste su maniglie e vetri delle porte. Del coltello usato per uccidere il bancario, al momento non c'è ancora traccia malgrado le perlustrazioni nella zona. Tutti i vicini di casa sono stati sentiti dagli inquirenti, ma per ora non sarebbe emersa nes¬ suna testimonianza utile alle indagini, coordinate dal pm Gabriella Viglione. Restano in piedi anche i dubbi sulla nazionalità degli aggressori: una banda di albanesi o forse italiani? La moglie, che ieri sera è stata ricoverata in ospedale per un malore (già dimessa) avrebbe sentito pronunciare alcune parole con accento vagamente straniero: «Dai, andiamo». Ladri spietati quanto inesperti, comunque, disposti ad accontentarsi di ciò che avrebbero trovato nella casa disabitata, cioè quasi nulla. E disposti ad uccidere selvaggiamente senza neppure sapere per quale bottino. Un delitto che in queste ore sta gettando nel terrore tutta la collina chivassese. Diego Andrà Giacomo Bramardo La vittima lascia moglie e una bimba di quattro anni Gli assassini sono fuggiti Sergio Cafasso durante una gita con la figlia (schermata) e, sopra, il pm Gabriella Viglione In alto Enrico Varetto mostra dove i ladri volevano entrare

Luoghi citati: Chivasso, Liguria, Torino