Un'idea per il vuoto dell'estate il monoscopio e passa la paura di Alessandra Comazzi
F TIVU'&TiyU' Un'idea per il vuoto dell'estate il monoscopio, e passa la paura ECCOCI qui, di frante alla settimana televisivamente più deserta dell'anno. Le repliche trionfano in prima serata, come pure i vecchi film. Così i mondiali di atletica, che almeno erano in diretta, hanno ottenuto due milioni di ascolto. In estate è difficile fare programmi non soltanto perché sono in vacanza coloro che li dovrebbero ideare e realizzare, ma anche perché mancano tutti i portatori d'acqua sui quali si reggono le trasmissioni. I parlatori dei talk show, a esempio, i cantanti e gli ospiti di professione. Si crea un circolo vizioso dal quale è difficile scappare, soprattutto per il telespettatore che resta in casa e non trova vie d'uscita. Non gli rimane che sperare nell'apertura del negozio all'angolo, quello dove si affittano i video. Perché anche i cinema sono tutti chiusi per ferie. E le manifestazioni dell'estate, che esplodono in luglio, in agosto sonnecchiano. E' curioso. Ogni anno si dice che le persone che vanno in vacanza sono sempre meno, che i negozi non chiudono e che chiunque possa fare ferie in altri periodi dell'anno, ne approfitta per star meglio. Poi i risultati portano il consueto vuoto. Va in vacanza anche Gabriele La Porta, direttore dei palinsesti notturni, con il «Pane al pane» in onda la mattina alle 6,40 più o meno. Non è un contenitore, ma un programma «sociale», che si occupa di lavoro, di occupazione, cercando, per quanto è possibile, di svolgere quel ruolo di servizio pubblico che la televisione di Stato ha da tempo abbandonato. Il pubblico è invitato a scrivere, a fare richieste, a bussare che gli sarà aperto. Ieri, ultimo giorno prima della pausa di agosto (pausa anche qui, peccato), il sottosegretario alle comunicazioni Vincenzo Vita parlava del futuro televisivo e della possibilità di nuovi posti di lavoro. Ma i telespettatori diffidano. E ancora a proposito di mattino: perché la televisione tiene conto che è estate quando le fa comodo, e non ne tiene conto se non le fa comodo? Se già è assurdo che un programma come «La banda dello zecchino» vada in onda il sabato mattina alle 7 e mezzo, ancor più ridicolo suona adesso, con le vacanze in corso. Non è proprio necessario che un ragazzino si metta davanti al video dal mattino alla sera: una televisione pubblica, che svolge un servizio anche sociale, dovrebbe scoraggiare il fenomeno, non esaltarlo. Un bel monoscopio, e passa la paura. Però è chiedere troppo: la televisione dovrebbe essere così elegante da non allevarsi il pubblico del futuro, il consumatore del futuro? Non esageriamo. E pensiamo a quando di canali ne avremo un centinaio, e chissà quanti realizzati specificamente per i bambini. Tra i telefilm dell'estate, Canale 5 ne trasmette uno alle 5 del pomeriggio, «Il commissario Scali», un commissario di origine italiana buono e cicciotto. Il «physique du ròle» del detective non ce l'ha per niente, ma è ugualmente tosto e determinato. L'altro giorno se la doveva vedere con un ex collega che aveva ammazzato un ragazzino. Dopo 10 anni di galera, l'ex collega tornava per vendicarsi. Ma la lealtà riusciva a prevalere suU'ignominia, la saggezza sulla follia. La vita è meravigliosa, in tv. Alessandra Comazzi
Persone citate: Gabriele La Porta, Vincenzo Vita
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