«Sei personaggi» corretti «Voce umana» in piscina di Masolino D'amico

«Sei personaggi» corretti «Voce umana» in piscina «Sei personaggi» corretti «Voce umana» in piscina Ammmmmm ERCHE JL una nuova edizione dei Sei personaggi in cerca d'autore? Apparentemente lo stimolo che ha mosso Giuseppe Patroni Griffi a riprendere questo classico da lui già più volte affrontato è stato quello di fare ordine; di rileggerlo con calma, resistendo ostentatamente alle tentazioni di stravaganze e di originalità che si sono venute sempre più affermando in tempi vicini a noi. Anche la sua nuova versione contiene qualche blando aggiornamento, beninteso, gli attori che provano e vengono travolti dall'irruzione degli sconosciuti avidi di raccontare la loro storia tanto più vera della verità simulata sono attori di oggi, ragazzi in jeans, e fanno qualche allusione al presente: ma si danno del lei, e il testo che stanno affrontando è, come previsto da Pirandello, «H gioco delle parti», non «I giganti della montagna» né «Le villeggiature» di Goldoni, vedi recenti proposte di Zeffirelli e Missiroli. La sobria scena di Aldo Terlizzi evoca un palcoscenico vuoto, non un set cinematografico né uno studio televisivo, al massimo alludendo col suo color antracite stinto al noir di certi film espressionisti, e beninteso rimanendo disponibile a una trasformazione un po' magica con l'arrivo di madama Pace, quando la parete di fondo diventa una scalinata. Ma per il resto, e con un'unica benché sciagurata eccezione, la lettura è corretta, onesta e simpaticamente scolastica da parte dei molti giovani, dolente e dignitosa da parte di Sebastiano Lo Monaco che è un padre meno viscido e insinuante di come ci stia mo abituando a vederlo, energica e sensuale da parte di Federica Di Martino che è la figbastra, agguerritissima sostituta dell'indi sposta Mariangela D'Abbraccio nonché ottima sorpresa delle ri prese alla Versiliana (ora lo spot 1 tacolo è in giro). La sciagurata ec 1 cezione è, ahimè, Raspar Cappa A roni, il capocomico, individuo già sufficientemente stupido nel copione perché ci sia bisogno di farlo diventare anche molesto consentendogli di urlare in continuazione, di agitarsi istericamente, di balzare cento volte sulle assi e insomma di inventare controscene che pur strappando qualche risata a un pubblico ben disposto allungano le operazioni fino a 135' tutto compreso. Meno rispetto incute, e si capisce, La voce umana, il celebre monologo di Jean Cocteau già cavallo di battaglia di grandi attrici, in cui una donna telefona per l'ultima volta all'amante che l'ha piantata e si sposa: un lungo lamento di cui i cinici spettatori di oggi sono più pronti a cogliere gli aspetti comici che a intenerirsi. Regista notoriamente iconoclasta, Antonio Syxty lo ha allestito a Udine in modo fantasioso e a modo suo geniale, coricando la donna su di una specie di giaciglio ancorato al centro di una piscina pubblica coperta, di notte, e facendo iUuminare questo isolotto da Alberto Bevilacqua e Alberto Capellani con fasci intermittenti di luce bianca, mentre ogni tanto sciabolate di luce colorata creano suggestioni di sfondi lontani. Contrappuntata da musiche gregoriane e molto amplificata, la voce dell'attrice manda a raffiche brandelli deU'interminabile, querula telefonata di cui non c'è bisogno di seguire troppo fiscalmente l'evoluzione; e un sommesso odore di cloro preceduto dal passaggio su maioliche dove di solito si va solo scalzi fornisce agli astanti seduti lungo un lato della vasca il tocco squallidotto che completa il malinconico Kitsch dell'operazione. 60', e strenua prova dell'interprete Rita Maffei, sempre coricata e discinta; se Syxty troverà altre piscine vicino a casa vostra, non ve lo sconsiglio. Masolino d'Amico icoj A

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