U-Boot 22 missione Champagne di V. Cor.
U-Boot 22 U-Boot 22 missione Champagne Eq una di quelle storie di navi e tesori che andrebbero raccontate in una taverna del porto da un vecchio marinaio con un passa to di corsaro, mentre fuori urla il Mistral. Invece la storia del mercantile svedese «Joenkoe' ping», del suo carico e dell'U Boot 22, iscritto ai ruoli della marina del Kaiser, la racconta, in una afosissima Milano, Gianni Legnani, che cura l'im magine dello Champagne in Italia. Cosa c'entra lo Champagne con navi e sommergibili? Presto detto: buona parte del carico stivato a bordo della «Joenkoeping» era costituito da Cham pagne, che, quasi miracolosa mente, dopo oltre ottant'anni di permanenza in fondo al Golfo di Finlandia, è ancora bevibilissimo. Era il 3 novembre 1916, racconta Legnani, quando il mercantile svedese incontrò sulla sua rotta l'U 22 della Kriegmarine che, indifferente alla neu tralità proclamata dalla ban diera del vascello, lo colò a pie co con un siluro. La piccola nave, un veliero di 25 metri, ave va imbarcato a Gaevle, un porto 140 chilometri a Nord di Stoccolma, un carico di 35 mila litri di Cognac e 6000 litri di vino rosso francese, in barili 5000 bottiglie di Piper Heid sieck millesimato del 1907, ol tre a materiale ferroviario, cosa quest'ultima che lo rendeva un bersaglio particolarmente ap petitoso per i sommergibili te deschi ben informati dai loro servizi di «intelligence». E il siluro che ha fermato la corsa della «Joenkoeping» deve aver colpito proprio la parte di scafo in cui erano stivati i materiali diretti alle ferrovie russe, così come vini e cognac dovevano giungere all'armata dello Zar in Finlandia, allora granducato russo. Fatto è che quando, qualche mese fa, i palombari del consorzio «C Star» hanno identificato il relitto hanno pure trovato il carico «liquido» del veliero ancora intatto. Già un bel caso, devono aver pensato, ma lo stupore è diventato completa meraviglia, nel momento in cui hanno assaggiato il contenuto di una bottiglia di Champagne riportata in superficie: ottimo, con un bouquet potente, di vino dal tenore alcolico molto elevato. Il Cognac e il vino rosso, invece, non è stato possibile assaggiarli, ma, dicono i palombari, lo stato di conservazione deibarili sembra eccellente. Lo Champagne, che ha dormito durante gli ultimi ottant'anni a 64 metri di profondità, porta ancora ben visibile alla sommità del tappo .il nome del produttore, ma quelli del «C Star», vecchi lupi dei recuperi sottomarini, non pensano di poter riportare alla superficie tutto lo stock di bottiglie: c'è il rischio che esplodano una volta recuperate. Scherzi della pressione a parte, quello dello Champagne della «Joenkoeping» è un piccolo miracolo. E come ogni miracolo ci vuole prudenza prima di riconoscerlo, così alla PiperHeidsieck, pur dicendo di essere molto interessati dalla scoperta, si sono rifiutati di pronunciarsi sullo stato di conservazione delle 5000 bottiglie. L'unica cosa certa è che nelle cantine della maison le bottiglie millesimate del 1907 sono esaurite. [v. cor.]
Persone citate: Boot, Fatto, Gianni Legnani, Kaiser, Legnani, Mistral, Piper Heid
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