L'Europa rinunzia alle sue noci

I/Europa rinunzia alle sue noci La forte richiesta non riesce a frenare il crollo della produzione I/Europa rinunzia alle sue noci Ma Bruxelles vuole rilanciare la coltivazione ROMA. Produttori, è il vostro momento: la noce si sposa molto bene con l'anziano e meglio ancora con l'anziano benestante, una categoria di cui il mondo si andrà sempre più arricchendo. Se sono attendibili - ma non c'è motivo di dubitarne - le considerazioni di uno studio europeo su questo frutto. Considerazioni che sotto la domanda: «Qual è il profilo degli acquirenti di noci?» così risponde: «I pensionati e i quadri dirigenti sono le categorie che consumano più noci, così come consumano più frutta in generale rispetto alle altre categorie». L'indagine di cui riferiamo è stata eseguita nell'ambito del «Programma di miglioramento della qualità e di promozione delle noci in Europa», finanziato dalla Ue e partito (nella sua seconda tranche) nell'autunno dell'anno scorso, purtroppo senza troppa risonanza, almeno in Italia. Il programma «Qualità noce europea» non è pessimista sulla possibilità di incrementare il consumo di questo frutto, perché, a differenza di molti altri prodotti - agricoli e non - qui la richiesta del mercato c'è: in Europa se ne consumano ogni anno 190 mila tonnellate. Dunque il problema è soprattutto produttivo. Neanche il prezzo (6 mila lire il chilo, in media, negli ultimi anni) è determinante, nel senso che se diminuisse non si venderebbero più noci, così come se aumentasse non se ne venderebbero di meno. Perché allora non ci sono in Europa noci sufficienti a soddisfare la domanda attuale, e quella ancor più consistente, degli anni a venire? Osserviamo il problema dal punto di vista italiano, che è simile a quello di altri Paesi europei. Negli ultimi anni la produzione italiana ha avuto un costante declino che ha portato alla perdita della posizione di leader che aveva il nostro Paese nella produzione di noci. La causa prima di tale declino sta nella scarsa redditività su altre specie da coltivare. Dalle 190 mila tonnellate consumate in Europa, 13 mila sono destinate all'Italia, cioè circa mezzo chilo l'anno prò capite. In Italia si potrebbe semplicemente imitare quanto si fa nella vicina Francia. A partire dallo scorso autunno una campagna pluripromozionale ha sensibilizzato i consumatori francesi sulla qualità intrinseca della noce secca europea. In Italia abbiamo assistito a sporadiche iniziative, senza continuità né progettazione. Ricordiamo che il contributo finanziario dell'Ue, pari al 50% delle spese programmate e sostenute, è destinato anche a imprese di commercializzazione che chiedano di partecipare alla campagna promozionale, purché s'impegnino sia ad applicare uno specìfico ((protocollo europeo di qualità noce», e sia a sottostare ai relativi controlli sulla qualità della merce. Gianni Stornello

Persone citate: Gianni Stornello