Adesso si può fare la pace con fisco

Un grosso volume di 400 pagine con tutte le «curiosità» del nostro fìsco TASSE E CONTROLLI} Intanto Visco fa slittare l'avvio degli studi di settore: c'è più tempo per rispondere Adesso si può fare lo pace con il fisco Decolla il concordato di massa, ma la Finanza può indagare ROMA. Il ministero delle Finanze non va in vacanza neppure a Ferragosto e continua a sfornare «novità» sul fronte fiscale a getto continuo. Nei giorni scorsi ha messo il disco verde al concordato di massa che dal 1° agosto è così diventato operativo per il pagamento di tutte le imposte con l'obiettivo di prevenire il contenzioso aprendo un dialogo diretto tra amministrazione finanziaria e contribuente (e di incassare in tempi molto più rapidi) e ieri ha messo i puntini sulle «i». Il concordato, presisa infatti una circolare del Dipartimento delle Entrate, non blocca automaticamente ogni ulteriore accertamento, cioè non assicura «impunità». Si tratta, spiega il ministero, di «contemperare l'interesse del contribuente a definire con certezza la propria posizione fiscale» con «l'interesse pubblico a recuperare a tassazione rilevanti evasioni non emerse al momento dell'adesione», o a proseguire nell'accerta¬ mento «quando l'atto posto a base della definizione abbia per sua natura effetti solo parziali». Ma vediamo i casi. La Guardia di Finanza interverrà quando accerta un «maggior reddito» superiore al 50% di quello «concordato» e che comunque non sia inferiore ai 150 milioni di lire. L'amministrazione potrà agire se è venuta a conoscenza «di nuovi elementi» ma «solo successivamente all'emanazione del precedente atto impositivo». I funzionali dovranno anche specificare «il modo in cui l'ufficio ne è venuto a conoscenza». E l'ulteriore accertamento su redditi diversi resta sempre possibile se la definizione ha riguardato soltanto i redditi da partecipazione in società di persone, associazioni professionali ed aziende coniugali che non sono gestite in forma societaria. Un'altra novità è lo slittamento dei termini per gli «studi di settore», lo strumento al quale il fisco si affiderà per combattere l'evasione fiscale e migliorare la qualità degli accertamenti. E' infatti «in corso di perfezionamento», comunica il ministero, un decreto che differisce i termini per la restituzione dei questionari al 30 settembre, in caso di invio mediante posta ordinaria, e al 30 ottobre in caso di consegna su supporto magnetico. Carrozzieri, elettrauto, gom¬ misti e meccanici. Ma anche estetisti, barbieri, restauratori, trasportatori e geometri. E ancora avvocati, ingegneri e commercialisti: sono queste alcune delle categorie per le quali il fisco, in collaborazione con le varie associazioni di categoria, vuole determinare la capacità di produrre redditi mediante appunto gli «studi di settore». E la curiosità dell'amministrazione è notevole: il volume della Gazzetta Ufficiale che, in luglio, ha pubblicato i 14 questionari inviati a chi gestisce queste attività, è composto infatti di ben 400 pagine, spiegazioni incluse. Si tratta dei primi questionari ad essere pubblicati e riguardano le attività «imprenditoriali nel settore dei servizi» e quelle «professionali». Nel complesso l'operazione riguarderà, sino a fine anno, tutti i cinque milioni di lavoratori autononomi che hanno una partita Iva. Quelli del settore dei servizi dovevano essere restituiti entro il 15 settembre, termine che è stato ora prorogato. Non mancano le curiosità. Sono 133, ad esempio, le domande alle quali dovranno rispondere i meccanici e vanno dal numero e dalla qualifica degli operai che lavorano nell'officina a quanti «ungers per rettifica valvole» ci sono, passando per tutta una serie di elementi contabili. E se agli estetisti si chiede il prezzo che si fa pagare per una «depilazione completa», dai restauratori si vuole sapere quale parte dei loro guadagni viene dal lavoro su «mosaici» e quale dalle «opere in gesso» o dai «dipinti su materiale cartaceo o membranaceo». tfr. bu.] Un grosso volume di 400 pagine con tutte le «curiosità» del nostro fìsco COMI SI «CONCORDA» LA PROCEDURA. Potrà essere attivata d'ufficio (con un avviso mandato all'interessato prima della notifica di accertamento) e su istanza del contribuente che ha ricevuto un avviso di accertamento o di rettifica. In questo caso può anche richiedere all'ufficio la formulazione di una proposta di accertamento con l'obiettivo di giungere al concordato. IL CONTENZIOSO. Se al termine della procedura non verrà raggiunto il concordato, al contribuente resterà comunque aperta la strada normale del contenzioso. IL PAGAMENTO. Qualora il concordato vada a buon fine verrà stilato l'atto di adesione motivato, con l'indicazione delle somme da versare, anche ratealmente in un massimo di otto rate trimestrali di pari importo o dodici trimestrali se l'importo supera i 100 milioni. Il ministro delle Finanze Vincenzo Visco apre le «porte» agli evasori

Persone citate: Carrozzieri, Vincenzo Visco, Visco

Luoghi citati: Roma