Parte la carica dei fondi pensione di Ugo Bertone

Adesso si può fare lo pace con il fisco Milioni di italiani interessati alla «previdenza di scorta». Per il mercato sarà una rivoluzione Parte la carica dei fondi pensione Domani il via, 300gestori pronti a scendere in campo MILANO. Per molti versi quella di domani, lunedì 11 agosto, sarà una data storica. Entra nel vivo, infatti, la partita dei fondi pensione. Presso il ministero del Lavoro sarà possibile depositare la domanda per istituire un fondo pensione aperto. Saranno almeno 300 gli operatori che scenderanno in campo e tra loro tutte le grandi banche e le le compagnie italiane e internazionali. Entrano in campo, insomma, i grandi gestori del risparmio e si affiancano ai fondi di investimento che vivono una stagione di straordinario successo. Proprio il declino del «fai da te» e l'avvio dei grandi processi di risparmio è la grande novità della finanza italiana. Con conseguenze enormi per il risparmio degli italiani. Un esempio? Siur Brambilla a Wall Street: Non tutti i risparmiatori hanno guardato con preoccupazione al superdollaro. Senza tener conto di chi ha affrontato da solo l'avventura dei mercati finanziari d'oltreoceano, vuoi azionari od obbligazionari, dalla rilevazione deU'Assogestioni risultano ben 120 mila conti aperti presso i fondi di investimento specializzati in America. Queste famiglie dispongono di un patrimonio, a Wall Street, di poco superiore ai 2500 miliardi. Ed hanno fatto un buon affare, dato che i fondi specializzati sulla Borsa Usa hanno realizzato in un anno un guadagno medio del 59%... Investimenti su misura. Il fenomeno, già oggi, è esteso, dato che i fondi di investimento hanno collocato oltre frontiera il 25% del patrimonio. Molti sottoscrittori di quote, poi, vantano capitali su Wall Street o Francoforte. Dopo tante riflessioni sulla maturazione del risparmio, sembra che le famiglie, favorite dal calo dei rendimento dei Bot, abbiano imparato a diversificare, a costruirsi un patrimonio su misura. Nei portafogli delle famiglie italiane (anche qui si parla di fondi, cui si devono aggiungere le gestioni patrimoniali, le Sicav, gli investimenti diretti) figurano azioni estere per un totale di 43.300 miliardi. Per fare un paragone l'impegno dei fondi in Piazza Affari non superano i 33.600 miliardi. Accanto alle azioni Usa ci sono, ovviamente, investimenti un po' dappertutto: Europa, Giappone, America Latina. E anche Far East. Anzi. Sul fronte del Pacifico le famiglie italiane (più di 150 mila conti aperti, a dimostrazione del fascino dell'investimento esotico) hanno investito 6381 miliardi di lire. Le traversie della Thailandia o della Malaysia hanno toccato molti portafogli di casa nostra... La via obbligata. Bot o Piazza Affari non sono più, insomma, sinonimo di risparmio per centinaia di miagliaia di famiglie italiane. E, in prospettiva, la via dell'internazionalizzazione sembra davvero obbligata, per una gestione prudente delle proprie risorse. E questo, naturalmente, non deve suonare a sfiducia del nostro mercato finanziario, reduce da un'annata ottima e con un listino azionario, al di là delle tempeste estive, che ha discrete potenzialità. Ma non ha senso precludersi le opportunità della finanza globale o limitare i propri investimenti nel catino di Piazza Affari, che pesa solo il 4% sul totale delle Borse mondiali. I mercati globali, così collegati tra loro, richiedono una gestione attenta, sia ner sfruttare le opportunità di guadagno che, soprattutto, per ridurre i rischi. Gestioni e «fai da te» E' un mercato complesso e que- sto spiega (assieme alla prossima riforma fiscale delle rendite finanziarie) la marcia delle famiglie verso il risparmio gestito. I patrimoni affidati ai gestori dei fondi rappresentavano il 15% circa del totale nel '95 contro il 10,9% del '90. Ad una prima stima, si calcola però che ormai si veleggia sul 18-20%. Perché questa ascesa? Nello stesso periodo la propensione al risparmio delle famiglie è scivolata dal 22% dei primi Anni Ottanta al 15%. Gli italiani, insomma, risparmiano meno mentre emergono bisogni nuovi: pensioni integrative, sostegno per l'istruzione dei figli, copertura sanitaria. Decadono intanto gli impieghi tradizionali nei Bot, meno remunerativi, e nelle case, prima vittima dell'inflazione a tasso zero. Di qui la necessità di affidarsi ai professionisti. I fondi pensione, che sono. Adesso, accanto ai fondi di investimento, arrivano i fondi pensioni. E qui occorre distinguere: per i lavoratori dipendenti il primo strumento sarà il fondo contrattuale, tipo quello già attivato dai chimici. Lì confluiranno i contributi dei lavoratori, dei datori di lavoro e quelli derivanti dal tfr. I fondi aperti (quelli che cominceranno l'iter per l'autorizzazione da domani) si rivolgeranno in un primo momento ai lavoratori autonomi. Solo in un secondo momento un dipendente potrebbe decidere di spostarsi da un fondo all'altro. Multicomparto a costo zero. I fondi aperti potranno essere monocomparto o multicomparto. In sostanza, come accade per i fondi di investimento, ci saranno più linee di investimento, dal monetario, all'obbligazionario, all'azionario (italiano ed estero). I costi? L'obiettivo è di muovere migliaia di miliardi, sfruttando i meccanismi fiscali agevolativi previsti dalla legge. Di qui la propensione a tener i costi bassi: niente commissioni di ingresso (o quasi), niente commissioni d'uscita, un contributo annuo per la gestione. Tra bond e bund. Tra fondi pensione e di investi¬ mento, è facile prevedere che nel giro di poche stagioni la finanza italiana sarà in mano di nuovi, potenti signori del denaro. Ma per chi si ostina a far da solo ecco l'alternativa più sicura e facile: i titoli del Tesoro Usa che, soprattutto dopo lo scrollone di venerdì, vantano rendimenti interessanti, anche superiori ai Bot, e alle spalle hanno la forza del dollaro; i titoli tedeschi (meno convenienti, ma con un modesto divario rispetto ai Bot c'è da sfruttare un possibile rimbalzo del marco. Il lotto minimo d'acquisto per un Bond Usa è mille dollari (1,8 milioni circa). Chi punta a un investimento di lungo periodo, dal rendimento interessante (il 6,5 circa), può rivolgersi al T-bond 15 febbraio 2027. In marchi, un decennale rende intorno al 5,5%. Ci sono poi emissioni societarie ancor più interessanti: basti l'esempio del «corporate bond» scadenza 2002 rendimento 7,6% circa. La garanzia? La offre l'emittente, ovvero la Philip Morris. Ugo Bertone COME FUNZIONERÀ' UN FONDO IL FONDO PENSIONE FA GESTIRE I SOLDI RACCOLTI DA UNA O PIÙ', FRA BANCHE, SIM ASSICURAZIONI O FONDI COMUNI COME FUNZIONERÀ' UN FONDO

Persone citate: Brambilla, Philip Morris

Luoghi citati: America, America Latina, Europa, Francoforte, Giappone, Milano, Thailandia, Usa