«Non discriminiamo gli omosessuali» di Ni. Tos.

Intervento del teologo Gino Concetti Intervento del teologo Gino Concetti «Non discriminiamo gli omosessuali» CITTA' DEL VATICANO. I «gay» non devono essere discriminati: padre Gino Concetti, teologo moralista spesso presente su «L'Osservatore Romano» parla apertamente di diritti «che devono essere riconosciuti e rispettati». E anche se non sono quelli, o tutti quelli che i movimenti gay rivendicano, certo si tratta di un linguaggio e di un tono nuovi per la Chiesa. Gli omosessuali, scrive Gino Concetti, devono poter vivere e lavorare senza emarginazioni di sorta in «qualunque settore della società». Ancora: «Possono ricoprire le funzioni della struttura dello Stato e degli Enti locali senza che nei loro riguardi possa essere sollevato alcun pregiudizio a causa della loro condizione sessuale». Lo stesso padre Concetti qualche mese fa aveva pubblicato sul quotidiano ufficioso della Santa Sede un articolo nel quale annunciava che anche i gay possono diventare santi. «I diritti degli omosessuali», si intitola il suo studio attuale, basato su un'indagine approfondita su tutto il vasto patrimonio cristiano, dalla Bibbia fino agl'insegnamenti dell'attuale Papa. Il teologo è giunto alla conclusione che molte delle rivendicazioni del movimento omosessuale sono giuste. Il diritto della persona gay alla tutela fisica e morale, a manifestare liberamente il suo pensiero, ad operare senza discriminazioni di sorta nella società. Alle persone omosessuali il teologo riconosce anche il diritto a formare associazioni, anche se non manca di sollevare alcune riserve di ordine etico per le finalità che si pongono. Sono, invece, da considerare pretese non legittime, secondo la Chiesa, «il diritto a concepire la sessualità come un bene funzionale e di consumo», il «diritto alla convivenza», a «costituire una coppia», ad avere figli, all'adozione. «L'omosessualità, sia latente che dichiarata - ha detto il teologo -, non può costituire motivo di ostracismo da parte del nucleo familiare». Ma i gay non potranno essere sacerdoti. «All'omosessuale non è preclusa, in genere - ha continuato padre Concetti - la via della sacramentalizzazione. Anche il gay dichiarato, purché ne abbia le disposizioni morali, può ricevere battesimo, comunione, cresima, unzione degli infermi. La Chiesa però ha buone ragioni per non ammetterlo al sacramento dell'Ordine. Non si tratta di discriminazione, ma solo di tutelare la dignità dei sacramenti e il bene spirituale dei fedeli. Gli omosessuali, però, possono partecipare attivamente alla vita della Chiesa». Franco Grillini, presidente dell'Arcigay, non crede alle aperture del Vaticano verso gli omosessuali. «Ci fa piacere che le gerarchie ecclesiastiche ci prendano sul serio - commenta - ma non condividiamo una virgola di quello che dicono. Le concessioni tra virgolette del Vaticano non sono reali, ma sono solo una verniciata sulla omofobia vicina al razzismo che lo stesso Vaticano professa a piene mani. La loro idea di omosessualità è rimasta quella biblica che ormai non esiste più da millenni». [ni. tos.]

Persone citate: Franco Grillini, Gino Concetti

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano