Salvi nell'aereo precipitato

Nello schianto del velivolo militare ha perso la vita il navigatore: ferite gravi per i due superstiti Nello schianto del velivolo militare ha perso la vita il navigatore: ferite gravi per i due superstiti Salvi nell'aereo precipitalo Ritrovati dopo 20 ore nei boschi di Latina LATINA. La chiamano la «Valle dell'inferno»: tra le pendici dei monti Erdigheta e Lupone, sui confini delle province di Latina e Roma. E qui è stato davvero l'inferno per i tre militari dell'Aeronautica precipitati l'altro ieri sulla montagna con un Siai-208 durante un volo di addestramento. Nella carlinga è rimasto il corpo senza vita del capitano navigatore Maurizio Poggiali, romano, di 30 anni, mentre i suoi due compagni, il capitano pilota Matteo Pozzoli, trentenne, e il maresciallo di terza classe Ermenegildo Franzoni, 24 anni, specialista di volo, sono stati scaraventati fuori riportando ferite e contusioni, ma salva la vita. «Sentivamo gli elicotteri che ci passavano sopra la testa - ha detto Franzoni al pronto soccorso dell'ospedale Gemelli di Roma dov'è stato ricoverato insieme al suo collega -. Sapevamo che ci stavano cercando, ma non ci ha visto nessuno». La zona in cui è avvenuta la tragedia è tra le più impervie della vallata, a più di due ore di cammino da Norma e Montelanico. I boschi impediscono ogni visibilità, soprattutto in quella zona denominata «I tre confini» perché si trova fra i paesi di Cori, Nonna e Montelanico, nel versante Nord-Est. «L'aereo è precipitato in un fitto bosco - hanno spiegato alla Centrale operativa di Pratica di Mare -, Era quindi pratica¬ mente invisibile dall'alto». Solo le urla disperate di Franzoni sono servite ad attirare, dopo più di venti ore di ricerche, l'attenzione dei soccorritori che li cercavano. «Abbiamo percorso chilometri e chilometri a piedi in montagna - ha spiegato Ascenzo Battisti, uno dei volontari della Protezione civile - sino a quando non abbiamo sentito qualcuno gridare aiuto». Era Franzoni: sotto choc, ha detto solo: «Il capitano è morto da mezz'ora». Più tardi, in ospedale, i medici hanno però riferito di averlo sentito dire che il capitano era morto mezz'ora dopo lo schianto. I soccorritori hanno avvertito via radio gli elicotteri, e un NH-500 del Reparto sperimentale di volo dell'Aeronautica militare ha finalmente avvistato i rottami e i feriti. Ma che cosa è successo al Siai-208 durante quel volo di addestramento svolto, tra l'altro, in una delle giornate più idonee da un punto di vista meteo¬ rologico? Una ipotesi è che, a causa di una perdita di carburante, il pilota volesse «scollinare» per cercare un atterraggio di fortuna subito dopo il monte Erdigheta; la manovra è stata però impossibile in quanto al di là della cima del monte, invece di trovare una zona più pianeggiante, il Siai-208 ha incontrato la cima del monte Lupone e per questo è finito incagliato tra la vegetazione. Una «fortuna» se si pensa che quel punto confina con un canalone dove l'aereo, durante la delicata manovra, sarebbe potuto precipitare. La vegetazione ha dunque attutito l'urto anche se non abbastanza da evitare la morte del capitano Poggiali. La sua salma è stata trasportata con un elicottero all'aeroporto militare di Latina «E. Comani», per poi essere trasferita all'obitorio del cimitero del capoluogo a disposizione della magistratura, per l'autopsia che verrà effettuata domani. Sul luogo dell'incidente si sono recati anche i membri della Commissione d'inchiesta dell'Aeronautica, incaricata di fare luce sulla dinamica dell'incidente. Insieme alla Commissione indaga anche la Procura di Latina. Messaggi di cordoglio sono giunti al capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, generale Mario Arpino, da parte del Presidente della Repubblica Scalfaro, del capo del governo Prodi, dei presidenti di Camera e Senato, Violante e Mancino, e dal ministro della Difesa Andreatta. Il velivolo si era alzato alle 10,47 dall'aeroporto di Pratica di Mare: l'ultimo collegamento via radio solo dieci minuti più tardi all'altezza di Velletri: l'equipaggio informava che l'aereo si sarebbe diretto verso Norma. Da quel momento il silenzio. Vastissime le battute a partire dalle 14,30 in tutta la zona, sia per terra che per aria, sospese solo con il calare della notte. Le ricerche sono poi riprese alle 5,30 di ieri tra le province di Roma e Latina, con epicentro Norma, con quattro squadre composte da carabinieri, Guardia di Finanza, Corpo Forestale, militari dell'esercito della Scuola di artiglieria di Sabaudia e volontari della Protezione civile, coordinati dal comandante dei carabinieri di Latina, colonnello Tomasone. Cristiana Pumpo li velivolo si è abbattuto in un bosco, invisibile agli elicotteri I soccorritori sono stati richiamati dalle urla dell'istruttore