Scandali «un porto al centro di varie inchieste»
Scandali Scandali Un porto al centro di varie inchieste LA SPEZIA. Non è la prima volta che La Spezia finisce al centro di presunti traffici d'armi. In alcune occasioni, con risvolti clamorosi. Il caso più eclatante era scoppiato lo scorso anno e aveva travolto molte persone: tra gli indagati, anche Pierfrancesco Pacini Battaglia. Si era trattato di un «filone armi» all'interno dell'inchiesta «Tangentopoli 2» che aveva portato' nel registro degli indagati molti personaggi famosi. Quell'inchiesta è ancora in corso, anche se il magistrato che la' conduce, Alberto Cardino, ha fatto domanda per passare alla sezione civile del tribunale. Si trattava anche in questo caso di armi destinate alla Libia. Tutto partì due anni fa con l'«Operazione Cargo», un'inchiesta relativa ad un traffico di auto rubate. Dalle intercettazioni messe in atto dagli mquirenti, venne fuori un presunto traffico ben più grave, per armi nucleari e chimiche. Anche recentemente c'era stato un presunto traffico verso la Libia e l'Iraq, con un passaggio in direzione di Napoli; anche in quest'occasione, al centro dell'inchiesta c'era 0 porto della Spezia, con un cargo, come detto, con destinazione Libia. Queste inchieste sono tuttora aperte. Ora però sembra esserci un filo conduttore, sempre verso la Libia, con le ultimissime scoperte fatte dalla Digos. L'operazione va avanti da alcuni mesi e gli mquirenti danno un'enorme importanza al ritrovamento di quel quel robot che sembrava servire per costruire cilindri in lega d'acciaio; in realtà, invece, sarebbe stato destinato verso la Libia. Secondo la Digos, c'è più di un sospetto che dietro l'affare si possa nascondere lo stesso leader libico Gheddafi. [c. g.] Il leader libico Gheddafi. Il traffico d'armi scoperto a La Spezia aveva come destinazione il suo Paese
Persone citate: Alberto Cardino, Gheddafi, Pierfrancesco Pacini Battaglia
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