«Dalla Spezia missili per Gheddafi»

Secondo rivelazioni raccolte da «Stern» il leader libico sta progettando di costruire una super-arma a lunga gittata con cui lanciare bombe chimiche fino in Israele Blitz della Digos, sequestrato un robot di fabbricazione tedesca. Coinvolte 3 società italiane «Dalla Spezia missili per Gheddafi» Sventato un traffico d'armi, sette in manette LA SPEZIA. Un presunto traffico di armi verso la Libia e l'Iraq è stato scoperto dagli uomini della Digos di Genova e La Spezia. Si tratta di un'operazione che potrebbe avere ripercussioni notevoli. Per il momento sono state denunciate sette persone, ma l'inchiesta è ancora in corso e potrebbe allargarsi. L'accusa è di illecita esportazione di materiale a duplice uso. Gli inquirenti della Digos, dopo indagini che duravano da diversi mesi, hanno sequestrato un'apparecchiatura che dall'Austria era diretta in Libia via mare, con partenza dallo scalo della Spezia. I macchinari, smontati in numerosi pezzi per essere poi riassemblati nel Paese di destinazione, una volta ricomposti potevano servire anche per costruire missili nucleari e armi chimiche. Si tratta di un prodotto di fabbricazione tedesca - un «Flow Forming Machine», modello 450 DV - una specie di robot alto più di quattro metri e largo due, il cui valore si aggira sui due miliardi di lire. Il suo utilizzo ufficiale è quello di produrre cilindri in lega d'acciaio poi utilizzabili per costruire trivelle per il petrolio, ma può servire anche per fabbricare missili. Alcune informazioni sulla possibile destinazione di questo macchinario erano state pubblicate a giugno dal settimanale tedesco «Stern» in un articolo nel quale si riferiva che Muammar Gheddafi sta costruendo un nuovo super missile con il quale può lanciare bombe chimiche fino in Israele. Il sequestro è avvenuto al terminal della Tarros della Spezia, che era all'oscuro di quanto stava accadendo. I pezzi smontati del macchinario si trovavano nascosti in tre container. Erano infatti mischiati ad altro materiale registrato in partenza per la Libia, tutto tra il 2 e il 4 giugno. Un'altra parte del macchinario è stata invece sequestrata altrove, in un deposito in provincia di Parma. In seguito alla scoperta sono stati denunciati i titolari della ditta «Tecnica Export» di Piacenza: Alberto Malvermi, di 51 anni, Carlo Maggi, di 49, e Fausto Casalini, di 46 anni, tutti residenti a Piacenza. Insieme a loro è finito nei guai anche Carlo Massini, 52 anni, abitante a Tripoli, che è il rappresen¬ tante della ditta emiliana in Libia. Una denuncia è scattata anche nei confronti di tre spezzini, originari di Lodi, Mauro Toti, 52 anni, e i figli Marco, ventunenne, ed Andrea, di 23, tutti residenti nella frazione di Ameglia, in provincia della Spezia. Toti è titolare della ditta «An.Ma.» della Spezia, specializzata nella manutenzione di pozzi petroliferi. Lo stesso Toti farebbe però capo a un'altra ditta di Gela, la «Gela Montaggio srl» che si occupa di tecnologie per l'estrazione del petrolio. A giudizio degli investigatori della Digos, proprio quest'ulti¬ ma società sarebbe servita come paravento per garantire l'esportazione illegale dei macchinari. Secondo la ricostruzione fatta dagli «007», i macchinari fabbricati dalla società tedesca - la «He H Metalform» - sarebbero dovuti arrivare in Libia attraverso un complicatissimo «tour», passando anche attraverso la Bulgaria e toccando poi l'Austria. Le autorità austriache avevano però negato ogni autorizzazione ed è stato a questo punto che sarebbero entrate in ballo la ditta spezzina e quella emiliana. Carlo Galazzo Secondo rivelazioni raccolte da «Stern» il leader libico sta progettando di costruire una super-arma a lunga gittata con cui lanciare bombe chimiche fino in Israele Un'immagine del porto della Spezia. Lo scalo ligure sarebbe il terminale di un traffico d'armi

Persone citate: Alberto Malvermi, Carlo Galazzo, Carlo Maggi, Carlo Massini, Casalini, Gheddafi, Mauro Toti, Muammar Gheddafi, Stern