Arafat chiede aiuto a Saddam

Proprio nel giorno dell'arrivo del mediatore americano Ross mossa clamorosa del leader palestinese Proprio nel giorno dell'arrivo del mediatore americano Ross mossa clamorosa del leader palestinese Aroffot chiede aiuto a Saddam «Anche l'Iraq al vertice anti-israeliano» RAMALLAH DAL NOSTRO INVIATO Arafat chiama Saddam nel giorno in cui l'inviato americano Dennis Ross arriva in Medio Oriente. Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese ha presieduto ieri mattina a Ramallah una riunione plenaria del Consiglio legislativo. Appena chiusi i lavori, si è presentato davanti alle telecamere ed ha annunciato una «proposta congiunta» per indire un summit inter-arabo sulla crisi nella regione, dovuta allo stallo dei negoziati di pace. «Credo sia giusto ascoltare tutti i Paesi arabi sull'attuale crisi», ha detto Yasser Arafat, precisando di «avere al fianco in questa iniziativa il presidente iracheno Saddam Hussein e lo sceicco dì Abu Dhabi Ziad ibn Sultan an-Nahayan». Fonti diplomatiche irachene fanno notare che «è la prima volta che Saddam Hussein viene invitato a prendere parte alla discussione del processo di pace». Lo stesso Saddam infatti più di una volta negli ultimi due anni, nel tentativo di rompere il suo isolamento internazionale, aveva fatto sapere per canali indiretti a Israele e Stati Uniti di essere pronto a dire la sua sulla pace, non ottenendo però mai ascolto. Ora è Arafat in persona a chiamarlo in causa, a neanche un mese dal discorso in cui Saddam disse di «essere pronto a fare ciò che il popolo palestinese chiede all'Iraq». Arafat, che sostenne apertamente Baghdad durante tutta la guerra del Golfo, offre così al rais la possibilità di uno «sdoganamento» politico. E trova ascolto negli Emirati del Golfo, dove un rafforzamento dell'Iraq viene da molti auspicato per bilanciare la crescente influenza dell'Iran degli ayatollah. Arafat ha giustificato la richiesta di un summit arabo spiegando che «gli accordi con Israele non sono bilaterali ma coinvolgono l'intera comunità internazionale che li garantì: gli Usa, la Russia, l'Europa, il Giappone, la Giordania e l'Egitto». «Noi voghamo che tutti ci aiutinola salvare il processo di pace», ha-aggiunto il presidente dell'Anp sottolineando «l'importanza della mediazione dell'inviato europeo Miguel Angel Moratinos». Insomma, nel giorno dell'arrivo di Dennis Ross, Arafat ha voluto chiarire che gli Stati Uniti non sono gli unici garanti del processo di pace anche se «offriremo la massima collaborazione a Ross». L'inviato Usa, giunto ieri sera a Gerusalemme, incontrerà oggi Netanyahu, Arafat ed il presidente israeliano Ezer Weitzman. Giovedì Neta nyahu vedrà re Hussein. La dura ta della missione di Ross - che sarà accompagnato da Moratinos - è incerta ma l'obiettivo è ricucire la trattativa per rendere possi bile un incontro a fra Arafat, Netanyahu e il segretario di Stato Albright a fine mese. Di fronte al Consiglio legislativo, Arafat ha accusato Netanyahu di «voler uccidere la pace» ammonendolo pubblicamente a «non dimenticare che noi palestinesi siamo un popolo di eroi». Arafat ha ripetuto quest'ultima frase per quattro volte davanti all'assemblea, che l'ha applaudito a lungo. Sempre da Ramallah, nel pomeriggio, è trapelata la decisione da parte del gabinetto dell'Anp di iniziare (ma non è chiaro da quando) ad arruolare, per un periodo da sei a dodici mesi, ragazzi e ragazze che abbiano terminato il corso di studi superiore. «Dobbiamo difendere la nostra terra», ha aggiunto una fonte pa- lestinese dell'Orient House, spiegando la decisione che di fatto apre le porte alla costituzione di un esercito di leva dell'Anp, non previsto dagli accordi di Oslo. D'altra parte Arafat ha ribadito però che «la scelta della pace da parte dei palestinesi, come degli arabi, è una scelta strategica». Netta invece la replica ad ogni accusa di connivenza col terrorismo: «Nessun presidente al mon¬ do si occupa di terrorismo quanto me, che ho incontri quotidiani con i responsabili della sicurezza», ha detto Arafat alla Cnn, svelando anche di «essere stato informato da alti ufficiali israeliani che i due kamikaze di Gerusalemme sono giunti dall'estero». «Ogni Paese della regione - ha concluso - ha dei terroristi in casa». In Libano intanto si continua a combattere. Dopo il blitz a Sud di Beirut di venerdì contro le basi del «Fronte» di Aluned Jibril (4 vittime), ieri i caccia israeliani hanno bombardato i campi degli Hezbollah a Janta, nella valle della Bekaa ai confini con la Siria, uccidendo un guerrigliero e ferendone altri due. Duri scontri anche a ridosso del confine Libano-Israele. Maurizio Molinai-i Arruolati ragazzi e ragazze dopo gli studi, ma è vietato dagli accordi di Oslo «Netanyahu vuole uccidere la pace» Ancora scontri e raid in Libano Sud Il leader palestinese Arafat ha lanciato di nuovo pesanti accuse agli israeliani mentre inizia la difficile mediazione di Ross Saddam Hussein ha già offerto l'aiuto iracheno ai palestinesi contro Israele