La Consob cambia strategia

Nuove regole per gli investimenti con un occhio speciale per i derivati Nuove regole per gli investimenti con un occhio speciale per i derivati La Consob cambia strategia «Meno vincoli e maggiori controlli» MILANO. Nuova linea della Consob di Tommaso Padoa-Schioppa per la riforma dei servizi di investimento. D'ora in poi non ci saranno più disposizioni minuziose mirate a regolare ogni singolo dettaglio, ma poche norme di contenuto generale con gli intermediari lasciati liberi di trovare i mezzi più adatti a raggiungere i fini previsti dalla legge e disposizioni precise per la garanzia dei risparmiatori. E' questo il senso del «Nuovo schema di regolamento concernente la prestazione dei servizi di investimento» inviato dalla Commissione per il controllo della Borsa per un parere alle associazioni degli intermediari mobiliari. Il testo rappresenta un rovesciamento rispetto alla bozza sottoposta alle associazioni tra il dicembre '96 e l'aprile '97, quando era presidente Enzo Berlanda, anche se in una lettera di accompagnamento Padoa-Schioppa precisa che la Consob «non ha compiuto una scelta tra due possibili impostazioni» e quindi «il testo più ampio che ha formato oggetto di precedenti consultazioni non viene ritirato». La bozza introduce numerosi elementi di novità rispetto alle norme in vigore. Fra quelli per la tutela di chi investe, spicca la proposta secondo cui «gli intermediari autorizzati informino prontamente e per iscritto l'investitore appena le operazioni in strumenti derivati da lui disposte per finalità diverse da quelle di copertura abbiano generato una perdita, effettiva o potenziale, superiore al 50% del valore dei mezzi costituiti a titolo di provvista e garanzia per l'esecuzione delle operazioni». Inoltre, il «Nuovo schema» fissa i «parametri oggettivi di riferimento» cui commisurare i risultati delle gestioni di risparmio; disegna una disciplina dei conflitti di interesse giocata sulla completa informazione per l'investitore; suggerisce l'istituzione della «dichiarazione sui rischi dell'investimento finanziario»; l'obbligo degli intermediari di documentare gli ordini telefonici attraverso registrazioni su nastro. La nuova bozza è anche come dimensioni molto diversa dalla precedente: 36 articoli contro 64, 24 pagine contro 79. Tanta snellezza non andrebbe però, in caso di scelta di questa impostazione, a scapito dell'obiettivo principale, ossia la tutela degli investitori. «La Consob, nell'esercizio della vigilanza - scrive Padoa-Schioppa - verificherebbe che presso ciascun intermediario esistano o siano predisposte regole interne di dettaglio che siano idonee a conseguire le finalità dell'ordinamento e siano effettivamente rispettate». Queste regole interne «verrebbero considerate dalla Consob come mezzi per conseguire un fine piuttosto che come obiettivi in se stesse». Tutto ciò, sostiene PadoaSchioppa, avrebbe due vantaggi. In primo luogo l'accento messo «sul¬ l'autodisciplina rispetto all'eterodisciplina: adeguate disposizioni interne sono da considerare rispondenti innanzitutto all'interesse dell'intermediario che le adotta». In secondo luogo, si legge ancora nella lettera, il nuovo metodo consente che l'evoluzione e la sperimentazione di metodologie nascano più efficacemente dall'interno del mer- cato». Sul conflitto di interesse la bozza stabilisce che «gli intermediari autorizzati non possono effettuare operazioni con o per conto della propria clientela se hanno direttamente o indirettamente un interesse in conflitto nell'operazione, a meno che non abbiano preventivamente informato per iscritto il cliente». Sopra, il presidente della Consob Tommaso Padoa-Schioppa A sinistra, il suo predecessore Enzo Berlanda

Persone citate: Enzo Berlanda, Padoa-schioppa, Tommaso Padoa-schioppa

Luoghi citati: Milano