Bombe alle porte di Beirut
Katiuscia su una sinagoga dell'Alta Galilea, caccia colpiscono in Libano. Prodi chiama Mubarak e Arafat Katiuscia su una sinagoga dell'Alta Galilea, caccia colpiscono in Libano. Prodi chiama Mubarak e Arafat Bombe alle porte di Beirut Israele risponde ai razzi Hezbollah TEL AVIV DAL NOSTRO INVIATO L'inviato di Clinton per il Medio Oriente, Dennis Ross, arriva questa sera a Gerusalemme mentre alla pesante crisi israelo-palestinese si aggiunge un aggravamento del confronto militare in Libano. Ad aprire le ostilità, ieri, è stata una nuova salva di Katiuscia contro l'Alta Galilea (dove si donne nei rifugi già da tre giorni). Uno di questi ha centrato la sinagoga «Shaar ha-Shamaim» di Kyriat Shmona pochi minuti dopo che i fedeli avevano terminato la preghiera mattutina. Solo una donna è rimasta ferita, ma poteva essere una strage. Si tratta del primo attacco contro la cittadina di frontiera degli ultimi 16 mesi e il ministro della Difesa di Gerusalemme, Yitzhak Mordechai, ha chiamato in causa «gli Hezbollah ed il governo del Libano» per «aver violato gli accordi sottoscritti dopo l'Operazione Furore» per evitare il coinvolgimento di civili al confine fra i due paesi. Ed il portavoce di Nethanyahu, David Bar Ilan, ha aggiunto: «I terroristi che hanno tirato i razzi hanno agito per conto della Siria». Gli Hezbollah, per la prima volta, hanno ufficialmente negato, con un comunicato da Beirut, di essere responsabili dell'attacco pur «non rinunciando ad usare i Katiuscia in futuro». La risposta militare di Israele comunque non si è fatta attendere: poco prima del tramonto due caccia hanno lanciato un blitz contro Naameh, a soli 15 chilometri a Sud di Beirut. Più missili hanno colpito le basi del Fronte di Liberazione della Palestina - Comando Generale, l'organizzazione palestinese avversaria di Arafat e filo-siriana, guidata da Ahmed Jibril. Sale dunque la tensione fra Israele e Siria, anche se ieri proprio a Damasco è arrivata una delegazione : di 42 arabo-israeliani, che hanno détto di essere stati «ricévuti con calore» dalle autorità siriane. Nei prossimi giorni la delegazione do vrebbe incontrare il presidente Hafel el-Assad. Benjamin Netanyahu e Yasser Arafat sono impegnati a definire gli ultimi dettagli degli incontri con Ross. Il premier israeliano ha riunito il suo gabinetto ristretto per affrontare anche l'annunciata richiesta americana di congelare gli insediamenti. Secondo alcune indiscrezioni, il governo - grazie ad un team di esperti del ministe ro di Grazia e Giustizia - sta lavo rando ad una «bozza segreta» sullo status finale dei Territori che prevede il trasferimento degli insediamenti dalle aree della West Bank e Gaza che saranno assegna te ai palestinesi a quelle assegnate agh israeliani ovvero la possibi lità per i coloni di rimanere sotto sovranità dell'Anp. Si tratta di una rilettura del «Piano Allon» degli Anni Settanta, destinata a sollevare numerose proteste fra i coloni. Proprio per ammorbidire l'ala destra della sua coalizione, il ministero della Difesa ha autorizzato la costruzione di 19 nuove unità abitative nel quartiere ebraico «Avraham Avinu» di He- bron. Yasser Arafat vede questa mattina a Ramallah l'intero Consiglio Legislativo dell'Anp, che dovrebbe riuscire a riunirsi anche grazie ad un allentamento ad hoc del blocco dei Territori decretato da Israele (già ieri sera Nablus, Gerico e il ponte di Allenby con la Giordania erano stati aperti). Fra i palestinesi c'è forte attesa per Ross. «Abbiamo fiducia nell'America, l'unica che può riuscire a smuovere Israele» ha dichiarato ieri Saeb Erkat, figura emergente nei negoziati per l'Anp. «Speriamo che Dennis Ross ce la faccia» gli ha fatto eco il ministro israeliano Mordehai. Ma a dispetto delle buone intenzioni la missione di Dennis Ross si presenta difficile. I due incontri con Nethanyahu ed Arafat rischiano di naufragare se non verranno accettati i principi e le procedure negoziali indicati dal Segretario di Stato, Madeleine Albright, su tre punti: lotta al terrorismo, niente iniziative unilatera¬ li (leggi insediamenti), atti di pace. Proprio per facilitare la missione americana ieri il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha telefonato a Yasser Arafat, al presidente egiziano Mubarak ed al principe giordano Hassan. Nei colloqui «tesi a favorire il dialogo e la collaborazione» Prodi ha riferito anche i contenuti degli incontri da lui avuti giovedì a Tel Aviv e Beirut con i due primi ministri. Maurizio Molinari Arriva a Gerusalemme l'inviato di Clinton Netanyahu prepara altri insediamenti a Gerusalemme
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