Bosnia l'allarme di Holbrooke
Gli Usa temono di non riuscire a ritirare le truppe entro il prossimo anno Gli Usa temono di non riuscire a ritirare le truppe entro il prossimo anno Bosnia, l'allarme di Holbrooke «Gli accordi di Dayton sono in pericolo» ZAGABRIA^ NOSTRO SERVÌZIO Nell'ultima tappa del suo viaggio nei Balcani, il supcrmediatore statunitense Richard Holbrooke ha incontrato a Belgrado il presidente jugoslavo (Serbia e Montenegro) e l'opposizione serba. Prima di partire, l'inviato di Washington ha detto: «Lascio questo paese con la .sensazione che anche se dei progressi sono stati fatti siamo ancora indietro sui tempi di attuazione dell'accordo di Dayton». La Casa Bianca è preoccupata del fatto che se le clausole dell'accordo non verranno messe in pratica, sarà molto difficile che l'anno prossimo - come previsto si possa ritirare dalla Bosnia il contingente di 30.000 uomini messo in campo dalla comunità internazionale sotto la guida Nato - tra i quali oltre 8.000 soldati Usa - e teme un riesplodere del conflitto che sarebbe devastante per la fragile stabilità della regione. Al termine delle trattative finite all'alba di ieri con musulmani, serbi e croati di Bosnia, Holbrooke ha ottenuto successo nella questione degli ambasciatori, nell'istituzione di una rete di telecomunicazioni unica per tutto il Paese e nella costituzione di una commissione militare congiunta, ma non è riuscito a convincere le tre parti a mettersi d'accordo sulla moneta unica e sull'aspetto della futura bandiera bosniaca. Le 33 sedi diplomatiche che Sarajevo ha aperto all'estero d'ora in poi verranno ripartite tra 13 ambasciatori musulmani, 11 serbi e 9 croati, ma nel Paese continueranno a circolare soldi diversi a seconda dei territori, mentre ognuno dei tre popoli continuerà a sventolare gli stendardi nazionali, violando così apertamente gli accordi di Dayton. Prima di lasciare Sarajevo Holbrooke e l'attuale inviato speciale del presidente Clinton, Gelbard, hanno tenuto una conferenza stampa. «Per gli Stati Uniti e per la comunità internazionale è del tutto inaccettabile la proposta di fare un eventuale processo contro Karadzic a Pale» ha dichiarato Holbrooke, respingendo così la richiesta fatta da Momcilo Krajisnik membro serbo della presidenza collegiale bosniaca, che ha invitato i giudici del tribunale internazionale dell'Aja a venire nella Republika Srpska per interrogare l'ex leader serbo-bosniaco. Lo stesso Karadzic, che la corte ha incriminato di genocidio, ha detto in una recente intervista di essere pronto a rispondere ai giudici, ma rimanendo a casa sua. «Karadzic deve presentarsi davanti al tribunale dell'Aja» è stato categorico Holbrooke. Subito dopo la delegazione americana si è recata a Banja Luka dove ha incontrato la presidente dell'entità serba di Bosnia, Biljana Plavsic. Si è trattato di un chiaro segnale di appoggio alla Plavsic impegnata in un duro braccio di ferro con l'ex presidente serbo-bosniaco Karadzic e i suoi seguaci capeggiati da Krajisnik. «Ci ha detto di essere a favore della democrazia, di uno Stato di diritto, e di una Bosnia Erzegovina unica fatta da due entità che devono essere trattate equamen¬ te. Questa è la sostanza di Dayton» ha detto Holbrooke. Da parte sua Biljana Plavsic si è dichia- rata pronta a rispettare gli accor- di di pace, perché in questo modo potrà assicurare la prosperità economica al suo popolo. Secondo fonti americane Holbrooke si sarebbe impegnato a fornire nove milioni di dollari in aiuti alle cinque province della Bosnia occidentale controllate dalla Plavsic. Ingrid Badurina
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