La maxitangente coinvolge lo Ior di Giovanni Bianconi
La maxitangente coinvolge lo Ior La maxitangente coinvolge lo Ior La banca vaticana incassò i Cct di Bonifaci rimanesse in carcere c'è il pericolo di macinamento delle prove, e lo stesso discorso vale per Bonifaci. Martedì, davanti al tribunale della libertà, si discuterà l'istanza di scarcerazione presentata dal costruttore romano. Anche per lui la procura ha detto no, spiegandolo con la necessità di proseguire indagini che appaiono complesse e potrebbero essere intralciate dagli interessati. Anche perché - sottolineano i pubblici ministeri - Bonifaci s'è ben guardato dal rivelare la «reale natura» dei suoi rapporti «con Melpignano, con l'Eni e con le Ferrovie dello Stato». Ecco dunque i collegamenti legati agli interrogativi iniziali. Che agganci aveva, Bonifaci, con quegli enti in cui Melpignano voleva mettere un piede? Come faceva a facilitarlo per entrare tra i revisori dei conti della Tav e delle società costituite per le tratte ferroviarie Bologna-Firenze e Milano-Napoli, come risulta dai documenti sequestrati nel suo studio? E che c'entrava lui con l'Eni? Quelle carte ricollegano questa franche di inchiesta con quella nata alla Spezia un anno fa e approdata anch'essa a Perugia, che vede tuttora coinvolti Pacini Battaglia, Lorenzo Necci, Emo Danesi e di nuovo alcuni magistrati, fra cui Orazio Savia. All'attività di Savia e di altri giudici è legata pure la rilettura anch'essa in corso - delle inchieste romane sui «palazzi d'oro», in cui furono coinvolti molti costruttori tra cui Bonifaci e Mezzaroma, indagati in questo procedimento, Caltagirone, finora testimone, e altri. Nel rapporto del Ros viene ri- costruita l'attività di quella che sarebbe una vera e propria lobby dei «palazzinari», che si adoperò in tutti i modi per uscire indenne dalle inchieste dei primi anni Novanta. E s'è scoperto, ad esempio, che agli interrogatori davanti al pm romano Vinci, Bonifaci rispondeva con Melpignano al suo fianco, presente in veste di avvocato anche se il costiuttore era solo un testimone. Ma gli intrecci della ragnatela non finiscono qui. Un ulteriore liIone d'indagine riguarda la compravendita del quotidiano romano Il Tempo, passato da Caltagirone a Bonifaci. E' del 23 giugno scorso la delega affidata dalla procura ai Ros, con il fine di «ricostruire le contrastanti dichiarazioni rese da Bonifaci e da Francesco Gaetano Caltagirone in merito alla cessione della testata». Alcune intercettazioni nello studio di Melpignano, che curò la compravendita, hanno fatto nascere dubbi su quell'operazione: il sospetto è che anche da lì sia passato il tentativo di «lavare» un po' di miliardi provenienti dalla maxi-tangente Enimont. Giovanni Bianconi Per un errore, ieri è stata pubblicata la foto di Mario Almerighi, giudice del tribunale di Roma, al posto di quella del costruttore Renato Armellini. Ce ne scusiamo con gli interessati e con i lettori.
Luoghi citati: Bologna, Caltagirone, Firenze, Melpignano, Milano, Napoli, Perugia, Roma
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