Ciclone estivo su dollaro e Wall Street

Il biglietto verde ritorna sotto le 1800 lire. Tutte le Borse cadono insieme con New York Il biglietto verde ritorna sotto le 1800 lire. Tutte le Borse cadono insieme con New York Ciclone estivo su dollaro e Wall Street E la Bundesbank annuncia: potremmo aumentare i tassi MILANO. Alle cinque della sera, l'ora del tè, l'ora della chiusura dei mercati finanziari in Europa, il dollaro scende, di colpo, quasi un capitombolo. E così la lira torna sotto le 1800, per qualche attimo addirittura a 1794,50, e il marco recupera quota 1,84. Scivola, scivola, Re Dollaro, alle cinque della sera. Succede tutto all'improvviso, dopo un venerdì cominciato così così, con yen, marco, lira in recupero sulla moneta Usa, continuato maluccio con le Borse, tutte le Borse, che fiutano l'aria di ribasso che tira (forte) a Wall Street con un ribasso dell'1,91% e s'adeguano (Parigi -1,97%, Londra -1,10%, Francoforte -1,3 per cento, Zurigo -0,9%, Milano -1,69%) e finito male per Wall Street (tornata sotto quota 8000 per poi riprendere quota) ma benone per marco e lira. E' successo. Come in molti avevano previsto persino nei giorni più neri, quelli della lira più vicina a 1850 che a 1830 e il marco prossimo all' 1,90 : va su il dollaro, va su, va su - dicevano ma poi, un giorno, scenderà. Certo, un giorno. Ma vallo a immaginare, in quelle ore nelle quali marco, lira, franco, yen sembrano fuscelli travolti dalla piena, che il giorno del recupero era più vicino di quanto si poteva pensare: alzi la mano chi si aspettava la lira sotto le 1800 lire tre, quattro giorni fa quando quotava 1842, 1847 per un dollaro e la benzina aumentava a colpi di 5 lire. No, non se l'aspettava nessuno. Nemmeno in Germania dove, pure, la potente Bundesbank ostentava sicurezza evitando d'intervenire come molti temevano: aumentare i tassi? Ma via, come si fa? - era la risposta a senso unico che arrivava da Francoforte o da Bonn, le cittadelle del potere economico e politico - come si fa con una disoccupazione che a luglio è aumentata rispetto a giugno? E invece, ieri, alle cinque della sera, proprio dalla Bundesbank è arrivata la spallata a Re Dollaro. «La corsa del biglietto verde ha modificato lo scenario monetario tedesco», ha fatto sapere in un'intervista all'aufrevole quotidiano finanziario «Boersen Zeitung» il capo econo¬ mista della banca centrale tedesca Otmar Issing, non il governatore d'accordo ma pur sempre membro autorevole dell'istituto. Quel che è peggio, ha aggiunto Issing, «in Germania i prezzi stanno andando nella direzione sbagliata» e cioè verso l'alto anziché verso il basso. E così, tra effetti del superdollaro e paura di una nuova inflazione, ecco che Issing non esclude più quello che fino a ieri gli gnomi di Francoforte negavano: «La Bundesbank potrebbe cambiare politica in caso di necessità». Cambiare politica: apriti cielo. Un attimo e le parole di Issing al «Boersen Zeitung», anticipate da tutte le grandi agenzie di stampa, vengono tradotte dagli addetti ai lavori nell'unico modo possibile e cioè che la Buba, se sarà il caso, è pronta ad alzare i tassi tedeschi. Basta e avanza, la minaccia, a convincere gli ultimi indecisi: via, meglio vendere dollari, meglio monetizzare subito piuttosto che aspettare, se la Buba aumenta i tassi, il dollaro rischia il tonfo. E così, ecco spiegato il perché, alle cinque della sera, Re Dollaro scivola su una buccia di banana mollando la presa su lira, marco, yen, liberi di volare, la sera, a 1801 lire, a 1,8460 marchi e a 114,55 yen. Issing e i suoi «messaggi», ma non solo Issing. A far scendere il dollaro a più miti consigli, spiegano gli analisti, c'è un insieme di cause: l'ondata di realizzi e il forte ripiegamento della sterlina dopo l'aumento al 7% del tasso base deciso giovedì dalla Banca d'Inghilterra. Un venerdì nervoso, insomma, e non solo sui mercati valutari. Anche Wall Street ha fatto la sua parte, accentuando un ripiegamento (che è arrivato fino a 200 punti) che ha messo in allarme le Borse europee, Piazza Affari compresa che dopo il quasi record di due giorni fa, rovinato dalla falsa voce sulla morte di Kohl, ieri ha ceduto l'I,69% con l'Eni e Telecom, le due grandi, giù del 3,55% e del 3,32%. E se, in Borsa, si è fatto sentire l'effetto Wall Street, per i Btp la paura di un rialzo dei tassi ha fatto 135,40, 24 centesimi in meno. Armando Zeni LA MAPPA DEI PREZZI COMPAGNIA SUPER SENZA PIOMBO AGIP PETROLI 1930 1840 IP 1930 1840 ESSO 1930 1840 Q8 1935 1845 TAMOIL 1935 1845 API 1935 1845 ERG 1935 1845 SHELL 1930 1840 FINA 1930 1840 1850 1825-1 1800 LA CALDA ESTÀ DEL B.OLIETTO VERDE „^ mUJSS. irarai »W W# 183o;r* «lEsSSSLMwr 17*1,94 1775 1750

Persone citate: Issing, Kohl, Otmar Issing, Zeni