«In Somalia solo violenze isolate» di Flavia Amabile

3 Scagionati i generali Loi e Fiore, «ma in alcuni casi c'è stata omertà in seno alla Folgore» «In Somalia solo violenze isolale» Gallo presenta a Prodi i risultati dell'inchiesta ROMA. Assolti i generali Bruno Loi e Carmine Fiore. Condannati ufficiali o giovani sottufficiali per «omesso controllo» e perché «la tolleranza, la partecipazione anche passiva è indice di un'etica di basso livello non lontana da comportamenti razzisti». Condannati, ancor di più, tutti coloro che sono stati coinvolti in episodi che, anche se «isolati», possono comunque «rientrare a buon diritto nella casistica degli atti di tortura». Questo è il giudizio espresso dalla commissione Gallo, dopo un mese e mezzo di lavori e oltre 140 interrogatori, in una relazione di 46 pagine consegnata ieri al Senato. Nella relazione non ve ne è parola, ma Ettore Gallo, presidente della Commissione, è convinto che sull'intera vicenda pesino alcune ombre. Il presidente Gallo ha sottolineato che in un rapporto dei servizi segreti italiani è emerso come «a livello internazionale ci siano stati potentati e gruppi di pressione che hanno avuto interesse a separare l'Italia dalla Somalia». Quanto alla brigata Folgore, anche in quel caso assoluzione a metà. «Ne è uscita bene», ha commentato il presidente della commissione, Ettore Gallo. Ma è stata Tullia Zevi, a sottolineare l'inadeguatezza della Folgore rispetto all'incarico affidatole. «Sono corpi preparati a agire contro un nemico. Oggi, invece, c'è sempre più bisogno di corpi di pace, con maggiore conoscenza dei diritti umani e dei Paesi in cui si va a operare». Proprio il forte spirito di corpo è stata la principale difficoltà incontrata dalla commissione - ha sottolineato Tullia Zevi - per la forte «reticenza» incontrata nelle prime settimane di lavori. In futuro, conclude Tullia Zevi, oltre a una diversa formazione dei militari sarà anche opportuno prevedere la presenza di un magistrato durante le operazioni per garantire un intervento immediato in caso di illeciti. È' una «cosa vergognosa», si è «insabbiato tutto», sono state le critiche rivolte ieri dal presidente della comunità somala in Italia, Fatuma Hagi Yassin, ai risultati della commissione. Per nulla soddisfatti, anche i legali di Valerio Ercole. «Le conslusioni si basano solo sulle dichiarazioni di Patruno e dalle anticipazioni di stampa emerge che il presunto torturato somalo non si è neppure presentato a rispondere alla commissione». I maltrattamenti: una consuetudine. «Si tratta di comportamenti che in talune drammatiche circostanze erano purtroppo generalizzati; tanto che la presenza di sottufficiali o ufficiali subalterni, talvolta partecipanti, o comunque indifferenti, legittimava nella truppa una falsa opinione di eccezionale liceità. Bruciature di sigarette e lividi sul corpo dei prigionieri somali, sia pure indiziati di reati comuni, sono stati sicuramente rilevati dal medico veterinario Luca Cierro... Certo, l'ufficiale in parola non ha visto infliggere le lesioni, ma non è senza significato che il maresciallo Valerio Ercole, ai rilievi dell'ufficiale medico abbia replicato: stia tranquillo dottore, che tanto sul corpo dei neri i lividi non si no- tanoi». Il caso dei cavi elettrici. «La Commissione ritiene veritiera la deposizione di Patruno che non avrebbe motivo per sostenere un comportamento pregiudizievole per il compagno d'armi, non essendo emersa fra i due alcuna ragione di animosità. Tuttavia, essendovi in corso accertamenti presso l'autorità di Livorno, spetterà a quest'ultima la definitiva decisione sul caso». La somala stuprata con il bengala. «Il fatto si è verificato nei crudi termini in cui lo ha descritto, anche se perpetrato con l'animo di compiere una atroce beffa, inammissibile per chi possegga un minimo senso di civiltà e umanità». A causa dell'«omertà» del corpo, non «è stato possibile identificare gli autori materiali del fatto e stabilire quale comandante o vice comandante abbia assunto in esso responsabilità causale per non avere impedito l'evento che aveva l'obbligo giuridico di impedire». La violenza carnale di gruppo sulla somala Fatima. «La Commissione ha riportato una buona impressione della modestia e compostezza con cui la giovane si è presentata. Ella soltanto ora ha indicato quattro testimoni somali che avrebbero assistito al suo rapimento... ma non ha dato di essi precisi indirizzi sicché non si è potuto sentirli... il generale Loi nella sua audizione si è mostrato scettico perché conosce il Sabia (il maresciallo accusato dello stupro, ndr) e ha di lui la massima considerazione, ritenendolo incapace di atti di violenza del genere, specie su di una somala indifesa». Flavia Amabile A sinistra l'ormai celebre foto della tortura con gli elettrodi pubblicata da Panorama REPORTAGE ILMUilSfH© E GLI UFFICIALI

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