«E ora reintegriamo Loi e Fiore» di Daniela Daniele
Ma verdi e Re: gravi episodi di violenza che coinvolgono l'intero esercito Ma verdi e Re: gravi episodi di violenza che coinvolgono l'intero esercito «E ora reintegriamo Loi e Bore» 11 Polo: il governo li risarcisca ROMA. Le conclusioni della commissione d'inchiesta sulle presunte torture da parte dei soldati italiani in Somalia hanno risvegliato il clima afoso e un po' sonnolento dell'estate romana. Il primo a commentare la relazione è stato il capogruppo del ccd alla Camera, Carlo Giovanardi. Ha chiesto il reintegro immediato dei generali Loi e Fiore. «I risultati della commissione - ha detto - confermano quello che era chiaro fin dall'inizio: sono accaduti circoscritti episodi di violenza ascrivibili alle responsabilità di singoli militari e all'insaputa dei comandi». E ha proseguito: «Diradandosi finalmente il polverone, devono essere reintegrati immediatamente i due generali, come atto concreto di giustizia e di riconoscimento della correttezza e del sacrificio dei 12 mila uomini che hanno rappresentato l'Italia nella missione umanitaria in Somalia». Immediata la risposta di Falco Accame, ex presidente della commissione difesa di Montecitorio: «Il primo principio dell'etica militare è che il superiore risponde dell'operato dell'inferiore. La disciplina militare si regge essenzialmente su questa base». Di parere opposto a quello di Giovanardi anche Mauro Paissan, capogruppo dei verdi alla Camera e componente della commissione Difesa. Sulle conclusioni dell'inchiesta non ha dubbi: «Dunque, le violenze e le torture in Somalia da parte dei militari italiani ci furono. La commissione Gallo le conferma. Il numero limitato di episodi agghiaccianti che la commissione ha potuto verificare non attenua certo la gravità di quanto è emerso». Paissan sottolinea, poi, che «ora tocca alla magistratura fare la sua parte. Per quanto riguarda i responsabili politici e i vertici militari, diventa ancora più urgente affrontare la questione dell'addestramento e della diversa formazione per i corpi da impegnare all'estero nelle missioni di pace». E il senatore verde Stefano Semenzato, segretario della commissione Difesa del Senato, rincara: «Sarà opportuno che, a settembre, il ministro Andreatta debba esporre in dettaglio al Parlamento quali provvedimenti intende prendere rispetto ai sottufficiali e ufficiali reponsabili di quella che la commissione definisce "divertita condiscendenza" e va da sé che tali comportamenti sono da considerarsi incompatibili con la permanenza nelle forze armate». Le conclusioni della commissione sulla Somalia hanno «smascherato la vergognosa strumentalizzazione messa in atto per buttare fango sulla Folgore», interpreta, invece, il senatore Franco Pontone di an. E tuona che «finalmente la verità sta emergendo e tutti coloro che hanno approfittato per chiedere lo scioglimento della brigata devono fare ora un passo indietro e chiedere scusa pubblicamente ai nostri militari, a partire dai neocomunisti di rifondazione, la cui cultura stalinista viene fuori in ogni occasione, specie quando c'è da colpire le forze armate». Poi chiede il reintegro immediato dei generali Loi e Fiore, a sua detta «vittime di una campagna orchestrata a Botteghe Oscure e nella sede di Bertinotti». Per nulla soddisfatto il commento di re. «Ribadendo la stima e la fiducia nei confronti della commissione presieduta dal professor Ettore Gallo - sostiene Alfio Nicotra, responsabile nazionale del settore di pace - rifondazione comunista si riserva di da- re un giudizio compiuto sui risultati della stessa quando sarà possibile leggere l'intero rapporto». E aggiunge: «Da quello che possiamo capire allo stato attuale, la commissione ha individuato gravi episodi di razzismo, tortura, abusi e violenze sessuali che per la loro gravità chiamano oggettivamente in causa l'intera istituzione militare e i corpi nei quali tali episodi si sono potuti consumare». Rifondazione comunista pone l'accento sulle responsabilità degli alti comandi. «Ci pare - dice Nicotra - che il tentativo di discernere la responsabilità degli ufficiali subalterni da quella dei superiori in grado non sia con- vincente. Infatti la commissione non aveva il compito di verificare gli episodi di guerra a bassa intensità, come la distruzione di villaggi, i rastrellamenti indiscriminati, la collaborazione attiva con una polizia somala composta da elementi vicini a Siad Barre e che, per Amnesty International, erano noti torturatori». Il Parlamento ha il dovere d'indagare. Lo sostiene Mario Tassone, esponente del edu e membro della commissione difesa della Camera: «E' necessario accertare le responsabilità a tutti i livelli, senza che questo voglia significare discredito generalizzato nei confronti delle forze armate». Daniela Daniele
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