Per cercare cibo percorrono fino a 900 miglia

Per cercare cibo percorrono fino a 900 miglia Per cercare cibo percorrono fino a 900 miglia imi PER conoscere da vicino i pinguini reali (Aptenodytes patagonica), Olof Olsson e la sua équipe hanno trascorso quattro estati australi consecutive nella Georgia del Sud, un'isola sperduta nell'Atlantico, mille miglia a Est dell'estrema punta meridionale del Sudamerica. Alti dai 75 ai 95 centimetri, pesanti dai 10 ai 20 chili, questi pinguini, secondi per grandezza solo ai pinguini imperatore, sono forse la specie meno conosciuta fra le 18 della famiglia. Per chiarire molti punti oscuri del loro comportamento era quindi necessario questo studio a lungo termine, dal quale sono emerse le caratteristiche che contraddistinguono la specie e la differenziano dalle altre. Mentre i pinguini imperatore vanno a riprodursi sulle distese ghiacciate dell'estremo Sud, i reali preferiscono le isole subantartiche dove le acque sono ubere dai ghiacci tutto l'anno. Covano un solo uovo per 54 giorni e quando ne sguscia fuori H pulcino, pensa a nutrirlo uno dei genitori, somministrandogli una pappetta, una sorta di omogeneizzato, formata dai minuscoli pesci-lanterna che madre e padre hanno ingoiato e predigerito. Per i giovani pinguini, riconoscibili facilmente dal folto piumino scuro, mangiare molto e accumulare grasso è d'importanza fondamentale. Perché, mentre i piccoli delle altre specie diventano autonomi e vanno in mare sul finire della stessa stagione in cui sono venuti al mondo, quelli dei pinguini reali trascorrono nella colònia in cui sono nati tutto il primo inverno della loro vita e vanno in mare solo nell'estate successiva. Stretti l'uno all'altro per scaldarsi e proteggersi a vicenda, debbono affrontare spaventose bufere di vento e temperature proibitive. E' chiaro che riescono a sopravvivere soltanto se posseggono una buona riserva di grasso. Ma naturalmente ci sono anche quelli che non ce la fanno a supe rare l'inverno. Se il loro piccolo muore, i genitori, che arrivano in Georgia in ottobre, non si perdono d'animo. A tempo di record si fidanzano, si corteggiano, si accoppiano, in modo che ai primi di dicembre sono in grado di deporre un uovo supplementare. E prima di ac Ricercatori norvegesi hanno trascorso quattro estati nell'arcipelago mille miglia a Est della punta meridionale del Sud America Alti da 75 a 95 centimetri pesanti da 10 a 20 chili, sono forse la specie meno conosciuta fra le 18 della famiglia coppiarsi devono mutare il piumaggio. Anche in questo i pinguini reali si differenziano dai loro colleghi, i quali invece fanno la muta dopo l'accoppiamento. I piccoli che sopravvivono all'inverno hanno bisogno di essere supernutriti per un paio di mesi, in modo da rifabbricarsi lo strato adiposo, prima di subire la muta e di affrontare il mare come individui indipendenti. I -genitori hanno perciò il loro daffare per procurare tanto cibo a figli così esigenti. Non si sapeva finora dove andassero ad approvvigionarsi. Olsson e la sua équipe, usando l'elettronica, i computer e la tecnica del satellite, hanno scoperto che i pinguini reali vanno molto lontano a cercare cibo per sé e per i figli. In un solo viaggio, che dura due o tre settimane, possono percorrere anche 900 miglia. Raggiungono a nuoto un'area 240 miglia a Nord della Georgia australe, una zona dove le fredde acque dell'Antartico si mescolano con acque più calde provenienti dal Nord, provocando una forte circolazione verticale delle sostanze nutritive. Di conse¬ guenza in questa zona si trova grande abbondanza di cibo. Usando speciali dispositivi, gli studiosi sono anche riusciti a stabilire la profondità raggiunta dai pinguini reali nelle loro immersioni. In quelle diurne gli uccelli raggiungono dai 180 ai 270 metri di profondità, talvolta toccano i 300 metri, una quota veramente sorprendente per tuffatori delle loro dimensioni. Di notte le immersioni sono assai meno profonde, forse perché le prede tendono ad avvicinarsi aUa superficie. Quando scendono in profondità i pinguini si trattengono sott'acqua dai cinque ai sette minuti, ma tra un'immersione e l'altra emergono per un minuto circa. In quell'anno di assidue cure che dedicano ai piccoli, i genitori debbono trovare il tempo di corteggiarsi, di accoppiarsi e di mettere al mondo un altro piccolo. E anche loro debbono subire una muta e rimpolparsi ben bene prima di accoppiarsi nuovamente. I pinguini reali decisamente non conoscono la fedeltà coniugale. Olsson ha constatato che nell'ottanta per cento dei casi le coppie si separano dopo la stagione riproduttiva. Se uno dei partner arriva nell'isola un poco in ritardo, il divorzio è inevitabile. Il pinguino non ha la pazienza di aspettare che il partner della stagione precedente si ripresenti. O per lo meno le femmine aspettano tutt'al più un paio di giorni, i maschi quattro. Dopo di che, buonanotte suonatori. Si accoppiano con il primo individuo dell'altro sesso che giunge dal mare. Ma bisogna dire che il ritardo non è l'unico motivo dei divorzi. Se un pinguino, maschio o femmina che sia, è rimasto insoddisfatto del suo primo partner, magari troppo giovane e inesperto, non fa tanti complimenti e nella stagione seguente si cerca un partner che risponda meglio ai suoi gusti. Il partner rifiutato spesso non si rassegna. Quasi sempre se la prende con il rivale e i due se le suonano a colpi di pinne. La loro è più che altro una dimostrazione di forza. Vogliono mostrare alla femmina chi di loro è il più valido. E se sono passati solo pochi giorni dall'arrivo della coppia originaria, può anche darsi che questa si riformi. Una volta che si sono accoppiati, i partner rimangono assieme per una o due settimane fino a che la femmina non depone l'uovo. Dopodiché lei se ne va in mare a rifocillarsi e a rimpolparsi di grasso. Dopo lo stress del parto ha ormai esaurito tutte le sue riserve adipose. Tre settimane dopo, eccola di ritorno. Per fortuna, perché il povero maschio, che si è sobbarcato le fatiche del primo turno di incubazione, è ridotto pelle e ossa, pesa un terzo di quanto pesava durante il corteggiamento. E quindi va di corsa in mare a riempire lo stomaco. Il soggiorno terrestre del pinguino reale è dunque tutto un affannoso succedersi di mute, di corteggiamenti, di accoppiamenti, di cove, ma la maggior parte della sua vita si svolge in mare aperto, dove l'occhio dell'uomo difficilmente lo può seguire. Isabella Lattes Coif manti VACANZE Attenti al troppo sport SECONDO l'etimologia le vacanze (dal latino «vacuum») dovrebbero essere un periodo di vuoto, di riposo quasi assoluto, destinato al recupero fisico e psichico, dopo un anno di lavoro. Questo dovrebbero essere, in teoria. In realtà, molto spesso, le vacanze rappresentano l'dsola» temporale in cui durante tutto l'anno lavorativo l'immaginario di molti trasferisce le tante cose che non è stato possibile fare per la mancanza di tempo libero. Avviene così che quel periodo viene riempito di tante, troppe «buone intenzioni», alcune delle quali potenzialmente pericolose. Una di queste per molti che durante tutto l'anno conducono vita sedentaria, passando dall'automobile all'ascensore e da questo alla scrivania (e viceversa), è quella di fare finalmente un bel po' di attività fisica. Intenzione certamente buona, perché è scientificamente provato che una vita «seduta» è uno dei fattori più dannosi per la salute, determinando una precoce involuzione da «disuso» di organi e apparati, e favorendo l'insorgenza di numerose malattie metaboliche. Tuttavia attenzione, perché l'attività fisica è un'arma a doppio taglio, se non praticata in modo corretto. Ed è potenzialmente pericoloso tuffarsi di colpo, dopo un lungo periodo di sedentarietà quasi assoluta, in attività sportive impegnative senza un attento controllo medico: eventi cardiologici maggiori (leggi infarto) sono dietro l'angolo. Nella maggior parte dei casi il meccanismo che innesca questi eventi è la fissurazione di una placca aterosclerotica preesistente che, scoprendo lo strato sotto-endoteliale di una coronaria, provoca la formazione di un trombo, che, pur avendo finalità riparativa della lesione, finirà per occludere completamente la coronaria, determinando l'infarto. La causa della rottura della placca è solitamente lo «stress» sulla parete della coronaria provocato dall'improvviso aumento della pressione arteriosa che si determina in chi effettua sforzi acuti senza allenamento. La formazione del trombo è a sua volta facilitata dall'alterazione dell'equilibrio fra fattori pro-trombotici (facilitanti l'aggregazione piastrinica) e fattori anti-trombotici (inibenti l'aggregazione piastrinica). La sedentarietà rende le piastrine iper-attive, maggiormente propense all'aggregazione. Quindi attenzione, da parte di chi ha superato i fatidici «anta» e soprattutto da parte di chi oltre alla sedentarietà aggiunge altri fattori di rischio per l'aterosclerosi (fumo, ipertensione, dislipidemia, diabete), alle tiratissime partite di tennis e di calcetto, alle arrampicate in «mountain-bike», alle cavalcate sulle onde appesi al boma di un «windsurf». Antonio Tripodina MEGLIO LA DIETA MEDITERRANEA?

Persone citate: Antonio Tripodina, Isabella Lattes, Olof Olsson, Olsson

Luoghi citati: Antartico, Georgia, Georgia Del Sud, Sud America, Sudamerica