«I 20 milioni a Verdicchio? Un prestito»

L'ex capo della Dia aveva parlato di un investimento. Ma i magistrati: no, fti il prezzo della corruzione L'ex capo della Dia aveva parlato di un investimento. Ma i magistrati: no, fti il prezzo della corruzione «120 milioni a Verdicchio? Un prestito» Melpignano smentisce il generale polizia tributaria di Roma. E non è detto che il prezzo si sia fermato a quei venti milioni. Le poche indiscrezioni filtrate dal palazzo di giustizia di Perugia parlano di altri soldi, e dell'ipotetico «aggiustamento» di un altro caso, relativo ad accertamenti su un altro imprenditore romano. Il difensore di Verdicchio, l'avvocato Titta Madia, dice che il suo assistito è colpevole, al massimo, di una leggerezza: «Melpignano è stato un personaggio di alto livello, in grado di conoscere e frequentare ministri, uomini politici e vertici delle banche. Oggi è discusso perché è finito in carcere, ma nel '90, quali cautele avrebbe dovuto adottare Verdicchio, di fronte a un Melpignano che gli consigliava di cogliere al volo l'acquisto di azioni Enimont? Sono convinto che questa indagine si concluderà con un chiarimento assoluto». Anche gli avvocati di Melpignano ribadiscono che non c'è alcuna corruzione. «Si deve escludere che l'avvocato Melpignano - dichiarano i suoi legali Fabio Dean e Francesco Falcinelli - abbia posto in essere condotte corruttive nei confronti del generale Giovanni Verdicchio. Ogni diversa affermazione risulta priva di qualsiasi fondamento». Per i difensori degli indagati, quindi, il discorso è chiuso, ma non lo è affatto per il pool di pm che indagano - Cardella, Renzo, Cannevale e Della Monica - e per i carabinieri del Ros che stanno svolgendo gli accertamenti. Per mesi gli investigatori dell'Arma hanno studiato tutti i movimenti del conto di Melpignano dove sono transitati i 39 miliardi provenienti dalla maxi-tangente Enimont, dal quale la collaboratrice del commercialista, Anna Maria Amoretti, prelevava cifre in contanti fino a 3 miliardi. Da quei con¬ trolli sono saltati fuori i due certificati di deposito finiti a Verdicchio, e adesso si cercano i destinatari del resto di un prelievo da 150 milioni. Il numero complessivo degli indagati ammonterebbe già a una trentina di persone - ma non ci sono conferme ufficiali mentre si sa che almeno un altro finanziere è coinvolto nell'indagine, per un episodio di presunta corruzione diverso ma ricostruito nella stessa inchiesta. Si tratta del capo-pattuglia della Finanza Querqui, che quattro anni fa condusse una verifica su una società dell'imprenditore romano Mezzaroma. Quella verifica fu temporaneamente sospesa, e alla ripresa si concluse con addebiti insignificanti. Subito dopo, dice l'accusa, Querqui divenne titolare di un appartamento, nella zona Sud della capitale, proveniente dal gruppo Mezzaroma. [ ] [r. r.] k™TO§Swk>:*: MmmMm Sotto accusa un altro finanziere: avrebbe ricevuto un appartamento ppdal gruppo Mezzaroma W-r-l A sinistra il costruttore Renato Armellini, morto 4 V^"fZ anni fa. A destra, il palazzo di giustizia di Roma e il =^ ''' generale Giovanni Verdicchio, ex capo della Direzione investigativa antimafia ' =^ «La Finanza contestò «Melpignano architettò 500 miliardi di evasione ogni cosa, ma la passò ma aggiustammo tutto liscia. Verdicchio? con i soldi ai giudici» Mai conosciuto»

Luoghi citati: Melpignano, Perugia, Roma