Blair inventa il superprof

Blair inventa il superprof Blair inventa il superprof Formerà i docenti (e avrà più soldi) presentato dal ministro qualche settimana fa contiene riforme su quasi tutto. La meritocrazia impera in casa laborista: le scuole migliori otterranno soldi extra dal governo. Ogni scuola dovrà proporsi obiettivi esigenti ed esserne all'altezza: se il «piano di lavoro» sarà ritenuto insufficiente, sarà respinto. Un nuovo organismo, il General Teaching Council, terrà d'occhio la disciplina degli insegnanti e darà istruzioni al governo sugli standard da mantenere. Una carezza o una bastonata: ecco ciò che il governo laborista ha in serbo per gli insegnanti, a seconda del loro rendimento. Se da una parte si introducono il «Superprof» (magari preceduto da un «Sir» o «Lady»: i migliori riceveranno onorificenze dalla regina) e i bonus per le superscuole, dall'altra c'è il licenziamento entro un mese per i prof con le orecchie d'asino. I presidi non sono esclusi da queste misure draconiane. Ogni scuola che fallisce avrà il nome spiattellato sui giornali e riceverà una «squadra di aiuto» dall'esterno per scongiurarne la chiusura: già una ventina di «fabbriche di somari» in Inghilterra hanno ricevuto questa cura. La politica della gogna ha fatto arrabbiare un sacco di gente: i sindacati dicono che non si può vivere con questa spada di Damocle sulla testa; le scuole bersagliate protestano che adesso nessuno vuole più venire a insegnare da loro. L'Inghilterra non ha il problema della scarsità dei bambini alle elementari e Blair ha una soluzione molto interessante per ridurre il numero degli alunni per classe sotto i trenta. I fondi destinati alle scuole private, 100 milioni di sterline (300 miliardi di lire) per i prossimi tre anni, andran¬ no allescuole che si impegnano a rispettare questo limite e quindi ad assumere nuovi insegnanti. Ma lo choc più violento lo ha appena ricevuto l'istruzione universitaria gratuita, pilastro del socialismo d'un tempo: Blair ha abolito l'assegno di mantenimento agli studi, quello che tradizionalmente permetteva agli studenti di andar via di casa a 18 anni, e ha introdotto una quota variabile per pagare i corsi. Gli studenti provenienti da famiglie con reddito inferiore alle 16 mila sterline (48 milioni di lire) non pagheranno nulla: il governo giura che i poveri non ci rimetteranno. Il nuovo principio è: studia ora e paga poi. Gli studenti potranno chiedere prestiti e cominciare a ripagarli quando troveranno un impiego, se necessario per i prossimi 23 anni.

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