Prodi in Israele ricuce con Netanyahu di Maurizio Molinari

Il primo ministro rende omaggio ai caschi blu morti e pare prendere le distanze da Scalfaro Il primo ministro rende omaggio ai caschi blu morti e pare prendere le distanze da Scalfaro Prodi in Israele ricuce con Netanyahu «Assurdo paragonare gli insediamenti alle bombe» TEL AVIV DAL NOSTRO INVIATO Missione a sorpresa di Prodi in Medio Oriente. Con una solenne cerimonia nel cortile dell'obitorio «Leopold Greenberg» il presidente del Consiglio, Romano Prodi, ha portato ieri pomeriggio il «saluto dell'Italia» ai nostri quattro militari dell'Unirli morti l'altro ieri in Libano. Subito dopo Prodi si è diretto all'hotel Hilton, dove si è incontrato per oltre un'ora con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, affrontando la crisi del processo di pace ma, soprattutto, ricucendo il rapporto con il governo di Gerusalemme dopo le frasi con cui il presidente della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, aveva definito gli insediamenti un «atto di guerra contro la pace» all'indomani dell'attentato nel mercato Mehanè Yehuda, costato la vita a 13 civili. Infine, il presidente del Consiglio è volato a Beirut per incontrare il premier Hariri nel tentativo di «favorire la pace alla vigilia dell'arrivo dell'inviato Usa Dennis Ross». Il saluto delle salme è stato il momento più toccante. Mai prima un presidente del Consiglio era andato all'estero per salutare i corpi di nostri caduti nei corpi di pace. «Sono venuto qui ad esprimere la nostra infinita gratitudine alle vittime, per me essere qui era un dovere elementare - ha detto Prodi affiancato dal capo di stato maggiore dell'Esercito Cordone - spero che simili occasioni non si ripetano più». Ma sulla ancora misteriosa dinamica dell'incidente al confine Nord della fascia di sicurezza non è stato in grado di dire molto: «Non ho una mia spiegazione, non escludiamo nulla, c'è una commissione di inchiesta italiana che sta lavorando ed aspettiamo le sue conclusioni».1 Poi è giunto il momento della politica. Il colloquio con Netanyahu è avvenuto a quattr'occhi, su richiesta del padrone di casa. Prodi si è mostrato subito sensibile per l'importanza che Israele assegna alla questione della sicurezza. «Ho espresso a Netanyahu il sincero cordoglio del popolo italiano profondamente colpito per le vittime del terrorismo ed il nostro impegno a fronteggiare ogni forma di questa terribile minaccia», ha detto. Sul nodo degli insediamenti Prodi ha poi precisato: «In questa occasione non ne abbiamo parlato, perché avevo già chiarito la mia posizione in passato» ma «un paragone fra la minaccia portata dai bulldozer e quelle del terrorismo sarebbe non costruttivo e non utile agli sforzi di pace». I bulldozer per costruire i nuovi insediamenti israeliani in Cisgiordania e a Gaza insomma «non giovano alla pace» ma «non possono essere paragonati al terrorismo». «La lotta contro il terrorismo deve essere ferma, totale e generale», ha aggiunto. L'Italia dunque appare in sintonia con le parole pronunciate mercoledì a Washington dal segretario di Stato Madeleine Albright. Non a caso Prodi spiega: «Non abbiamo ambizioni, inten- zioni precipitose né vogliamo entrare in polemica con il tentativo americano di favorire i negoziati, affermiamo solo che l'Europa può dare un contributo importante alle prospettive di pace e di sviluppo dell'intera regione». Anche per questo il premier italiano si è soffermato con l'ospite sulle prospettive che l'unione economica e monetaria offre al Mediterraneo. Le tensioni bilaterali seguite al comunicato del Quirinale sembrano dunque archiviate: «Di Scalfaro non abbiamo parlato, i rapporti fra i nostri due Paesi sono buoni». Anche in forza del rapporto personale con Netanyahu (quello di ieri è stato il quarto incontro in un anno), Pro- di ha poi posto chiaramente sul tavolo la questione delle misure restrittive imposte da Israele ai palestinesi residenti nei Territori, chiedendo un «segnale forte». «Mi è stata espressa la volontà ha riferito Prodi - di gesti di apertura da parte di Israele, anche se resta ferma la richiesta di un adeguato impegno di Arafat contro il terrorismo». Prodi ripete così quello che aveva detto il principe giordano Hassan 24 ore prima a Gerusalemme: «Netanyahu è pronto a gesti umanitari in cambio di un passo avanti sulla sicurezza». Questo «passo avanti» secondo fonti diplomatiche a Gerusalemme - sarebbe l'accettazione di una lista di 12 richieste presentata da Israele, che comincia con l'arresto di 110 potenziali kamikaze e il sequestro di tutti gli esplosivi in possesso dei fondamentalisti di Hamas. Subito dopo Prodi è partito alla volta di Beirut, accompagnato dal suo consigliere diplomatico Roberto Nigido, dove è stato accolto dal ministro degli Esteri Al Bouez prima di incontrare il premier Hariri. «Ho discusso con Netanyahu cosà dirò ad Hariri», ha detto Prodi prima di partire, esprimendo il desiderio di «contribuire al successo di Dennis Ross favorendo segnali di buona volontà». Maurizio Molinari «L'Europa può dare un contributo importante alla pace» Il presidente del Consiglio Romano Prodi durante il colloquio di un'ora con il premier israeliano Benjamin Netanyahu