Libano giallo sull'elicottero caduto di Fiamma Nirenstein

Il premier va prima a Tel Aviv, poi vola a Beirut per evitare un incidente diplomatico Il premier va prima a Tel Aviv, poi vola a Beirut per evitare un incidente diplomatico Libano, giallo sull'elicottero caduto Prodi in Israele: gli insediamenti non sono bombe TERRORISMO NEMICO PRINCIPALE NESSUNO, da molto tempo a questa parte, può essere soddisfatto di quanto avviene in Medio Oriente: è evidente ormai che il processo di pace si allontana lasciando una traccia di sangue; ormai gli attentati terroristici durante la gestione Netanyahu hanno toccato sia Tel Aviv che Gerusalemme, proprio come ai tempi di Rabin e Peres; ormai la chiusura dei Territori acquista tempi e dimensioni tali da deteriorare ulteriormente le già precarie, nervose, affamate condizioni degli abitanti dell'Autonomia palestinese. Il Medio Oriente fa soffrire tutto il mondo, troppo, e ne sappiamo qualcosa noi italiani in queste ore di lutto per i quattro soldati dell'Unirli che hanno perso la vita, chissà come, nella zona maledetta del Sud del Libano, dove le katiusce e i missili degli hezbollah in queste ore rompono con i loro frequenti scoppi il silenzio delle montagne. Troppo, dopo tante speranze, il Medio Oriente delude il mondo. Ma forse abbiamo voluto illuderci. Per questo è bene che infine, dopo tante parole di buona volontà, di falsa fiducia, di speranza melensa, dopo aver tanto a lungo finto di credere che le parole siano pietre anche in Medio Oriente e che basti parlare, sorridere, ristabilire «confidenza, fiducia, onore», è bene che l'America si faccia avanti col suo vero pezzo da novanta, Madeleine Albright in persona, spalleggiata direttamente da Clinton. A otto mesi dal suo ingresso nel ruolo di segretario di Stato, mette i piedi nel piatto del Medio Oriente, annuncia una sua visita, non certo per fare una Fiamma Nirenstein CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA TEL AVIV. Mistero sulle cause dell'incidente costato la vita a 4 caschi blu italiani e a un soldato irlandese. Israele e i guerriglieri Hezbollah negano ogni responsabilità, l'Onu esclude «per ora» l'ipotesi dell'attentato, ma la delegazione italiana giunta per indagare non esclude che l'elicottero possa essere stato centrato da un razzo degli Hezbollah. Ma perché un volo d'addestramento di notte, in una zona in cui da giorni erano in corso conflitti a fuoco? E' solo uno degli interrogativi. Prodi a Tel Aviv ha reso omaggio alle salme dei 4 rnilitari, poi ha visto Netanyahu sollecitando la ripresa del dialogo di pace. In una conferenza stampa ha dichiarato che gli insediamenti ebraici non possono essere paragonati alle bombe che hanno provocato una strage al mercato di Gerusalemme. Successivamente si è recato a Beirut per incontrare il presidente Hariri ed evitare un incidente diplomatico: l'elicottero è caduto nella striscia di sicurezza che appartiene al Libano. SERVIZI ALLE PAG. 2 E 3

Persone citate: Clinton, Hariri, Madeleine Albright, Netanyahu, Peres, Rabin