Spalato, prima intesa sui profughi
Spalato, prima intesa sui profughi EX JUGOSLAVIA I presidenti di Croazia e Bosnia: proteggeremo il loro ritorno a casa Spalato, prima intesa sui profughi Difficilefaccia a faccia tra Tudjman elzetbegovic SPALATO. I presidenti di Croazia e Bosnia, Franjo Tudjman e Alija Izetbegovic, si sono incontrati ieri a Spalato per un vertice, a lungo atteso, teso a rilanciare il processo di pace nella Repubblica ex jugoslava, in stallo da mesi e ulteriormente pregiudicato, negli ultimi giorni, dalle virissitudini dei rifugiati musulmani cui è stato impedito il rientro in zone controllate dai croati. Nonostante le dichiarazioni cautamente ottimistiche dei due protagonisti durante una pausa dei lavori, l'incontro - fortemente voluto dagli Stati Uniti, che per l'occasione hanno fatto rientrare in scena Richard Holbrooke, principale «architetto» degli accordi di Dayton (novembre 1995) - si è rivelato difficile, verosunilmente segnato, oltre che dalla complessità della situazione attuale, da antiche diffidenze. Dopo una prima presa di contatto tra i due presidenti, in mat¬ tinata, i colloqui sono stati allargati a Holbrooke e al suo successore come inviato Usa in Bosnia, Robert Gelbard. A una colazione di lavoro è seguita una seduta di lavoro pomeridiana, sul cui contenuto non è filtrata alcuna indiscrezione. Quindi, Holbrooke ha avviato incontri separati con Tudjman e Izetbegovic, presumibilmente per avvicinarne le posizioni e giungere a una qualche forma di intesa tale da suggellare felicemente lo «storico» vertice. Le prime battute erano apparse confortanti. In un comunicato congiunto diffuso nel primo pomeriggio, i due presidenti avevano ribadito il diritto di tutti i rifugiati a ritornare a casa, impegnandosi altresì a consolidare l'indipendenza politica della Bosnia-Erzegovina e annunciando un prossimo accordo sulle relazioni bilaterali tale da «promuovere la cooperazione». «E' stato riaffermato il diritto dei rifugiati a un ritorno a casa organizzato, volontario e sicuro, con una protezione dall'intimidazione e l'istituzione della necessaria cornice legale», afferma il comunicato, precisando che i due Paesi si scambieranno entro il prossimo primo settembre bozze dell'accordo sulle relazioni bilaterali. Sempre prima della riunione a quattro, Izetbegovic ha definito «costruttivo» il primo colloquio con Tudjman, pur ammettendo una sottovalutazione delle difficoltà nel processo di attuazione degli accordi di Dayton. Tudjman ha sostenuto che la crisi in Bosnia è «con ogni evidenza una delle più complesse che il mondo conosca, ma che sono stati realizzati progressi importanti». Sullo sfondo del vertice tutti i problemi e le difficoltà della Bosnia quasi due anni dopo Dayton: gli 1,4 milioni di rifugiati di tutte le comunità che ancora agognano il rientro, la libertà di movimento più teorica che pratica, le violenze che riaffiorano, l'incerta applicazione del complesso quadro giuridico delineato nella città dell'Ohio e la paralisi delle istituzioni comuni. [Ansa-Reuter] Il leader dei musulmani di Bosnia Alija Izetbegovic
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