Sulle strade della religiosità
Dalla Sacra di San Michele, all'abbazia di Novalesa, a Belmonte Dalla Sacra di San Michele, all'abbazia di Novalesa, a Belmonte Sulle strade della religiosità «E' un nuovo turismo in grande sviluppo» Nelle comunità per i ritiri di preghiera L'«anno sindonico» è alle porte, il Giubileo è quasi dietro l'angolo. E, piano piano, si accendono i riflettori sul «turismo religioso», un settore chiamato ad uno sforzo notevole per i prossimi due anni (soprattutto nel '98, con l'ostensione del sacro lenzuolo, la nostra provincia sarà al centro dell'attenzione), ma che in realtà non ha mai cessato di operare. Senza clamori, magari in sordina, ma in maniera costante e con un numero di presenze in continua crescita. «Duemila e più visitatori alla settimana, soprattutto alla domenica - dice padre Antonio Salvatori, da 7 anni con i Rosminiani alla Sacra di San Michele -: il nostro problema, ora, non è più la promozione, ma la gestione della struttura e della massiccia affluenza di persone. La realizzazione di un percorso circolare, i parcheggi, la cartellonistica: tutte esigenze alle quali, poco per volta, si cercherà di provvedere». Non conosce cedimenti il fascino dell'imponente santuario che domina l'imbocco della Valle di Susa. Al punto che nel mese di agosto viene sospesa l'accoglienza: soltanto visite giornaliere, «per evitare - spiega padre Antonio - di trasformare la Sacra in un luogo in cui trascorrere le ferie, e rispettarne invece la spiritualità e la storia millenaria». Il rispetto del senso religioso del luogo è la regola primaria anche per l'abbazia di Novalesa, pochi chilometri sopra Susa. L'afflusso turistico (in crescita i francesi) non è paragonabile a quello della Sacra di San Michele: «Una cinquantina di persone al giorno - dice il padre guardiano, padre Giovanni Lunardi -, qualcuna in più nei fine settimana». Ma questo permette ai frati Benedettini di mantenere un contatto personale, sia umano che religióso, con ogni visitatore. «Purtroppo - aggiunge padre Giovanni -, c'è poca preparazione culturale e spirituale, per questo ci preoccupiamo della formazione religiosa più che del turismo». E l'offerta è impegnativa: «Apriamo le nostre porte agli ospiti, che però devono attenersi del tutto al nostro regime di preghiera e lavoro». Essenzialità e raccoglimento sono le norme che regolano anche le visite al Santuario del Sa¬ cro Monte di Belmonte, appena sopra Cuorgnè, «luogo da sempre amato, soprattutto dai canavesani», dice padre Pacifico, padre guardiano dei francescani che vivono nel complesso. L'afflusso è costante; anche d'inverno, quando la neve ren¬ de difficile l'accesso al santuario fatto edificare da re Arduino circa mille anni fa. «Ospitiamo gruppi per ritiri spirituali - aggiunge padre Pacifico -, ma non manca chi sceglie di salire fin quassù per fare festa, sempre nel rispetto della religiosità e della pace del luogo». Il «turismo religioso», comunque, non si limita alle grandi strutture. La Fraternità di Nazareth di Bairo Canavese, così come la comunità Bose a Magnano (sulla Serra di Ivrea, nel Biellese), non conoscono soste nella loro attività. Senza poi dimenticare gli aspetti propriamente artistici: chiese ed abbazie, infatti, sono la principale attrattiva (anche per le gravi carenze di altri settori) nella rassegna «Città d'arte a porte aperte», organizzata dalla Provincia per il periodo aprile-ottobre. Mauro Revello La processione con la statua di San Besso è uno dei momenti più coinvolgenti della festa che il 10 agosto si tiene al celebre santuario dell'alta Valsoana
Persone citate: Antonio Salvatori, Belmonte, Giovanni Lunardi, Mauro Revello, Nazareth
Luoghi citati: Bairo, Cuorgnè, Ivrea, Magnano, Novalesa, Susa
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