«la gang della collina? Un bluff»

L'arresto di 8 albanesi avvenuto a maggio e comunicato a luglio: 5 sono liberi L'arresto di 8 albanesi avvenuto a maggio e comunicato a luglio: 5 sono liberi «la gang della collina? Un bluff» Esposto di un legale contro i carabinieri La notizia è stata battuta martedì 29 luglio dalle agenzie di stampa ed è apparsa il giorno dopo, mercoledì 30, sulle pagine di cronaca dei quotidiani. Con questi titoli: «Allarme furti in collina Torino, 8 arrestati»; «Presa la banda della collina. Arrestati dai carabinieri 8 albanesi, agivano a Moncalieri»; «Catturati otto albanesi, terrorizzavano la collina». Sotto i titoli, le foto segnaletiche di 5 degli 8 ceffi. Nelle diciture, un laconico commento: «I tre minorenni sono già tornati in libertà». Allarme rientrato? «Al contrario», tuona ora il legale di alcuni degli arrestati, l'avvocato Giorgio Bissacco. «I fatti non sono andati come i carabinieri hanno raccontato». E annuncia l'intenzione di presentare un esposto presso la Procura. E' fuori di sé, Bissacco. Dice che la vera storia di quell'operazione, ricostruita attraverso gli atti del pubblico ministero, del giudice per le indagini preliminari e del Tribunale della libertà, è un'altra. E' vero che gli otto albanesi erano stati sorpresi a casa di uno di loro, in via Gioberti 75, e arrestati: «Ma non a luglio, bensì due mesi e mezzo prima, 1' 11 maggio scorso per la precisione». E' vero che i tre minorenni sono stati rilasciati poche ore dopo il fermo: «Ma tre settimane più tardi, il 2 giugno, il Tribunale della libertà ha ordinato anche la scarcerazione di due maggiorenni». Uno, Tonini Radovan, era stato intervistato pochi giorni prima del suo arrivo a Torino da un troupe della Bai a Brindisi, e dunque non poteva essere implicato nei furti contestati, commessi tempo prima. L'altro, Lisi Bajram, è riuscito a dimostrare che era appena giunto in Italia dalla Germania. Per finire, è vero che nell'alloggio di via Gioberti è stata recuperata parecchia refurtiva oltre a un fucile e un cannocchiale di precisione, e insomma questi albanesi non sono certo stinchi di santo: «Ma si tratta di oggetti rubati in case del Cuneese, a Murello, a Lagnasco, a Verzuolo, a Rocca Baldi. Solo in un caso la vittima è torinese. In un altro, è di Rivoli». Ed è vero che in un primo tempo erano stati contestati a tutti gli otto albanesi i reati di furto aggravato, ricettazione, detenzione di arma e rapina: «Ma poi, a parte la decisione presa del Tribunale della libertà, l'imputazione di rapina è caduta: non si è riusciti a dimostrare che quegli uomini avessero addormentato le vittime con il gas delle bombolette narcotizzanti». Riletta alla luce di quello che raccontano gli atti del procedimento, secondo l'avvocato la notizia cambia. Diventa questa: otto albanesi sono stati arrestati due mesi e mezzo fa, perché sospettati di avere commesso una serie di furti in abitazioni. I carabinieri hanno recuperato merce di provenienza sospetta. Tre minorenni sono stati subiti scarcerati, due adulti sono stati liberati dal Tribunale della libertà perché ritenuti estranei ai colpi. Gran parte della refurtiva recuperata è stata riconosciuta dai legittimi proprietari, tutti cuneesi ad eccezione di un uomo di Torino e di un cittadino di Rivoli. L'avvocato Bissacco: «E' grave che i carabinieri forniscano notizie ufficiali che non corrispondono al vero. In questo caso specifico, sono state addirittura divulgate le foto di due persone riconosciute estranee ai fatti dal Tribunale della libertà. Un atteggiamento che non esito a definire sconcertante». E i carabinieri? Il colonnello Michele Franzé si stupisce dello stupore dell'avvocato: «Spesso, anzi quasi sempre, le notizie vengono divulgate molto tempo dopo per specifiche esigenze istruttorie; in questo caso, poi, c'era un espresso divieto da parte del magistrato. Due degli arrestati sono stati scarcerati? Non mi stupisce. Quante volte arrestiamo due volte la stessa persona nell'arco di 24 ore? L'importante è che la lotta a chi deruba in casa sia in piedi. E l'arresto di quelle 8 persone lo dimostra». E il capitano Iacobelli: «Il processo non è finito. Proprio grazie alla pubblicazione di quelle foto abbiamo ricevuto denunce di altri cittadini derubati». Gianni Armand-Pilon L'avvocato Giorgio Bissacco polemizza dopo la notizia apparsa sui giornali. L'arma risponde: «Il ritardo era dovuto ad esigenze istruttorie»

Persone citate: Bissacco, Gianni Armand-pilon, Giorgio Bissacco, Iacobelli, Lisi Bajram, Michele Franzé, Rocca Baldi, Tonini Radovan