Conte lancia la sfida «Lo scudetto è qui venite e prenderlo» di Antonio Conte

Torna in campo il capitano JUVENTUS Torna in campo il capitano Conte landa la sfida «Lo scodello è qoi venite e prenderlo» 'mt\ Antonio Conte TORINO. E' tornato il capitano. Sette mesi di calvario, qualche minuto nel finale della scorsa stagione, poi finalmente la certezza di essere di nuovo un giocatore indispensabile. E in buona salute. Conte ha una lunga cicatrice sul ginocchio e tanti conti in sospeso con la fortuna. Lippi gli ha ridato subito fiducia, pur di non rinunciare a lui l'ha riciclato in un ruolo di centrocampo insolito al quale Conte si sta adattando con la consueta caparbietà. Così la Juve ritrova uno dei suoi combattenti più accaniti. Il capitano ora è tranquillo: «Sto ritornando quello di prima. Qualche partita ancora e sarò a posto. Giocare a sinistra nel ruolo che è stato di Jugovic rappresenta un'esperienza nuova e l'affronto con grande serenità. Non attendetevi che galoppi sulla fascia e vada al cross, dovrò fare come sempre il giocatore di raccordo aiutando Deschamps che l'anno scorso ho lasciato solo per troppi mesi. Non è un ripiego, è un compito diverso che mi completa e magari mi permetterà di segnare qualche gol in più e, chissà, di ritrovare la maglia della Nazionale. Ma prima devo recuperare il ritmo di gioco e non è facile dopo quasi un anno senza calcio». Dal suo personale osservatorio Conte analizza la nuova Juve. Nuova per modo di dire, visto che a parte Inzaghi il resto non cambia. Per il centrocampista è un dato positivo non aver stravolto la squadra: «Siamo quelli dell'anno scorso e questo è un vantaggio perché non dobbiamo trovare l'intesa. Grinta, forza, umiltà e sacrificio: le doti della vecchia Juve sono rimaste inalterate. La prima partita vera ha confermato che c'è una solidità di base, il famoso zoccolo duro che non si accontenta mai. E' chiaro che senza Boksic e Vieri dovremo cambiare qualcosa, però potremo ottenere gU stessi risultati battendo altre strade. Non ci sono giganti? Si può vincere, per esempio, migliorando altre qualità come il recupero e il possesso di palla. Così subisci di meno. Oppure cercando il gol con percussioni nella zona centrale del campo. La tecnica non ci manca, la potenza non è sempre indispensabile. Il resto lo fa il tempismo. Il gol di Ferrara a Cesena dimostra che all'altezza si può sopperire in tanti modi». E il tridente che Lippi ha già messo in soffitta? Per Conte non è ancora il momento delle scelte definitive: «Non credo che l'abbia accantonato del tutto, perché con cinque attaccanti le soluzioni sono diverse e tutte valide. Diciamo che era giusto partire con la formula più collaudata e sicura in questo momento». L'ottimismo di Conte sfida lo scetticismo di chi non vede una Juve favorita: «Non mi stupisco, perché neppure l'anno scorso eravamo da primato. Per ora lo scudetto l'abbiamo noi con pieno merito e sarà difficile portarcelo via. Di solito parliamo poco e facciamo molti fatti. Sappiamo che ci sarà da battagliare più dello scorso anno, ma non mi risulta che la Juve si sia mai tirata indietro. Certo ripetersi è difficile, questo non significa che lasceremo lo scudetto per dedicarci alla Coppa come sento dire. Vogliamo tutto come prima, forse più di prima». Fabio Vergnano 'mt\ Antonio Conte

Persone citate: Antonio Conte, Boksic, Deschamps, Fabio Vergnano, Inzaghi, Jugovic, Lippi, Vieri

Luoghi citati: Cesena, Ferrara, Torino