La camorra lancia un'altra sfida di morte di Fulvio Milone
Napoli, padre e due figli le ultime vittime della guerra fra clan: 96 gli omicidi dall'inizio dell'anno Napoli, padre e due figli le ultime vittime della guerra fra clan: 96 gli omicidi dall'inizio dell'anno La camorra lancia un'altra sfida di morte ire uccisi vicino a una caserma NAPOLI. C'è sangue dappertutto, nella casa di via Quaranta. La polizia dice che i sicari hanno colpito a tradimento. Uno di loro forse conosceva le vittime designate: è riuscito a entrare nell'appartamento senza problemi, accolto come un amico dagli uomini che stava per ammazzare, portandosi dietro i complici. Prima di sparare hanno messo i silenziatori alle pistole: micidiali 357 Magnum, di quelle impugnate da Chnt Eastwood nei suoi film polizieschi. Solo che questa volta non si tratta di fiction: il cadavere riverso sul pavimento dell'atrio è in carne e ossa, come gli altri due corpi senza vita accasciati in cucina e in camera da letto, accanto al televisore ancora acceso. E così la camorra ha colpito ancora in questa pazza estate violenta: in barba all'esercito e a centinaia di poliziotti e carabinieri, spediti qui per dare manforte ai loro colleghi nella guerra senza quartiere tra lo Stato e la malavita. Nel mirino sono finiti Raffaele Altamura, 53 anni, e i suoi due figli Gaetano e Eduardo, di 28 e 26 anni, uccisi a due passi da una caserma dei carabinieri e dal commissariato di polizia. I tre erano pedine importanti di una mala che ormai si sta dilaniando con una lotta intestina per il controllo dei quartieri e perfino delle singole strade di Napoli. E nella stessa serata di ieri, in provincia, un nuovo agguato: due pregiudicati e un loro amico sono stati feriti alle gambe mentre chiacchieravano davanti a un bar ad Acerra, una cittadina alle porte del capoluogo. Il teatro della faida che ha decimato il clan degli Altamura è San Giovanni a Teduccio, un quartiere un tempo industriale della periferia orientale di Napoli. A scoprire il massacro è stata la moglie di Raffaele, Lucia Cordone: ha visto il cancello della palazzina e la porta di casa spalancate, è entrata e si è trovata davanti a uh lago di sangaei I corpi del marito e dei figli erano riversi sul pavimento, straziati da decine di proiettili al petto e al volto. Polizia e carabinieri sono arrivati in un baleno: la caserma e il commissariato si trovano a poche decine di metri dal luogo del triplice omicidio, ma questo particolare non ha scoraggiato affatto gli assassini. Le indagini procedono, come si suol dire, a senso unico: il clan Altamura è protagonista da circa sette anni di una faida che lo vede contrapposto ad un'altra famiglia, quella dei Formicola. Una guerra che non conosce tregue, e che è costata già decine di morti. Gli Altamura stanno avendo la peggio, a giudicare dai bollettini di morte diramati periodicamente dalla questura. Il capo della banda, Luigi, fratello di Raffaele, è stato ucciso con il figlio il 26 giugno dell'anno scorso. Le ultime vendette, prima del massacro di ieri, sono state consumate il 30 e 31 luglio scorsi. Il primo a cadere sotto i colpi di mitra di un commando è stato Agostino Notturno, uno che stava facendo carriera nel gruppo dei fratelli Formicola. Ventiquattr'ore dopo l'omicidio, la risposta implacabile del clan. Due uomini con il volto coperto sono entrati in pieno giorno nella falegnameria di uno dei fratelli Altamura, Ciro: hanno tentato di falciarlo con una raffica di mitra, ma non sono riusciti nell'impresa perché l'arma si è inceppata. Mentre carabinieri e polizia accorrevano nell'appartamento dov'è stato compiuto il massacro, i sicari della camorra sono tornati a colpire, questa volta in provincia. Ad Acerra sono stati feriti in modo non grave Salvatore Girardi, Mauro Tufano e Luigi D'Iorio, anche loro coinvolti in un regola¬ mento di conti fra bande rivali. Con quelli di ieri, Napoli è costretta a contare 96 morti ammazzati dall'inizio dell'anno. L'ennesima giornata di sangue e paura ha indotto il prefetto di Napoli, Giuseppe Romano, a convocare per oggi il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. «Quest'ultimo triplice omicidio è un fatto sconfortante - dice -, l'opinione pubblica non può più tollerare episodi del genere». Il presidente della giunta regionale, Antonio Rastrelli di An, è allarmatissimo. Chiede che l'esercito, oltre a presidiare i palazzi delle istituzioni, sia impiegato per pat- tugliare le strade di Napoli. Una militarizzazione massiccia della città, insomma? «La camorra spiega Rastrelli - deve essere affrontata in modo diverso. Lo Stato deve riappropriarsi del territorio in mano al crimine organizzato e per questo ci vogliono i militari. E per militari intendo professionisti seri, non ragazzi di leva». Ma il presidente della Provincia, Amato Lamberti, non è d'accordo: «Bisogna moltiplicare l'azione di intelligence piuttosto che aumentare la presenza delle forze dell'ordine». Fulvio Milone In un altro agguato ad Acerra i sicari hanno ferito tre persone davanti a un bar Il presidente della Regione «L'esercito deve pattugliare le strade» Un'immagine dell'agguato di ieri a Napoli
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