Jumbo si schianta sull'isola del sole

Secondo alcuni testimoni, prima dello schianto si sarebbe sentita una forte esplosione Il Boeing 747 sudcoreano era in fase di atterraggio: giallo sul numero dei passeggeri Jumbo si schianto sull'isola del sole Guam: oltre duecento morti, 50 i superstiti NEW YORK NOSTRO SERVIZIO E' caduto proprio quando il suo volo era ormai arrivato al termine. Il Boeing 747 della Korean Air aveva a bordo 254 persone e stava per atterrare all'aeroporto di Guam, il più esteso possedimento americano a Ovest, quando è andato a schiantarsi fuori pista. Cinquanta persone, secondo l'ultima informazione disponibile ieri pomeriggio, si sono salvate. Secondo la Cnn, qualcuno di loro sarebbe rimasto intrappolato nella fusoliera. L'aereo proveniva da Seul come volo 801. Poche ore dopo, come al solito, sarebbe ripartito per la capitale della Corea del Sud come volo 802. Si trovava a tre miglia all'impatto con la pista e dalla torre di controllo gli era già stato dato il via libera. Ma a quel punto, nessuno sa ancora perché, i contatti con i* controllori di volo dell'aeroporto si sono interrotti. Poco dopo si è sentito un gran boato e si sono viste in lontananza la fiamme, perché in quel momento a Guam era notte. «Ha mancato la pista!», si sono gridati l'un l'altro gli uomini della torre di controllo e subito è scattato l'allarme. L'aereo è finito in un terreno collinoso chiamato Nimitz Hill e prima di arrestare la sua corsa ha ripetutamente urtato contro le irregolarità del suolo. Sono stati quegli urti continui e violentissimi, oltre alle fiamme subito sprigionatesi, a uccidere la gran parte delle persone a bordo. Raggiungere la zona del disastro non è stato facile. I mezzi di soccorso, che pure si sono messi subito in moto, avevano difficoltà a correre in quel terreno accidentato e spesso restavano impantanati. Sono stati reperiti veicoli «fuori strada», ma intanto si è perso tempo prezioso. Prima di loro il posto è stato raggiunto da un elicottero della base militare dell'Air Force, quella che serve da «supporto logistico» per le operazione nella regione delle forze armate americane e di quelle alleate, alla quale da Washington è subito arrivato l'ordine di «fare tutto il possibile». Sono così cominciate le operazioni di salvataggio dei superstiti, ma è passato molto prima che si sapesse qualche cifra esatta. Anzi, per un po' c'era stata molta confusione anche rispetto all'esatto numero delle persone a bordo. Il primo era stato 331, poi era stato corretto a 231. Infine è stato specificato che i passeggeri erano 234 e i membri dell'equipaggio 20. L'ultima persona in vita che i soccorittori sono riusciti a estrarre dai rottami dall'aereo è una bambina dall'età apparente di sei anni che ora si trova all'ospedale in condizioni che vengono definite «estrememente critiche». Andrew Murphy, il responsabile della «Airport Authority» di Guam è stato interpellato per telefono dalla Cnn. Non ha saputo avanzare nessuna ipotesi sulla possibile causa del disastro. Ha detto di aver sentirò dire - ma senza riuscire ad avere una conferma sicura - che poco prima di perdere il contatto radio il pilota del Boeing 747 aveva denunciato un incendio a uno dei motori. Ma una cosa del genere, ha precisato, non può bastare a giustificare il repentino cambiamento di direzione subito dall'aereo quando ormai era a tre miglia dalla pista. Anche il maltempo, almeno per ora, viene escluso come possibile causa. A Guam la notte scorsa pioveva. Per tutto il giorno non aveva fatto altro e in alcuni momenti gli scrosci erano stati piuttosto violenti. Ma non si trattava di un uragano, non comunque uno di quelli capaci di avere un effetto qualsiasi un bestione volante come un Boeing 747. Qualcuno ha detto di avere sentito un'esplosione prima che l'aereo toccasse terra, il che renderebbe questa tragedia somigliante a quella che giusto un anno fa si è consumata sul cielo di New York e le cui cause sono ancora oggi un mistero. Ma anche su questo Andrew Murphy e gli altri responsabili ieri pomeriggio non intendevano ancora dire nulla. Da Washington è già partito un gruppo di investigatori del National Transportation Safety Board per iniziare le indagini, e ad esso si aggiungerà un gruppo di esperti della Boeing la cui partenza da Seattle, dove la compagnia ha sede, è già stata annunciata. L'aereo, ha detto la Boeing, era del tipo 747-300 ed era stato consegnato alla compagnia coreana nel dicembre 1984. In questi 13 anni di vita aveva accumulato poco meno di 50.000 ore di volo e quello che si stava accingendo a compiere a Guam era il suo atterraggio numero 8.433. Per gli standard della Boeing, dicono i suoi esperti, non era molto vecchio. Quello caduto l'anno scorso al largo di Long Isand a New York era stato consegnato alla TWA nel 1971. L'ultimo disastro aereo della compagnia coreana è avvenuto nel novembre 1987, quando un suo velivolo, mentre stava sorvolando il confine fra Thailandia e Burma, è scomparso nella giungla. C'erano a bordo 115 persone, tutte morte. Prima ancora, nel settembre 1983, c'era stata la tragedia famosissima dell'abbattimento da parte dei sovietici del suo volo 007, che era finito nello spazio aereo dell'Urss. Era un Boeing 747 come quello caduto ieri, a bordo c'erano 269 persone che furono disintegrate in aria dai missili sparati dai Mig sovietici. Per tracciare una specie di spartiacque fra il prima e il dopo di quella tragedia - che Washington denunciò come esempio di disumanità da parte dei sovietici, mentre quelli accusavano gli americani di essersi serviti di un aereo civile per «spiare» - la Korean Air Lines cambiò la sua ragione sociale, diventando semplicemente «Korean Air». L'isola di Guam appartiene agli Stati Uniti sin dal 1898, come conseguenza della guerra vinta contro la Spagna, che in quell'occasione perse anche molti suoi possedimenti nei Caraibi. Durante la Seconda Guerra Mondiale fu occupata dal Giappone e nei suoi paraggi avvennero le più grosse battaglie navali del Pacifico. Poi, nel 1950, l'isola fu dichiarata «unincorporated territory» degli Stati Uniti e ai suoi 150.000 abitanti fu riconosciuta la cittadinanza americana. Un terzo del suo territorio è occupato dalla «Anderson Air Force Base», nella quale prestano servizio regolarmente circa 2.500 soldati. Franco Pantarelli Secondo alcuni testimoni, prima dello schianto si sarebbe sentita una forte esplosione Il pilota aveva comunicato una emergenza a bordo «C'è un incendio» poi la trasmissione si è interrotta UN BOEING 747 DELLA KOREAN AIRLINES, IN VIAGGIO DA SEUL A GUAM [USA] NEL PACIFICO, SI E'SCHIANTATO SULL'ISOLA IN PROSSIMITÀ'DELL'AEROPORTO INTERNAZIONALE DIAGANA, ATTORNO ALLE 18,35 ORA ITALIANA [LE 2,35 DI MERCOLEDÌ' ORA LOCALE]. DELLE 257 PERSONE A BORDO SI SONO SALVATE SOLO IN 29 [ALTRE FONTI IERI SERA ELEVAVANO I SUPERSTITI A 49] Un Boeing 747 simile a quello della Kal caduto sull'isola di Guam: l'aereo è precipitato in fase di atterraggio

Persone citate: Andrew Murphy, Franco Pantarelli, Long Isand