La prima volta di D'Alema in Vaticano

Il leader della Quercia un'ora a colloquio con il cardinale: hanno parlato di scuola Il leader della Quercia un'ora a colloquio con il cardinale: hanno parlato di scuola La prima volta di D'Afona in Valicano Sul tappeto il nodo dei contributi agli istituti non statali Botteghe Oscure al lavoro per un incontro con il Papa CITTA' DEL VATICANO. Un altro muro, invisibile, è caduto: il segretario del partito che ha ancora nel suo stemma la falce e il martello ha varcato, per la prima volta, il confine, anch'esso invisibile, fra Stato italiano e Santa Sede. Massimo D'Alema però non è entrato nell'anello delle mura vaticane, nello «Stato» vero e proprio. Ha comunque violato il limite dell'extraterritorialità, incontrando per due volte - l'ultima la settimana scorsa, probabilmente martedì - il card. Pio Laghi, prefetto della Congregazione per l'educazione cattolica, nell'appartamento del porporato, in piazza Città Leonina. Proprio davanti a Porta Sant'Anna, uno degli ingressi principali al minuscolo Stato. Nel 1948 chi votava comunista era soggetto a scomunica; e adesso il «Segretario», l'erede di Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer si reca, per due volte, a casa di un importante porporato, uno dei principali collaboratori di Giovanni Paolo II. E' un avvenimento per certi aspetti storico, anche se legato, per la forma, alla discussione di un tema specifico, quello della cosiddetta «parità» scolastica, cioè gli aiuti finanziari dello Stato alle scuole private. Ma è proprio la scelta dell'argomento di conversazione ad aumentare l'importanza dell'incontro. Non è un tema secondario, per la Chiesa italiana: il calo delle vocazioni, specialmente religiose, ha privato gli Istituti di personale insegnante spesso poco più che gratuito. E il calò delle nascite gli ha sottratto la materia prima. Quindi, la crisi. E sulla possibile soluzione, che molti giudicano anti-costituzionale, si prospetta una batta¬ glia politico-parlamentare molto accesa. Una, anzi due visite molto importanti. Che potrebbero, in un futuro non lontano, aprire ben altre porte al segretario. Nel marzo scorso si erano diffuse voci insistenti di trattative e contatti fra Botteghe Oscure e il Vaticano per organizzare un'udienza - e quando avverrà sarà davvero storica - di Massimo D'Alema dal Papa. Tutto un pomeriggio sul tam tam delle agenzie era rimbalzata la notizia, fino a cadere vittima di una secca smentita pidiessina. E Alceste Santini, vaticanista dell'Unità e storico «ambasciatore segreto» fra i due mondi, si era trincerato dietro un diplomatico «no commento. Dal Papa, in forma non ufficiale, sono stati Francesco Cossiga e Giovanni Spadolini; Bettino Craxi e Giovanni Goria; Carlo Azeglio Ciampi e Silvio Berlusconi, oltre a Lamberto Dini. E nel 1994 Walter Veltroni, allora direttore dell'Unità, illustrò al Papa l'iniziativa di offrire con il quotidiano i Vangeli. Insomma, i tempi appaiono maturi anche per Massimo D'Alema. Anche perché a sinistra si sta manifestando un'evidente voglia di porpore: Ingrao in chiesa con il cardinal Silvestrini, Bertinotti a dialogo con il cardinal Tonini, D'Alema con il cardinal Laghi; due volte, anzi forse tre, se il porporato accetterà l'invito di recarsi a Gallipoli, per ricevere il «Premio Barocco», destinato all'impegno profuso nelle scuole e nell'università. Insomma, nell'album del dialogo manca solo la foto del «Segretario» con Giovanni Paolo II. Forse non si dovrà attendere troppo a lungo. [mar. tos.] Il segretario del pds Massimo D'Alema

Luoghi citati: Citta' Del Vaticano, Gallipoli