TONINO E LA POLITICA SPETTACOLO di Gianni Vattimo

TONINO E LA POLITICA SPETTACOLO TONINO E LA POLITICA SPETTACOLO DIFFICILE, una volta tanto, non dar ragione a Marco Taradash, che definisce la scelta tra Di Pietro e Curzi come una scelta tra la padella e la brace. Anche se non per gli stessi motivi a cui pensa l'arguto deputato già antiproibizionista e ora pannellian-berlusconiano, bisogna riconoscere che la situazione che si è determinata con queste due contrapposte candidature, e con gli scambi di cortesie che ci sono stati ieri, ha qualcosa di grottesco, e finirà probabilmente per danneggiare non tanto l'elezione suppletiva del Mugello, quanto la stessa alleanza di centrosinistra che governa il Paese. Si potrebbe riassumere tutto in un motto: chi di politicaspettacolo ferisce - con quel che segue. Se ci era sembrato francamente esagerato pensare di candidare Pacciani come alternativa a Di Pietro (benché fosse una pensata dadaisticamente geniale), la candidatura di Curzi è invece perfetta. Né l'uno né l'altro dei due possibili candidati ha niente che fare con il Mugello; le loro credenziali, sebbene in modi diversi, sono tutte di tipo «spettacolare»: Di Pietro è popolare come grande castigatore di corrotti, ma anche Curzi, ai tempi di Telekabul, ha fatto un telegiornale «d'assalto», che la gente non apprezzava, asetticamente, come esempio di buon giornalismo, ma come un'altra forma di quella resa dei conti con la corruzione nella quale, sul piano giudiziario, si distinse Di Pietro. Non c'è dunque ragione di stare con Curzi piuttosto che con Di Pietro; anche se Curzi Gianni Vattimo CONTINUA A PAG. 6 QUARTA COLONNA