New York rivive i giorni delle bombe
New York rivive ■ giorni delle bombe New York rivive ■ giorni delle bombe Parte il processo al capo dei terroristi islamici NEW YORK. Oggi comincia il processo contro Ramzi Yousef, accusato di essere stato la mente dell'attentato al World Trade Center (le «Torri gemelle») del 1993. Quel giorno, come si ricorderà, è stato uno dei più terribili della storia recente di New York. Una potente bomba esplosa nel garage sotterraneo sprigionò una colonna di fumo densissimo che, grazie all'«effetto camino», arrivò fino al tetto, seminando nel suo cammino sei morti e oltre mille feriti per intossicazione. Per quell'attentato sono già stati condannati quattro uomini a 240 anni ciascuno, ma il principale accusato, appunto Ramzi Yousef, all'epoca riuscì a fuggire all'estero nonostante l'enorme servizio di sorveglianza attivato immediatamente. E' stato catturato nel 1995 in Pakistan e subito estradato negli Stati Uniti, con una pro¬ cedura su cui i suoi avvocati non mancheranno certo di dare battaglia. Nello stesso periodo, in Giordania, è stato arrestato l'altro imputato di questo processo. Si chiama Eyad Ismoil ed è accusato di essere stato colui che quel giorno ha materialmente guidato il furgoncino carico di esplosivo nel garage del World Trade Center. Ismoil, a quanto pare, ora ha deciso di separare il suo destino da quello di Yousef. La sua tesi difensiva è infatti che lui non aveva la minima idea che in quel furgoncino ci fosse una bomba. Era convinto, dice la sua «memoria difensiva», di trasportare saponette per conto di Yousef, che lo aveva convinto di essere un uomo d'affari intenzionato a mettere in piedi un commercio di articoli da bagno. • L'inizio formale del processo, con l'apertura degli argomenti dell'accusa e della difesa, doveva avvenire ieri, ma siccome un membro della giuria si è dichiarato malato è stato rinviato ad oggi. Intanto però il presidente del tribunale, Kevin Duffy, ha interrogato i giurati presenti per accertare se l'episodio di quattro giorni fa, il mancato attentato suicida che ha scosso New York, li avesse in qualche modo influenzati. Dopo i colloqui Duffy ha deciso di esonerare uno dei giurati. Non ha spiegato la ragione, ma ha detto che non dipendeva da come aveva risposto alle sue domande. Oggi al suo posto ci sarà uno dei giurati supplenti. L'idea iniziale che ci fosse una relazione fra questo processo che si avviava a cominciare e l'attentato che volevano compiere Gazi Ibrahim Abu Mezer e Lafi Khalil, i due uomini arrestati quattro giorni fa, a quanto pare è definitivamente caduta; ma le autorità non si sentono di abbassare la guardia dopo la scoperta che soltanto per poche ore si è evitata una tragedia di proporzioni enormi. Ieri si potevano vedere reparti di polizia un po' dappertutto, a New York, impegnati a sorvegliare i possibili obiettivi, come le sinagoghe, il palaz¬ zo delle Nazioni Unite e gli uffici pubblici, primi fra tutti i tribunali. Fra le accuse contro Yousef, infatti, c'è anche quella di avere progettato «un giorno di fuoco» a New York, da realizzare attraverso esplosioni a catena in vari uffici pubblici, alle Nazioni Unite e nei principali tunnel che collegano l'isola di Manhattan al resto della città. Doveva avvenire in coincidenza con la presenza a New York del presidente egiziano Mubarak, anche lui previsto fra le vittime. Quanto alla metropolitana, che era l'obiettivo dichiarato del progetto di Abu Mezer e Khalil e che con le centinaia di migliaia di persone che trasporta ogni giorno costituisce un punto di estrema vulnerabilità, anch'essa ieri pullulava di poliziotti. Franco Santarelli Il principale accusato Ramzi Yousef catturato in Pakistan La polizia rafforza le misure di sicurezza nella metropolitana Le Twin Towers dopo l'attentato nel 1993
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