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«Sì ai pentiti, ma quando è possibile una verifica» Carla Del Ponte, procuratore generale della Svi2zera «Sì ai pentiti, ma quando è possibile una verifica» COURMAYEUR. Sì ai pentiti, ma con giudizio. L'invito arriva da Carla Del Ponte, procuratore generale della Confederazione Elvetica: «I pentiti sono uno strumento importante, ma le loro dichiarazioni vanno sempre verificate. Non dimentichiamolo, il pentito prima di tutto è un criminale. Se quello che dice non può essere verificato, allora non può nemmeno essere utilizzato». Mette il frerio a mano, Carla Del Ponte, esperta di questioni italiane, anche quando si tratta di entrare in polemica più apertamente. Il suo è un discorso generale. Dei processi specifici non vuol dire niente. «Il processo Andreotti? Ne so come tutti quelli che leggono i giornali», taglia corto. «Non si può verificare se il bacio sia stato dato o meno? Ma è così importante?» Saranno trecento ad ascoltare Carla Del Ponte e le altre protagoniste del dibattito organizzato dalla Fondazione Courmayeur, sotto al gazebo del Jardin de l'Ange. Tut¬ ti turisti, all'80 per cento pensionati. Passa pure l'ex sindaco di Milano Marco Formentini, ma poi tira dritto per lo shopping. Gli applausi più sentiti li riceve Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone. Anche lei dice che i pentiti sono importanti, ma ci tiene a ricordare che «Giovanni quando interrogò Tommaso Buscetta sapeva già tutto, aveva solo bisogno di verifiche». E aggiunge: «Evitare ai pentiti il carcere duro o l'ergastolo, va bene. Ma non voglio vedere Giovanni Brusca in mezzo alla strada». L'inciso va al killer di suo fratello, quello che schiacciò il bottone del telecomando per far saltare mezza autostrada a Capaci, più l'auto con Falcone, sua moglie e la scorta. Maria Falcone, conversando con i giornalisti, ha poi annunciato di voler querelare il discusso giudice Corrado Carnevale per dichiarazioni apparse nei giorni scorsi, secondo le quali Giovanni Falcone sarebbe stato «un uomo avvicinabile». If. poi.]