«Ora la mafia si può vincere» di C. M.

«Ora la mafia si può vincere» «Ora la mafia si può vincere» Polo e Ulivo uniti, Reggio non è più sola REGGIO CALABRIA DAL NOSTRO INVIATO Italo Falcomatà, qualche giorno fa ha ricevuto una busta con tre proiettili di kalashnikov, un po' di gelatina esplosiva e una lettera di minacce. Tre giorni prima gli avevano bruciato il portone di casa. Aveva pensato di dimettersi. Ieri, invece, accanto a Walter Veltroni e ai ministri Treu e Bersani, ha detto: «Anche noi, ora, possiamo dichiarare guerra alla mafia». E per mafia il sindaco intendeva quello «stato maggiore di poche persone che nel chiuso di una stanza ha potuto concepire una minaccia così forte e così brutale». Certo che non basta la solita sfilata di auto blu nelle vie assolate e deserte del centro di Reggio. Anche perché, insiste il sindaco, «qui, quel sistema, è ramificato, potente e sicuro». Si muove sul suo territorio, inquina la vita, la politica, l'economia. Veltroni s'è presentato con i ministri dell'Industria e del Lavoro e tre sottosegretari per una «riunione di lavoro» con la giunta di Reggio. La settimana scorsa era venuto il ministro dei Lavori pubblici Costa portando un pacchetto di 84 miliardi di finanziamenti. Poi è venuto il capo della polizia Masone. Ieri il vice presidente del Consiglio s'è presentato con un progetto «un po' più impegnativo della solita solidarietà». Cosa farà dunque il governo? Intanto il piano di metanizzazione per Reggio che è l'unica grande città dove il gas si usa ancora con le bombole. Poi, ha detto Treu, a settembre-ottobre partiranno quell'insieme di misure per l'occupazione già approvate dal governo (lavori di pub- blica utilità, borse-lavoro, sostegno ai giovani imprenditori, etc). Bersani ha aggiunto che il governo vuole riavviare il sistema degli incentivi per chi farà investimenti al Sud finalizzati all'occupazione. Ci sono già varie centinaia di progetti, oltre un migliaio di miliardi che dovrebbero dare quasi 2 mila posti in tre anni. Il tutto - è la promessa del ministro dell'Industria con meccanismi burocratici super semplificati, quasi «autocertifi cabili». Che garanzie ci sono che tutto questo non si traduca nelle solite promesse che tutti i governi della repubblica hanno fatto da sempre ai calabresi senza poi quasi mai mantenere? «La garanzia - ha detto Veltroni - è che le cose di cui abbiamo parlato non sono solo ipotesi, ma misure già approvate dal governo». Bisogna metterle in movimento. Ma, come ha detto Bersani, per far questo occorre che la Calabria non sia più il regno della mafia e del sopruso: «Nell'epoca della globalizzazione economica e della competizione tra regioni, non si può certo com¬ petere se per lavorare bisogna fare i conti con la criminalità». Falcomatà, molto rassicurato dalla giornata, ha poi raccontato di aver ricevuto di nuovo ieri - la solidarietà da tutta la politica italiana, «Polo e Ulivo» e che Reggio Calabria, dunque, non è «più sola». E un migliaio di persone hanno aspettato il sindaco e Veltroni a un dibattito nell'auditorium del nuovo centro direzionale in periferia. Non capitava da un sacco di tempo. [c. m.]

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