La strana Italia vista dalla Bicamerale di Antonella Rampino

La strana Italia vista dalla Bicamerale La strana Italia vista dalla Bicamerale Fra proposte stravaganti e idee contraddittorie mentari. Gubert e Delfino (ccdcdu) propongono addirittura uno Stato-nazione fondato sugli enti pubblici, comprese naturalmente, come specificato in appositi commi, «le comunità montane». E gli enti pubblici, quelli veri, le bestie nere della Pubblica Amministrazione, per il magistrato dei Verdi Giovanni Lucrano di Ricco addirittura «autonomi ed autarchici». Per chiarire meglio il concetto, il senatore insiste proponendo di sostituire il pubblico al privato ogni qualvolta si può. Le cose si aggravano vistosamente nelle parti della nuova Costituzione che toccano le questione di collegio, le aree dove i deputati vengono eletti, insomma quello che ai tempi di Peppone e Don Camillo si chiamava «il campanile». Con qual- che lodevole eccezione, beninteso: il leghista Amorena, che è di Treviso, vorrebbe che l'Emilia e la Romagna fossero due regioni diverse. Il portavoce dei Verdi Manconi vorrebbe veder messo nero su bianco che le Regioni possono stabilire intese e collaborazioni tra loro, e farlo anche con gli Stati esteri: ci si immagina già il proliferare di ambasciate della Lombardia nella Ruhr, del Veneto nello Guan Zhong, e così via. Mentre con popolare saggezza l'onorevole Monticone (che è appunto dei Popolari) consiglia di prevedere per il futuro, e certo in casi che riguardino «l'interesse nazionale», la nascita di ulteriori, nuove province: il nostro è di Sommariva Perno, che presto dunque potrebbe non essere più in provincia di Cuneo. Del resto, non si può credere che Hparticulare sia ossessione solo dei parlamentari, forse lo è di tutti gli italiani. Dunque è forse solo per una corretta interpretazione del sistema maggioritario, che pone l'eletto in diretta rappresentanza dei propri elettori, e non di tutta la collettività, com'era per effetto del proporzionale, che l'onorevole sassarese Gianni Nieddu (Sinistra Democratica) vorrebbe costituzionalizzare il principio per cui la politica economica dell'Italia tutta si informa «alla valorizzazione del Mezzogiorno e delle Isole». Solo ai maligni verrebbe in mente che, oltre alla resurrezione della Cassa del Mezzogiorno, si potrebbe avere anche la genesi del Fondo per le Isole. Come in tutte le umane cose, il florilegio potrebbe continuare. Ma non senza aver detto del senatore Napoli Roberto (ecd), che pur essendo nato a Battipaglia si sente epigono del principe di Salina: ha presentato 5 emendamenti all'articolo 85, costituiti di una riga sola. «Il numero dei deputati è di 400». E poi, «Sostituire la parola 400 con 500», «Sostituire 500 con 550», «Sostituire 550 con 600». Fino ad arrivare a «Il numero dei deputati è di 630». Quanti sono oggi, appunto. Antonella Rampino Fra le idee «ambasciatori di ogni Regione in tutti gli Stati»

Persone citate: Gianni Nieddu, Guan Zhong, Gubert, Manconi, Monticone, Ricco, Salina, Verdi Giovanni