Fìsco a settembre cambia tutto di Roberto Ippolito

Visco prepara la grande rivoluzione. Addio Ilor e Iciap, nuove detrazioni Visco prepara la grande rivoluzione. Addio Ilor e Iciap, nuove detrazioni Fìsco, a settembre cambia tutto Arriva l'Irap, meno aliquote Irpef Sgravi alle famiglie e «riccometro» ROMA. Cambia tutto. Ma alla fine non deve cambiare niente. E' il destino dell'Irpef, l'imposta sui redditi. E la promessa del ministro delle Finanze Vincenzo Visco. Una commissione tecnica insediata da Visco sta studiando le soluzioni per quadrare il cerchio. Il governo dovrà riuscire a non far pagare più tasse, pur cambiando le aliquote fiscali, riducendo da sette a cinque le fasce progressive di reddito alla base del calcolo dell'imposta e aumentando le detrazioni per le famiglie numerose. Nulla ancora di deciso, ma Visco si sente pronto: in un'intervista al «Sole 24 ore» annuncia per settembre la presentazione al consigUo dei ministri della nuova curva Irpef. A prevederla saranno i decreti delegati che il governo dovrà emanare rispettando una legge delega. In attuazione della delega, l'aliquota minima deve essere compresa tra il 18 e il 20%; potrebbe riguardare i redditi fino a 15 milioni e attestarsi al 19% secondo alcune ipotesi circolate e smentite «categoricamente» dal ministero che fa presente che la commissione non ha concluso il lavoro. Sempre in base alla legge delega l'aliquota massima non supererà il 46%; secondo le voci smentite potrebbe fermarsi al 45% e interessare i redditi sopra i 120 milioni (mentre oggi si paga il 51% sui redditi oltre i 300 milioni e il 46% tra 150 e 300). Ma allora paga di più chi guadagna meno? E di meno chi ha redditi elevati? Visco giura di non voler favorire i ricchi: interverrà sulle detrazioni per far in modo che che non vengano colpiti i cittadini meno abbienti. Il ministero garantisce che non ci saranno variazioni di gettito «né appesantimenti di imposta per le fasce medio-basse di reddito in attuazione di quanto deciso in parlamento». Dopo il parere delle camere, i decreti delegati dovranno avere il via libera finale dal consiglio dei ministri entro il 30 novembre. E saranno applicati dal primo gennaio 1998: l'anno prossimo, quindi, vedrà la luce insieme alle nuove tasse (oggetto della dichiarazione dei redditi da presentare nel 1999). Che l'Irpef aumenti è fuor di dubbio, così come è certo che i cittadini non pagheranno (come dice Visco) «sostanzialmente» niente di più. Com'è possibile? La commissione ministeriale sta verificando in che misura incrementare l'imposta sui redditi per compensare il fatto che i lavoratori dipendenti non pagheranno più i contributi sanitari. Con l'introduzione dell'I rap (l'imposta regionale sulle atti vita produttive a carico di lavora tori autonomi e imprese) scompariranno infatti i contributi sanitari, la tassa sulla salute, l'Ilor, l'I ciap, le concessioni comunali e la concessione sulla partita iva. Pertanto l'Irpef versata dal 1998 sarà equivalente alla somma di Irpef e contributi sanitari nel 1997. Con l'individuazione tra il 18 e il 20% dell'aliquota minima, è at tesa la scomparsa degli attuali due primi scaglioni di reddito sui quali si calcola l'imposta: finora si paga il 10% fino a 7,2 milioni e il C0SPIA «PRESSIONE» DEL FISCO (Prelievo sulle imprese nell'ultimo anno, valori %) 1-07-97 Argentina 33 Cile 15 Cina 33 Francia 36,6 Germania 44-57 Giappone 51,6 ITALIA 53,2 Portogallo 39,6 Regno Unito 31 Spagna 35 Usa 40 Svezia 28 Fonte: KPMG Il ministro Vincenzo Visco LE «CURVE» A CONFRONTO Curva dell'Irpef in vigore e ipotesi allo studio della Commissione ministeriale Le aliquote attuali Scagliani di reddito Aliquata (in milioni di lire) (in%) Finoa7,2 10 Daollre7,2a 14,4 22 Da oltre 14,4 a 30,0 27 Da oltre 30,0 a 60,0 34 Da oltre 60,0 a 150,0 41 Da oltre 150,0 a 300,0 46 Oltre 300,0 51 Llpotesi di riordino Scaglioni di reddito Aliquota (in milioni di lire) (in %) Finoal5,0 19 Da oltre 15,0 a 30,0 27 Da oltre 30,0 a 60,0 34 Da oltre 60,0 a 120,0 40 Oltre 120,0 45 22% da 7,2 a 14,4. Le tre aliquote successive attuali non subiranno aumenti. Il 27% oggi pagato tra 14,4 milioni e 30 milioni potrebbe essere confermato, eventualmente rivedendo il limite inferiore (che potrebbe essere portato a 15 milioni). Il 34% pagato tra 30 e 60 milioni non dovrebbe essere toccato. Attualmente c'è poi uno scaglione compreso tra 60 e 150 milioni per il quale si paga il 41%; se¬ condo le voci smentite dal ministero questo scaglione potrebbe riguardare i redditi fino a 120 milioni tassati al 40%. Poi c'è l'ultimo scaglione. Ma c'è ancora tempo per definire le aliquote, come le nuove detrazioni. C'è solo la certezza che saranno agevolate le famiglie numerose. Un impegno in questa direzione è contenuto nel programma di governo. Sono molte le idee sulle quali ragiona: fra queste l'ipotesi di triplicare lo «sconto» fiscale per ogni figlio a carico, attualmente pari a 94.400 lire. Non sembrano probabUi maggiori detrazioni per il coniuge a carico. Potrebbero invece essere incrementate le detrazioni per il lavoro dipendente e quello autonomo; c'è chi ipotizza di graduare le detrazioni in base al reddito. Fra le proposte su cui si discute nella com¬ missione c'è la riduzione dal 22 al 19% delle spese detraibili (cure mediche, mutui, polizze). Per Visco, i decreti delegati rappresentano un'importante opera di razionalizzazione: meno aliquote fiscali (come avviene in prevalenza in Europa), meno tipi di imposta con la nascita dell'Irap. E il cerchio si chiude. Roberto Ippolito

Persone citate: Vincenzo Visco, Visco