La Cia confessa: abbiamo arruolato gli Ufo di Franco Pantarelli

La Cia confessa; abbiamo arruolato gii Ufo La Cia confessa; abbiamo arruolato gii Ufo La psicosi dei marziani serviva per nascondere gli aerei-spia NEW YORK NOSTRO SERVIZIO La Cia sapeva benissimo che tutte le chiacchiere degli Anni 50 e 60 sugli Ufo erano per l'appunto chiacchiere e che gli «oggetti volanti non identificati» erano in realtà gli aerei-spia U-2 e SR-71 che la Cia medesima, in collaborazione con l'Aviazione militare americana, stava «gestendo». Ma piuttosto che tranquillizzare la gente dicendo la verità, preferì mettere in giro spiegazioni inverosimili del tipo: si tratta di fenomeni atmosferici. La conseguenza fu che la «paura dei marziani» si diffuse senza freni sia fra le popolazioni della California e del Nevada (dove si trovavano le basi degli aerei-spia e quindi gli «avvistamenti» dei presunti Ufo erano più frequenti), sia a Washington, fra uomini del governo e delle forze armate che erano all'oscuro dell'esistenza degli ae- rei-spia. Ora che è passato tanto tempo, quell'antica bugia viene tranquillamente ammessa in un libro, che è poi la raccolta di una serie di articoli apparsi a suo tempo in «Studies of Intelligence», una pubblicazione segreta riservata agli alti gradi della Cia. L'autore è Gerald Haines, che è lo storico del National Reconnaissance Office, cioè la branca della Cia che oggi gestisce i pronipoti dei U-2 e degli SR-71, vale a dire i satelliti-spia. La differenza sta nel fatto che l'esistenza dei satelliti è nota a tutti e anzi costituisce un dei punti fondamentali della potenza americana, mentre in quegli anni lontani il possesso degh' aerei-spia era considerato un vantaggio nei confronti del nemico e si voleva evitare che i sovietici ne venissero a conoscenza. Loro comunque non credettero né agli Ufo né ai fenomeni atmosferici. Quei velivoli capaci di volare a 30.000 metri (in un'epoca in cui la massima altezza considerata raggiungibile era di 15.000), per i comandi militari sovietici non erano altro che armi del nemico, e infatti nel 1960 ne abbatterono uno e catturarono il suo pilota, Gary Powers. L'episodio fece saltare un incontro al vertice fra l'allora Presidente Eisenhower e Nikita Krusciov, ma neanche in quell'occasione la Cia ammise che quelli che la gente considerava velivoli extraterrestri erano in realtà degli aerei-spia. Anzi, siccome il problema degli avvistamenti - si scoprì - veniva dal fatto che gli U-2 riflettevano i raggi solari e quindi risultavano «luminosi», l'industria che li prodùceva (la Lockeed, ve la ricordate?) decise di dipingerli di nero. Poi l'SR-71, che costituiva la «seconda generazione», fu prodotto direttamente in quel colore, e infatti veniva chiamato «Blackbird», uccello nero. E' destinata, questa ammissione della Cia, a porre fine alle storie sugli extraterrestri? Solo parzialmente. Una parte degh «ufologi», infatti, ha per così dire «accettato» la spiegazione fornita, ma allo stesso tempo ha rilanciato con un «Cos'altro ci avete nascosto in tuti questi anni?». Un'altra parte, la più consistente, rimane invece ancorata alla teoria che è alla base di «Independence Day», e cioè che il governo «sa molte più cose di quelle che dice» e che da qualche parte, in località segretissime, sono conservati velivoli venuti dallo spazio e ci sono perfino degli «alieni» tenuti prigionieri. Chissà, se a suo tempo si fosse detta subito la verità forse la «ufomania» non si sarebbe mai sviluppata e i produttori di «Independence Day» avrebbero dovuto cercare altri soggetti per realizzare i loro enonni incassi. Franco Pantarelli Passeggeri bloccati Negli Anni 50 e 60 l'aviazione americana giustificò gli avvistamenti come fenomeni atmosferici

Persone citate: Eisenhower, Gary Powers, Gerald Haines, Nikita Krusciov

Luoghi citati: California, Nevada, New York, Washington