Curzi, un «rosso» contro Di Pietro di Guido Tiberga

Cuiii, un «rosso» contro Di Pietro Cuiii, un «rosso» contro Di Pietro «Lo faccio solo per evitare un plebiscito» «Se avessi ancora un telegiornale per dire quello che penso, non avrei certo bisogno di candidarmi contro Di Pietro. Adesso però...». Il vocione di Sandro Curzi è sempre quello di Telekabul. L'ex direttore del Tg3 e del tg di Telemontecarlo risponde al cellulare dall'Isola d'Elba, e racconta: «Qualche giorno fa, Fausto Bertinotti mi ha chiesto di candidarmi al Mugello per Rifondazione comunista...». Dopo la candidatura fantasma di Gino Bartali. Dopo che il fascista Pisano ha dichiarato il suo appoggio all'ex leader di Mani Pulite. Dopo la carta disperata di Paolo Bartolozzi, il vice di Rocco Buttigliene al edu, sceso in campo per il Polo delle Libertà, ecco un nuovo nome della telenovela estiva del Mugello. Un uomo della sinistra dura e pura, proprio nel momento in cui Di Pietro ha dichiarato di aver scelto l'Ulivo «perché nel Polo, accanto a tanta brava gente, ci sono persone inaffidabili...». Curzi, sia sincero, lei a Bertinotti ha detto subito sì? «Ho detto che ci avrei pensato. Ero perplesso, ma oggi mi sono commosso, e a questo punto potrei anche dire di sì». Perché commosso, scusi? Che altro è successo? «Ero a Porto Azzurro, per presentare il mio libro, II compagno scomodo: ho parlato di me, del mio passato, della mia vita. E alla fine alcuni villeggianti che venivano proprio dal Mugello mi hanno fatto la stessa domanda di Bertinotti». Le hanno chiesto anche loro perché non scende in campo contro Di Pietro? «Sì, e la cosa mi ha emozionato e imbarazzato. Un conto è se me lo chiede un segretario di partito come Bertinotti, oppure se lo fanno i miei vecchi amici del pei toscano. Ma stavolta me lo hanno chiesto persone che al Mugello ci vivono, gente di sinistra che non può riconoscersi in uno come Di Pietro». «Uno» come, scusi? «Uno che dice che è contro la politica e poi vuole fare il senatore...». E lei, oltre a commuoversi, che cosa ha risposto? «Ho detto che ci sto pensando. Io non sono tipo da scendere da nessuna parte, tantomeno in politica. Io sono un giornalista, magari in pensione, ma sempre un giornalista che vorrebbe continuare a fare il suo mestiere. Questo però è un caso particolare... Oltre tutto, in questo momento, io non ho molti spazi per spiegare, per discutere». Beh, Sandro Curzi contro Antonio Di Pietro sarebbe una bella sfida 0 no? «Guardi che non sono così presuntuoso. Non mi illudo affatto di essere eletto. Però credo che si debba fare di tutto per evitare un plebiscito. Di Pietro è un uomo preoccupante, ma non per me. Per la democrazia». Ma davvero non la tenta un seggio al Senato, magari conquistato contro un candidato che tutti considerano blindatissimo? «Senta, se io avessi voluto andare in Parlamento, avrei avuto vita molto più facile accettando la candidatura che D'Alema e il pds mi avevano offerto alle ultime politiche». D'Alema ora ha candidato Di Pietro. Che effetto le fa? «Io sono un uomo abituato a ragionare per ideali: per me un uomo di destra e un uomo di sinistra sono due persone diverse che hanno soluzioni diverse per i problemi di un Paese». Insomma, Di Pietro non le piace proprio. Sbaglio? «Non è questione di piacere a me. Io mi chiedo solo: Antonio Di Pietro, di fronte ai problemi del Paese, ha una soluzione fhe ^i rifa ai principi della socialdemocrazia oppure no. Io, questo, non l'ho ancora capito. Non ho capito perché si è candidato con l'Ulivo». Lo ha spiegato lui: perché nel Polo, «allo stato», c'è gente inaffidabile. Non le basta? «E come potrebbe bastarmi, scusi? Le sembra un programma, una motivazione ideale? Non ci si può schierare a destra o a sinistra a seconda che i compagni di squadra ci siano più o meno simpatici. Se non ci fosse Berlusconi, lui sa¬ rebbe con i nostri avversari. E a me questo non sta bene: la politica è un'altra cosa. Questo è un Paese che ha molte emergenze. Prenda ad esempio il caos delle ferrovie, e alle emergenze si risponde con le soluzioni». E secondo lei Di Pietro non ha soluzioni? «Gliel'ho già detto: io vorrei capire se le sue sono soluzioni di sinistra oppure no». Bertinotti dice che una sua eventuale candidatura dovrà <crispettare il processo democratico»... «E vorrei vedere... Guardi, io continuo a credere che la soluzione migliore sarebbe un candidato locale. Se per evitare un plebiscito serve il mio aiuto, sono qui: ma se per caso Di Pietro decidesse di lasciar perdere, allora mi ritirerei subito anch'io. Io, in fondo, vorrei solo continuare a fare il giornalista». Guido Tiberga

Luoghi citati: Porto Azzurro