New York strage evitata per 12 ore

Uno dei due arrestati era già stato fermato e identificato come terrorista Uno dei due arrestati era già stato fermato e identificato come terrorista New York, strage evitata per 12 ore Idue arabi avevano telefonato ai loro referenti di Hamas Ma l'organizzazione nega: non ce l'abbiamo con l'America NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Erano collegati con le esplosioni di Gerusalemme i due uomini arrestati a New York giovedì, cioè il giorno dopo, mentre preparavano un attentato a una stazione della metropolitana di Brooklyn? Ufficialmente si nega ma ufficiosamente si ammette che la ricerca di questo collegamento è in corso. «0 fra le due cose c'è un rapporto o si tratta di un'incredibile coincidenza», dice un membro del pool di investigatori di cui fanno parte uomini della polizia di New York e dell'Fbi. Ma il «timing» non è il solo indizio. C'è la scoperta che i due uomini, Gazi Ibrahim Abu Mezer di 23 anni e Lafi Khalil di 22, nei giorni scorsi hanno fatto varie telefonate, dai negozi vicini all'appartamento di Brooklyn dove si erano provvisoriamente installati, dirette proprio all'organizzazione Hamas, quella che ha rivendicato l'attentato di Gerusalemme. «E' assolutamente assurdo», ribatte dalla Giordania Moussa Abu Marzook, il leader del «braccio politico» di Hamas che nel maggio scorso è stato liberato dalla prigione americana in cui si trovava e spedito appunto in Giordania dopo che gli israeliani, ai quali era stato «offerto» perché lo processassero, avevano risposto «no, grazie». Secondo lui i due arrestati di New York sono dei «cowboys» privi di collegamenti. La stessa cosa dice il «braccio armato» di Hamas, che ieri ha mandato per fax un suo volantino a vari organi di informazione. «Neghiamo ogni relazione dice il volantino - fra noi e i due prigionieri e respingiamo ogni accusa contro di noi. Hamas non considera il popolo americano un suo nemico e non prende di mira le sue comunità. Il solo obiettivo di Hamas sono i sionisti che occupa- PAGINA VALORI MORALI gli anni dello stragismo, del sovversivismo dall'alto». Dunque c'era qualche giustificazione, nella scelta di infliggere sofferenze e morte. Dunque la lotta continua, intima compagna, contro una democrazia che non viene ringraziata per come ha resistito. E continua, subdolo, l'autoaccecamento mentale. Per i comunisti il Discorso è stato sempre «Più Amplio, Più Complicato», di quanto dicessero le nude cifre dei loro morti, i nudi fatti dei loro Gulag. Di qui il malessere, l'impressione di essere avvolti da un chiacchierare enorme, e vacuo. Si vorrebbe sapere come mai le rivolte del '68 partorirono mostri in Italia e Germania, e come mai invece la Francia si fermò in tempo, sull'orlo del baratro, con la sapienza di chi sa l'arte dell'autolimitazione, della rinuncia. Si vorrebbe sapere il motivo di itinerari sì diversi, per apprendere qualche saggezza di fronte a nuovi abissi. Non mancarono gli autoaccecamenti in Francia, ma esistevano anche vaccini potenti, contro la tentazione di prendere la morte alla leggera. Il più potente vaccino fu l'anticomunismo, di cui era impregnato il maggio '68 e che continuò anche dopo, quando nacque il gruppo estremista - e potenzialmente terrorista - chiamato Sinistra Proletaria. Cohn-Bendit che fu l'anima del '68 aveva idee precise: quando si rivolgeva ai comunisti, li chiamava invariabilmente crapules staliniennes, canaglie staliniane. Un giorno impedì al poeta Aragon di prendere la parola in un'assemblea: «Perché sui tuoi capelli bianchi - disse - c'è il sangue dei morti nei campi comunisti, e di questo devi parlarci». Non era l'anticomunismo di cui oggi si vanta Negri, sullo Spiegel. Nel '74, quando la Gauche Proletarienne già si era autodissolta, Negri dichiarava che il «vero nemico» da abbattere era la socialdemocrazia, incarnata dal partito comunista italiano. Non c'era nostalgia di stalinismo e leninismo, in Cohn-Bendit e nei ribelli francesi, ma i primi segni di antitotalitarismo. Lo stesso antitotalitarismo che li indusse a non divenire terroristi. Già nell'agosto '68 i contestatari sfilarono a Parigi, contro i carri armati a Praga, men-

Persone citate: Aragon, Cohn, Lafi Khalil, Moussa Abu, Negri