« Abbiamo rallentato » di Francesco Grignetti

« Abbiamo rallentato « Abbiamo rallentato « A » I macchinisti: nessun errore umano La Polfer: viaggiava oltre i limiti Polemica sulla manutenzione delle linee ci delle ferrovie, le conseguenze del deragliamento non sarebbero state quelle che si sono verificate. In particolare, il locomotore non si sarebbe fermato 80 metri dopo il distacco del convoglio, dopo aver tranciato con le ruote uscite dal binario, una decina di traversine di legno. I macchinisti però escludono categoricamente l'ipotesi che possa trattarsi di un caso di velocità eccessiva o di un errore umano. Secondo i rappresentanti dello Sma e del Comu si è trattato piuttosto di «un cedimento di uno scambio». Il convoglio è infatti deragliato subito dopo aver superato uno scambio che doveva incanalare il convoglio su un fascio di tre binari su cui vengono dirottati i treni provenienti da Sud seguendo la linea Napoli-Cassino-Roma. Inoltre - sottolinea il Comu, il sindacato autonomo dei macchinisti il punto dove è avvenuto il deragliamento è «un punto critico del nodo ferroviario romano, non è attrezzato per la ripetizione dell'aspetto dei segnali in macchina. Da anni le Fs compensano le carenze di personale con un'intensificazione delle prestazioni straordinarie e con il genio ferrovieri». Secondo i macchinisti, insomma, «ancora una volta, probabilmente, si parlerà del solito errore umano del macchinista su cui scaricare le carenze di un sistema divenuto pericolosa¬ mente fragile». Accuse che sono state respinte. Le ferrovie hanno difeso l'impiego dei militari, «mai utilizzati al di fuori delle norme previste», e, comunque «persone di eccellente livello professionale». Armando Romeo, segretario nazionale della Fisais, uno dei sindacati autonomi dei ferrovieri, ha rivelato come «la scorsa settimana siano stati sostituiti pezzi dello scambio in ordinaria manutenzione». Anche la prima ipotesi, quella di una rottura del gancio tra la motrice e la carrozza successiva, viene esclusa dalle ferrovie perché in quel caso «i vagoni si bloccano automaticamente e non sono in grado di continuare la corsa». Ma i macchinisti non si danno per vinti. «Quand'anche sia accertata l'eccessiva velocità, questa può dipendere dai materiali, e sappiamo come già denunciato, che la manutenzione non c'è in questi ultimi periodi», [f. ama.] d'oro sono stati i baristi abusivi saliti a Napoli». Poco distante, il signor Graziano Marziani aspetta da sette ore, fissando il binario che dovrebbe portargli un treno da Palermo. Del quale non c'è traccia. «E' una cosa pazzesca. Alle informazioni non sanno niente. Dicono solo di avere pazienza. I miei saranno esausti. Tanto più che hanno tre bambini dietro. E noi, qui in attesa, siamo più esausti di loro. Dico, ma ce li ha presenti i bagni della Stazione Termini? Una cosa schifosa. Tutto rotto». Ecco, di questo «sabato nero» delle Ferrovie salta agli occhi soprattutto una cosa: l'ottimismo di chi ha progettato la stazione. Il ritardo non è previsto, solo la puntualità. Così non c'è uno straccio di panchina per chi è in attesa. Alla Stazione Termini, è evidente, tutto è pensato per arraffare un giornale o un caffè e salire sul treno. Ma se poi il treno non arriva? Commenta sconsolato il signor Mario, giornalaio-filosofo con vista sull'umanità in attesa: «Oggi non si vende. Perché la gente sta in attesa, ma con ben altri pensieri che le notizie. Due giorni fa, invece, quando i treni partivano, allora sì che abbiamo venduto bene. Gente spensierata, ottimi clienti». Francesco Grignetti r

Persone citate: Armando Romeo, Marziani, Polfer

Luoghi citati: Napoli, Palermo, Roma