OPPORTUNITÀ POLITICHE E VALORI MORALI
LA DEMOCRAZIA E IL TERRORISMO LA DEMOCRAZIA E IL TERRORISMO OPPORTUNITÀ' POLITICHE E VALORI MORALI SI parla spesso di voltare pagina in Italia, a proposito del terrorismo e di tanti eventi cui la nazione ha partecipato in questo secolo. Si parla di azzeramento di conti, di azzeramento di conflitti che oggi appaiono indecifrabili, perché indecifrati. Alcuni dicono addirittura che una guerra è finita: che questa è l'ora della serenità senza più pathos, dell'indulgenza per i vinti. D'altronde anche la guerra autentica è stata d'imperio conclusa quella che oppose fascisti e antifascisti - e dunque perché non concludere anche l'evento minore che fu l'offensiva armata contro la democrazia, tra gli Anni 70 e 80. L'orrore che suscita la punizione tende a dilatarsi, fino a quasi sommergere l'orrore per il crimine, l'orrore per le idee che acuminarono le lame, la memoria delle vite che in nome di quelle idee furono spezzate, e sprezzate. L'indulto proposto dalla Commissione Giustizia della Camera non è di per sé insano, perché contempla forme di clemenza che non aboliscono la condanna. Ma resta una singolare sensazione di malessere: una sensazione di sbigottimento, di vana attesa di parole che non vengono, come può accadere a chi assista a un lutto che vien smesso troppo sbrigativamente, e che non insegna nulla. Non manca solo la cura e la gratitudine memore verso le vittime. Non è questione solo di risarcimenti, di debiti pecuniari. Questi peccati di omissione esistono, ma anche di altro si sente la mancanza, nelle odierne discussioni. Si sente la mancanza di un pensiero profondo in chi reclama indulgenza: di un pensiero su quel che allora fu fatto e su perché fu fatto, su quel che fu pensato e su perché fu pensato. Si sente la mancanza - in numerosi ex terroristi o ex fautori della violenza - di una vera riflessione su se stessi, su quello che fu il loro rapporto con la morte dell'altro, su quel che fu il loro rapporto con un'ideologia totalitaria che rendeva tanto fatue queste morti, su quel che fu il loro accecamento mentale. Si sente la mancanza dell'occhio di Edipo sui propri misfatti, dell'«occhio di troppo» come lo chiama Hòlderlin: occhio che
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